Yeats e la poesia di inizio Novecento

I poeti contemporanei di Yeats

Fra i poeti contemporanei di Yeats, sicuramente meno significativi di lui artisticamente, furono però interessanti R.S. Bridges e A.E. Housman.

Robert Seymour Bridges

Robert Seymour Bridges (1844-1930), medico, fu autore di numerose poesie, raccolte nei sei volumi Poetical works (Opere poetiche, 1898-1905), della raccolta New verses (Versi nuovi, 1925) e del lungo poema didattico-filosofico The testament of beauty (Il testamento della bellezza, 1929), nel quale con una certa prolissità traccia la crescita della mente umana dall'"esistenza incosciente" alla "coscienza spirituale" e celebra la bellezza come "ragione primaria" della vita.

Alfred Edward Housman

Alfred Edward Housman (1859-1936), filologo, fu docente di letteratura latina e greca a Cambridge per molti anni. Nelle sue tre brevi raccolte liriche di spirito tardo vittoriano ­ A Shropshire lad (Un ragazzo dello Shropshire, 1896), Last poems (Ultime poesie, 1922), More poems (Altre poesie, 1936) ­ Housman introdusse note di malinconico pessimismo e disillusione, temperate da una sorta di stoica saggezza dolente o amaramente ironica. Lo stile, conciso e lineare, mostra gli influssi della poesia greca e latina ed è al tempo stesso modellato sulla ballata popolare.

La poesia georgiana

Nel 1912 fu pubblicata l'antologia Georgian poetry (Poesia georgiana), alla quale seguirono altri quattro volumi (1915, 1917, 1919 e 1922), il cui titolo era collegato alla pura realtà storica (nel 1905 era salito al trono Giorgio V) e non all'appartenenza dei poeti a una scuola: unico denominatore comune era l'idea di una poesia ancora legata alla tradizione e lontana da qualsiasi esperimento. Si tratta generalmente di brevi liriche sentimentali, spesso dall'atmosfera malinconica, che lodavano la vita campestre, l'amore, la bellezza e la giovinezza e testimoniavano il desiderio di ritirarsi dal mondo reale, sentito come estraneo e inadatto alla poesia, per vivere in un mondo di sogni. Le immagini sono in genere vaghe e imprecise, il ritmo semplice e il linguaggio poetico convenzionale. Fra questi poeti georgiani nessuno si distinse, a esclusione forse di D.H. Lawrence, che si mostrò più innovatore, anche se alcuni cercarono di superare le limitazioni vittoriane per far rivivere il romanticismo o ricercare nuove forme espressive e temi più realistici.

Walter John De La Mare (1873-1956) fu autore di una poesia, venata dal senso di mistero, che propone la fuga in un mondo di sogni e si caratterizza per un'abilità tecnica e una sottigliezza sconosciute alla maggior parte dei poeti georgiani: The sunken garden and other poems (Il giardino sommerso e altre poesie, 1917), The captive and other poems (Il rinchiuso e altre poesie, 1928). Scrisse anche racconti e il romanzo Memoirs of a midget (Memorie di una nana, 1921), la cui atmosfera ricorda quelle di E.A. Poe.

John Masefield (1878-1967) si arruolò da ragazzo nella marina mercantile e viaggiò in America, facendo i mestieri più diversi. Fu un poeta realista sia nei temi, sia nel linguaggio. Fra le sue opere, le più interessanti sono i suoi lunghi poemi narrativi, caratterizzati da un forte senso della realtà e da uno stile vigoroso e immediato, fra cui The everlasting mercy (L'eterna misericordia, 1911) e Reynard the fox (Reynard la volpe, 1919), un racconto in versi ambientato nella campagna inglese.

Rupert Brooke (1887-1915) dopo gli studi a Cambridge viaggiò nell'America settentrionale e nei mari del Sud. Morì combattendo nella prima guerra mondiale. Ottenne grande popolarità con i sonetti 1914 and other poems (1914 e altre poesie, 1915), che catturavano i sentimenti patriottici di quegli anni, espressi con una vena romantica sorretta da un linguaggio realistico e colloquiale.

Benché non compreso nell'antologia Georgian poetry, Wilfred Owen (1893-1918) scrisse poesie che si collegano alla poesia di guerra del periodo, pubblicate postume nel 1920 e poi in una seconda raccolta ampliata nel 1931 (The poems of Wilfred Owen). Sotto l'influenza di Keats e dei romantici, i suoi componimenti, crudamente segnati dall'esperienza bellica, mostrano vigore e abilità tecnica; la loro modernità risiede nell'immediatezza e nella sobrietà delle immagini, nelle innovazioni metriche e nell'originale uso delle assonanze. Più che l'orrore della guerra, essi trasmettono la pietà e il profondo turbamento che tale evento suscita nell'uomo.