Ravènna (città)

Indice

capoluogo della provincia omonima, 4 m s.m., 659,97 km², 153.388 ab. secondo una stima del 2007 (ravennati), patrono: sant’ Apollinare di Ravenna (23 luglio).

Generalità

Città dell'Emilia-Romagna situata nella bassa pianura romagnola, nell'estremo settore meridionale dell'apparato deltizio del Po, collegata al mare Adriatico dal canale Corsini. L'impianto urbanistico, caratterizzato dall'irregolare pianta e dalla discontinua sovrapposizione di nuclei diversi, rispecchia la vicenda storica della città, che ha vissuto periodi di splendore e di decadenza, distruzioni, ricostruzioni e rimaneggiamenti. Il nucleo originario si sviluppò in età imperiale; della pianta ortogonale restano poche tracce, riconoscibili nell'area attorno all'attuale via di Porta Aurea. La straordinaria importanza politica acquisita dalla città a partire dal sec. V si rifletté sulla sua struttura urbana, che raggiunse notevoli dimensioni, non più superate prima del sec. XIX, con l'espansione verso N in direzione di San Vitale. Agli inizi del sec. XX la città era ancora parzialmente racchiusa entro la cinta muraria medievale, scavalcata da alcuni quartieri in direzione NW e S. Subì gravi distruzioni durante la seconda guerra mondiale. Nel 1952 la scoperta a N di vasti giacimenti metaniferi comportò la nascita di nuove aree residenziali, condizionate nel loro disomogeneo sviluppo dalla crescita dell'industria. Il vasto territorio comunale comprende anche i centri di Classe, alla destra dei Fiumi Uniti e al margine della Pineta di Classe, Porto Corsini, Marina di Ravenna, Casal Borsetti-Primaro e Punta Marina. È sede arcivescovile.

Storia

Di origine umbra, fiorente porto già nel sec. III a. C. dopo il declino di Spina, la città fu municipio romano dell'89 a. C. Passaggio obbligato tra l'Italia continentale e peninsulare, divenne un importante emporio commerciale, soprattutto in seguito alla fondazione del porto di Classe. Fortificata da Tiberio con una nuova cinta di mura, la città diventò il centro più importante dell'Emilia. Nel 402 si avviò per Ravenna una straordinaria stagione politica e artistica; la città venne infatti scelta come capitale dell'impero d'Occidente da Onorio, che ne consolidò le difese e, con il concorso della sorella Galla Placidia, avviò la costruzione di un primo nucleo di celebri monumenti. Caduta nel 476 in mano a Odoacre, che vi resistette per tre anni all'assedio di Teodorico, divenne in seguito capitale del regno gotico, beneficiando di un nuovo periodo di sviluppo. Fu poi coinvolta nella guerra tra Giustiniano e gli Ostrogoti per il dominio sull'Italia; riconquistata all'imperatore da Belisario contro Vitige (540), con la “Prammatica Sanzione” (554) fu elevata a sede dell'esarcato. Conquistata dai Longobardi (751) e dai Franchi (754), nel 756 Ravenna venne donata da Pipino alla Chiesa, ma l'autorità del papato venne a lungo contrastata, in nome dell'eredità di Bisanzio, dagli arcivescovi della città. Per molto tempo, approfittando delle rivalità tra impero e papato e avvalendosi dell'investitura di feudatari imperiali, gli arcivescovi riuscirono a esercitare il governo della città. Con l'attenuarsi della lotta per le investiture, il clero ravennate fu costretto a riconciliarsi con il papato (sec. XII) e per la città si inaugurò una lunga fase di declino, alla quale concorse, dal sec. XIII, il progressivo interramento del porto e l'ascesa di Venezia, che la sottomise nel 1441. Tornata nel 1509 alla Chiesa, fu saccheggiata dai francesi (1512), perdendo in seguito di importanza per l'istituzione dell'arcivescovato di Bologna (1582). Occupata dai francesi nel 1796, fece parte del dipartimento del Rubicone. Tornata alla Chiesa nel 1815, fu teatro di moti nel 1831 e nel 1848-49. Insorta nuovamente nel giugno 1859, proclamò l'annessione al Piemonte. Nel 1914 Ravenna fu tra le città protagoniste della “settimana rossa” e dell'opposizione all'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, durante la quale subì il bombardamento aereo austriaco. Duramente colpita nel 1923 dallo squadrismo fascista, dopo l'8 settembre 1943 la città fu al centro dell'attività di formazioni partigiane, che, appoggiate dalle truppe alleate, la liberarono il 4 dicembre 1944.

