Lessico

agg. e sm. [sec. XX; ppr. di lubrificare].

1) Agg., che serve a lubrificare.

2) Sm., sostanza liquida, solida e talora anche gassosa che, interposta tra parti accoppiate in moto relativo, ne impedisce il contatto diretto, riducendo il lavoro perduto in attrito con conseguente miglioramento del rendimento della macchina e diminuzione dell'usura, e favorisce la dispersione del calore e quindi il raffreddamento, l'eliminazione di eventuali scorie, la protezione dalla corrosione. I lubrificanti vengono comunemente distinti in base alla loro natura (lubrificanti minerali e sintetici) o alle caratteristiche di impiego.

3) In geologia Lubrificante tettonico, livello di rocce a comportamento plastico (per esempio argille, evaporiti) interposto a rocce a comportamento rigido che, in caso di stress tettonico, favorisce il distacco e lo scivolamento delle masse rocciose sotto una spinta tangenziale.

Chimica i lubrificanti liquidi

I lubrificanti liquidi od oli lubrificanti sono miscele complesse di idrocarburi paraffinici, aromatici e naftenici con peso molecolare compreso tra 250 e 1000. Derivati dal petrolio e in particolare da tagli molto viscosi, come i residui della distillazione primaria (topping) poi ridistillati sotto vuoto, o da tagli poco viscosi come gasoli di testa dalla distillazione sotto vuoto o gasoli pesanti da topping, richiedono una serie di operazioni di raffinazioneasportazione di composti naftenici e aromatici instabili che darebbero luogo a formazione di gomme o a residui carboniosi; separazione dei composti paraffinici che abbiano un elevato punto di solidificazione; asportazione delle rimanenti tracce di composti resinosi che originerebbero nel tempo una alterazione del colore; additivazione di antiossidanti, inibitori di corrosione, composti antifrizione per aumentare il potere lubrificante, detergenti che adsorbano le morchie insolubili in olio e le mantengano in sospensione, deprimenti del punto di congelamento, miglioratori dell'indice di viscosità, per rendere la viscosità del lubrificante meno sensibile alla temperatura, inibitori di schiuma per impedire che l'aria inglobata nel lubrificante durante l'esercizio generi schiuma (polimeri siliconici). La capacità di lubrificazione degli oli è strettamente legata alla viscosità e in particolare al suo comportamento in funzione della temperatura. Per gli impieghi industriali e in campo automobilistico è spesso importante che un olio riesca a mantenere la sua viscosità fino a temperature di 100-120 ºC, pur avendo una relativamente bassa viscosità a temperatura ambiente. Per gli impieghi in aviazione e in campo militare, al di fuori dell'intervallo –25 ºC +125 ºC si ricorre a oli sintetici con punto di congelamento inferiore a –25 ºC e che non si ossidino rapidamente sopra 125 ºC. Tra questi si usano i metilsiliconi, utilizzabili sino a 300 ºC, con punto di congelamento –70 ºC e con ridottissima variazione di viscosità, gli esteri fosfatici, i poliglicoli e diversi esteri organici.

Chimica: i lubrificanti grassi

I lubrificanti grassi o grassi lubrificanti sono sostanze grasse ispessite con agenti gelificanti e additivate con composti chimici per prevenire la corrosione e migliorare la resistenza agli agenti atmosferici delle parti lubrificate. Quasi tutti i grassi in commercio hanno come base oli derivati dal petrolio con viscosità sufficienti a soddisfare una bassa volatilità anche per impieghi a temperature fino a circa 120 ºC; per usi fino a 200 ºC si ricorre a oli siliconici. Gli agenti ispessenti sono in genere acidi grassi (oleico, palmitico, stearico, olio di pesce idrogenato, ecc.) e saponi metallici di calcio, litio, bario, ma anche argille tipo bentonite finemente suddivise che impartiscono particolare resistenza all'acqua e un prolungato periodo d'esercizio.

Chimica: i lubrificanti solidi e gassosi

Sono sostanze solide, impiegate sotto forma di film, in grado di non evaporare e di fornire una lubrificazione limite soddisfacente anche in condizioni d'impiego particolarmente severe (temperature elevate, vuoto spinto, radiazioni nucleari ecc.). Tra i composti inorganici si usano il solfuro di molibdeno e la grafite, il primo in dispersione acquosa o in oli sintetici per condizioni di vuoto spinto e per temperature sino a 350 ºC; la seconda sotto forma di polvere o in dispersione acquosa, cere, oli minerali, soprattutto per impieghi sino a 500 ºC. Tra i composti organici di lunga applicazione è il politetrafluoroetilene, per temperature sino a 220 ºC, di eccezionale resistenza elettrica; abbastanza recente è l'uso, sotto forma di polvere, di ftalocianine rameiche. Tra i metalli, usati in fogli sottilissimi, si notano il rame, l'argento, il tallio, lo stagno, l'oro, tutti caratterizzati, oltre che da buon potere lubrificante data la loro scarsa durezza, anche da elevata conducibilità termica. I lubrificanti gassosi, invece, sono tutti i gas, l'aria e il vapore generalmente facenti parte dell'impianto utilizzatore o in esso immessi sotto pressione.

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