William Shakespeare

Il canone shakespeariano

Shakespeare mostrò sempre poco interesse per la pubblicazione delle proprie opere: sua preoccupazione era quella di vedere i suoi drammi sulla scena e persino gli "in quarto" (termine riferito al formato dell'edizione a stampa, del foglio di stampa pari a un quarto della dimensione) pubblicati durante la sua vita sono di scarsa qualità: si tratta spesso di edizioni "pirata" e non autorizzate, frutto del lavoro di stenografi di compagnie concorrenti, presenti alle rappresentazioni. Gli "in quarto" vengono generalmente divisi in "buoni" e "cattivi" secondo il grado di attendibilità: i primi si basano su manoscritti autografi con correzioni dell'autore, ma pur sempre pubblicati in modo casuale senza la sua collaborazione; i secondi su edizioni corrotte e frammentarie. I quaranta drammi sono pervenuti attraverso due vie principali, quella appunto degli "in quarto", che riguarda sedici drammi, e il cosiddetto "primo in folio", la prima raccolta di drammi di Shakespeare pubblicata dopo la sua morte dagli amici e colleghi John Heminge e Henry Condell nel 1623. Questa raccolta comprende tutti i testi oggi attribuiti a Shakespeare tranne Pericles, aggiunto nella terza edizione del 1664. Dal punto di vista filologico il "primo in folio" risulta carente: la divisione in scene adottata dai curatori non è rigorosa e non è chiaro il criterio di successione dei vari testi, che non segue né l'effettiva successione cronologica né la labile distinzione in generi drammatici. Se per alcuni testi si riscontra una sostanziale omogeneità fra l'edizione "in quarto" e quella "in folio", per altri (per esempio, Hamlet) le differenze sono notevoli. Se in passato la critica era incline a pensare che le diverse edizioni "in quarto" e "in folio" fossero varianti di un ipotetico unico testo di partenza, più recentemente la pluralità di varianti viene considerata come la necessaria conseguenza della nascita del testo drammatico, genere per natura mutevole in relazione alle molteplici riproduzioni e al pubblico. Anche i Sonnets furono pubblicati senza l'approvazione e l'interesse dell'autore; forse l'unica opera pubblicata direttamente da Shakespeare dopo il 1593 fu il poema The phoenix and the turtle (apparso in un'antologia del 1601).