Il barocco in Francia

Il barocco francese assunse la sua fisionomia definitiva attorno alle grandi fabbriche reali di Versailles (realizzate dagli architetti Louis Le Vau, 1612-70, e Jules Mansart, 1646-1708), del Louvre (opera di Claude Perrault, 1613-88), degli Invalides (di Libéral Bruand, 1637 ca-1697) e sugli schemi delle grandi sistemazioni urbanistiche, da Place Royale (1605-12) a Place Vendôme (Mansart, 1677-98): una fisionomia classicheggiante, quasi polemica nei confronti delle soluzioni più eterodosse del barocco romano e strettamente connessa con l'ideologia assolutistica di Luigi XIV. Il classicismo francese non è certamente di tipo rinascimentale, "a misura d'uomo", ma enfatico e monumentale. L'iterazione del motivo classico della colonna e del frontone, l'adozione dell'ordine gigante raggiungono un effetto altrettanto retorico ed eloquente dei più alti risultati del barocco italiano. I giardini a Versailles, come alle Tuileries e ai castelli reali (Marly, Sceaux), ordinati secondo una scenografia geometrica e razionale, costituiscono un aspetto essenziale dell'urbanistica e dell'architettura barocca. La decorazione degli interni ufficiali, affidata allo zelo organizzativo di Charles Le Brun (1619-90) ­ allievo del primo pittore del re, Simon Vouet (1590-1649) ­ e della sua scuola, si sviluppa secondo precise direttive classiciste di stampo carraccesco. Mentre alla tradizione del realismo caravaggesco si riallacciano Georges De La Tour (1593-1652) e i tre fratelli Le Nain (Antoine, 1588-1648; Louis, 1593-1648; Mathieu, 1607-77). Nell'edilizia privata viene definendosi secondo schemi precisi la tipologia dell'hôtel particulier (il palazzo di città) con J. Du Cerceau e Pierre Le Muet (1591-1669).