Arte

Le alluvioni e il bradisismo hanno reso difficile l'esplorazione archeologica della zona, che ha restituito pochi resti del periodo imperiale romano. L'antico porto, con il suo faro, era forse non lontano dal mausoleo di Teodorico e il porto meridionale (Portus Novus) era collegato alla città dalla via Caesaris. Molto più significativi sono i resti della città bizantina; il complesso di monumenti dei sec. V-VI, ben conservati, testimoniano il passaggio dall'arte paleocristiana a quella bizantina. La basilica Ursiana (attuale duomo), eretta per volere del vescovo Orso nel sec. V, ma completamente ricostruita nel sec. XVIII, conserva al suo interno un ambone del sec. VI, la croce del vescovo Agnello e mosaici absidali del sec. XII. Il più antico monumento conservato nelle sue forme originarie (metà sec. V) è il mausoleo di Galla Placidia, a croce greca, con paramento murario in laterizio, ornato all'interno da mosaici di soggetto cristiano (ca. 450) in perfetto stato di conservazione. Coevo è il battistero degli Ortodossi o Neoniano (dal vescovo Neone che lo fece costruire), a pianta ottagonale, con cupola ornata di stucchi e mosaici. Al sec. V risale anche la basilica di San Giovanni Evangelista, che conserva tracce delle forme originarie solo nell'interno. Sotto il dominio di Teodorico (sec. VI) sorsero gli edifici di culto ariano: la cattedrale di San Teodoro (ora chiesa dello Spirito Santo, sec. XVI) e il battistero degli Ariani. Ancora Teodorico fece costruire Sant'Apollinare Nuovo, a pianta basilicale con tre navate, il cui solenne interno è decorato con mosaici in parte (fascia superiore) di età teodoriciana e di gusto classicheggiante, in parte (fascia inferiore) in stile bizantino della seconda metà del sec. VI, quando la chiesa fu destinata al culto cattolico. Il celebre mausoleo di Teodorico (ca. 520), sorto a E nel campo del Coriandro dove terminava la città teodoriciana, è una costruzione decagonale all'esterno, a croce greca all'interno, coronata da una bassa calotta monolitica, simile a modelli barbarici della regione illirica. La basilica di San Vitale (525-47), a pianta ottagonale, è il massimo monumento cittadino e tra le maggiori testimonianze di arte paleocristiana in Italia. Nell'interno, di grande suggestione, sono conservati splendidi mosaici del sec. V, tra cui il celebre Giustiniano seguito da funzionari, soldati e sacerdoti e quello raffigurante Teodora con ministri e matrone. Sant'Apollinare in Classe (consacrata nel 549) costituisce un'altra testimonianza della grandiosa fioritura edilizia in epoca paleocristiana; nel solenne interno basilicale, l'abside è decorata da mosaici dei sec. VI-VII. Ai sec. IX e X risalgono alcuni campanili di forma cilindrica, alleggeriti da monofore, bifore, trifore (Sant'Apollinare Nuovo, Sant'Apollinare in Classe). Dell'epoca romanico-gotica si ricordano le chiese di Santa Maria in Porto Fuori (sec. XI, ampliata nel XIII, completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruita) e di Santa Chiara (sec. XII). Di epoca rinascimentale sono il Palazzo Comunale (di fondazione quattrocentesca ma rifatto nel 1681), il Palazzetto Veneto (sec. XV), la Loggia Lombardesca (1503-18), le chiese di San Francesco e di Sant'Agata Maggiore (entrambe del sec. V) e la chiesa di Santa Maria in Porto (sec. XVI-XVIII), con dipinti dello Scarsellino e di Palma il Giovane. Secentesche sono le chiese di San Giovanni Battista e di Santa Maria Maggiore (eretta su una costruzione del sec. VI). Il sepolcro di Dante Alighieri fu innalzato nel 1780 da C. Morigia.

Musei

Di grande interesse è il Museo Nazionale, che conserva reperti romani e paleocristiani (comprende raccolte di reperti archeologici, resti di decorazioni musive, opere scultoree, suppellettili, resti di strutture architettoniche, lavori delle maestranze locali di arti applicate e una notevole raccolta numismatica). Nel Museo Arcivescovile è custodito prevalentemente materiale di epoca paleocristiana. La Pinacoteca Comunale ha sede nei locali dell'ex monastero dei Canonici Lateranensi e offre un'importante panoramica sull'opera della scuola romagnola, in particolare dal sec. XV a oggi.

Economia

Ravenna è sede di uno dei più importanti poli chimici italiani (metano, petrolio greggio, gomma sintetica, materie plastiche, nero di carbonio e fertilizzanti) e uno sviluppato distretto industriale attivo nei settori alimentare, meccanico, tessile, calzaturiero, dell'abbigliamento, del legno e dei materiali da costruzione. La vivacità del settore industriale è strettamente legata al porto, al centro di intensi scambi commerciali con i mercati del Mediterraneo orientale e del Mar Nero. Rilevante è anche l'artigianato (ceramica, oreficeria, legno). Inserita in una fertile regione agricola (ortaggi, frutta, cereali, uva e barbabietola da zucchero), Ravenna è anche al centro di un intenso flusso turistico, richiamato dallo straordinario patrimonio artistico e dagli splendidi ambienti naturali della pineta e del lungo litorale sabbioso, con rinomati centri balneari (Casal Borsetti-Primaro, Marina Romea, Marina di Ravenna e Punta Marina).

Curiosità

La città è stata dichiarata nel 1996 patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. In estate vi si svolge la rassegna musicale Ravenna Festival. Michelangelo Antonioni vi girò scene del film Deserto Rosso (1964). Vi sono nati il direttore d'orchestra e compositore Angelo Mariani (1821-1873) e il giornalista e scrittore Sergio Zavoli (1923).

Bibliografia

G. Bovini, Il mausoleo di Galla Placidia, Città del Vaticano, 1950; P. Toesca, S. Vitale di Ravenna: i mosaici, Milano, 1952; M. Mazzotti, S. Apollinare in Classe, Città del Vaticano, 1954; G. Bonini, Ravenna: mosaici e monumenti, Firenze, 1957; G. de Francovich, Studi sulla scultura ravennate, in “Felix Ravenna”, fasc. 77-78, 1958; G. Bovini, M. Pierpaoli, Ravenna. Tesori di luce, Ravenna, 1990; L. Mascanzoni, Ravenna una storia millenaria, Firenze, 1990.

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