La poesia dopo Eliot

Dylan Thomas

Dylan Marlais Thomas (1914-1954) fu il poeta più originale degli anni Quaranta, che reagì contro la poesia intellettuale di Eliot e di Auden.

La vita e le opere

Nato a Swansea, nel Galles, figura quasi leggendaria di "poeta maledetto", alcolizzato, è generalmente considerato l'iniziatore di un movimento poetico, chiamato Nuovo romanticismo o Nuova apocalisse, al quale appartennero anche i poeti George Barker (1913-1991), legato ai preraffaelliti e autore di versi dalla simbologia ricercata, e David Gascoyne (1916). Thomas riconosceva come uniche influenze sulla sua poesia le forme spontanee di letteratura, filastrocche e racconti popolari, le più famose storie bibliche e due soli poeti inglesi del passato, Shakespeare e W. Blake, dei quali egli evidenziò l'aspetto magico e mistico. Le prime opere poetiche di Thomas, Eighteen poems (Diciotto poesie, 1934), Twenty-five poems (Venticinque poesie, 1936), The world I breathe (Il mondo che respiro, 1939) e The map of love (La mappa dell'amore, 1939), attirarono l'attenzione dei critici per l'originalità delle immagini magiche e surreali e il linguaggio personalissimo, fondato su strutture volutamente antitradizionali, desunte dai ritmi del gallese e attente anche alla tradizione orale. Nel 1934 si trasferì a Londra, dove lavorò per le riviste "New Verse" e "Adelphi". Nel 1938 si trasferì nel Carmarthenshire, dove scrisse la celebre raccolta di racconti Portrait of the artist as a young dog (Ritratto dell'artista da cucciolo, 1940). Nel 1943 lavorò a varie riprese per il cinema e poi per la BBC, componendo radiodrammi: Return journey (Viaggio di ritorno, 1947), Under milk wood (Sotto un bosco di latte, 1954, postumo). Nel 1946 pubblicò Deaths and entrances (Morti e ingressi) e nel 1953 Collected poems (Poesie raccolte). Morì alcolizzato, non ancora quarantenne, a New York. Nel 1966 vennero pubblicate le Selected letters (Lettere scelte).

I temi e lo stile

I temi principali della poesia di Dylan Thomas sono sempre i medesimi, ripetuti in modo quasi ossessivo: la natura, vista nel suo aspetto sacro, come energia che scorre in ogni creatura vivente, la "linfa e la radice" che fa compiere il ciclo di nascita, crescita, riproduzione e morte; la fondamentale unità di vita e morte, di creazione e distruzione; l'infanzia, sia personale, sia fase mitica della vita umana; l'orrore della guerra (tema introdotto dalla raccolta del 1946); anche la morte viene comunque vista non come la fine inevitabile della vita, ma come un momento transitorio nell'eterno ciclo che alterna la vita alla morte.

Il suo stile, per nulla intellettualistico e sofisticato e neppure appassionato e semplice come quello dei poeti degli anni Trenta, appariva, piuttosto, come la reincarnazione dello spirito romantico: egli adottò un linguaggio costituito da metafore talvolta oscure e da una serie di immagini che fanno appello ai sensi, una varietà di ritmi e metri che ebbero un effetto sconvolgente e reazioni sia entusiastiche, sia di netto rifiuto. Artista attento e meticoloso, pur credendo nell'ispirazione, egli era convinto della necessità che questa fosse modellata dalle "forze critiche e intellettuali".