Forme del romanzo

Il nuovo "sentire" dello spirito borghese

Mentre il primo illuminismo, improntandosi a una razionalità mondana e pragmatica, rivendicava il valore della ragione soprattutto quale guida nella vita dell'uomo, sia come singolo sia come società, nei primi decenni della seconda metà del sec. XVIII l'illuminismo tedesco venne invece scoprendo e diffondendo, anche in letteratura, i valori intrinseci connessi non più al “ragionare” bensì al “sentire”. S'affermò pertanto lo spirito di un diffuso sentimentalismo, da intendersi tuttavia non in senso dolciastro ma quale cultura della sensibilità (Empfindsamkeit) o cultura del sentimento (Gefühlskultur). Si riproponevano conseguentemente su un piano non più strettamente religioso ma interamente laico-borghese alcuni valori del pietismo stesso: tranquillità e abbandono, spirito contemplativo e introspettiva sincerità del cuore.

Valori che, tra l'altro, venivano ora difesi e proclamati in difesa della singolarità, che si voleva infine indipendente dalla burocratizzazione e dalle strategie di razionalizzazione e controllo gestite dalle istituzioni ecclesiastica e statale. Si trattava, dunque, di promuovere l'autonomia dell'individuo dalle gerarchie socio-economiche, di eleggere e realizzare l'armonia tra il suo sentire e il suo pensare come condizione necessaria alla realizzazione del nuovo spirito borghese.