Zoologia

agg. e sm. [sec. XVIII; dal latino tardo suīnus, da sus suis, maiale].

1) Agg., di maiale: carne suina.

2) Sm., animale domestico (Sus scropha domesticus) della famiglia dei Suidi, caratterizzato da forme generalmente tozze e taglia e peso variabili secondo le razze. I suini, detti anche maiali, sono Artiodattili con stomaco semplice, onnivori, con dentatura costituita da 44 elementi, testa subconica e muso piuttosto allungato terminante con un caratteristico disco in cui si aprono le narici. Le zampe sono provviste di 4 dita, di cui due centrali più grandi che poggiano a terra e sostengono il peso del corpo e due laterali rudimentali e poste più in alto. La pelle, molto robusta, può essere nuda o ricoperta di setole più o meno rade; la coda è corta e termina con un fiocchetto di crini. Il maschio (verro) è atto alla riproduzione verso gli 8-10 mesi, mentre la femmina (scrofa), che possiede da 5 a 8 paia di mammelle, raggiunge la maturità sessuale a un'età di 10-12 mesi; la gestazione oscilla tra 105 e 125 giorni e il numero dei nati può variare da 4 o 5 a più di 15. La rapidità di accrescimento dei suinetti (detti lattonzoli) è notevole: infatti, da un peso alla nascita di ca. 1 kg possono raggiungere, nello spazio di un anno, pesi largamente superiori al quintale.

Zootecnia

Derivato da numerose specie selvatiche tra cui il cinghiale, il suino viveva allo stato domestico già alla fine del Neolitico ed è comunemente accettata l'ipotesi che il suo allevamento si sia diffuso a partire dalla Cina intorno al 4000 a. C. Nei sec. XVIII e XIX si sono effettuati i primi incroci tra suini europei e suini asiatici, che a poco a poco hanno portato alle razze selezionate. "Per le principali razze di suini vedi tabella al lemma del 19° volume." I suini sono tra gli animali domestici più diffusi nel mondo e i motivi di tale diffusione "Per l'allevamento e la produzione vedi planisfero al lemma del 19° volume." "Vedi planisfero vol. 21, pag. 125" sono da ricercare nell'elevata prolificità, nella forte resa di carne e grasso (di facile conservazione sotto forma di salumi, prosciutti e lardo) e nella loro notevole capacità di utilizzare gli alimenti. I sistemi di allevamento praticati sono sostanzialmente tre: brado, semibrado e stallino. Il primo, ormai poco diffuso e non molto vantaggioso dal punto di vista economico, sussiste nelle zone più arretrate ed è adatto soprattutto per scrofe e magroni, i quali vivono sempre all'aperto e si cibano quasi esclusivamente di ciò che trovano nel pascolo e nel sottobosco. Il sistema semibrado, particolarmente adatto per scrofe, lattonzoli (20-40 kg di peso) e magroni (40-70 kg), prevede per gli animali lunghi periodi di pascolo alternati con brevi permanenze nelle porcilaie e alimentazione integrata con idonee quantità di insilati. Il sistema stallino, che è il più diffuso e quello generalmente adottato dagli allevamenti industriali, consiste nel tenere i suini costantemente al chiuso nelle porcilaie, dando loro eventualmente la possibilità di trascorrere alcune ore in appositi recinti adiacenti e alimentandoli esclusivamente con prodotti secchi o sottoprodotti delle industrie molitorie e lattiero-casearie. Dal punto di vista zootecnico, per la classificazione delle razze si usano generalmente i caratteri anatomici dello scheletro e, soprattutto, il profilo fronto-nasale, le proporzioni della testa, le dimensioni e il portamento delle orecchie. In rapporto a tali caratteri anatomico-somatici, i suini si possono dividere in tre tipi fondamentali: rettilineo, concavo e ultraconcavo. Al tipo rettilineo o subconcavo, con profilo diritto, testa allungata, orecchie portate orizzontalmente, dorso diritto, estremità lunghe e sottili, appartengono animali rustici di peso non elevato e con carne magra e saporita. Al tipo concavo, caratterizzato da testa lunga a profilo concavo, orecchie molto sviluppate e pendenti, corpo depresso lateralmente con arti robusti e corti, appartengono animali di grande mole buoni produttori di grasso e carne. Il tipo ultraconcavo, con testa corta, profilo concavo molto accentuato, orecchie corte e diritte e corpo dalle forme arrotondate, comprende soggetti assai precoci con una notevole attitudine a produrre grasso. Raggruppando invece le razze per attitudini, si possono distinguere razze da carne, comprendenti attualmente suini caratterizzati da notevole tendenza all'ingrasso ma con forme corporee slanciate e spessore del lardo e della pancetta inferiore a quello che si riscontrava in suini allevati alcuni anni fa, e razze da bacon, con animali dalla spiccata attitudine a produrre masse muscolari piuttosto che parti adipose. Per quanto riguarda l'alimentazione, essa varia secondo lo scopo per il quale l'animale viene allevato. Così, i suini da riproduzione e le razze da bacon necessitano di una dieta ricca di proteine che favorisca lo sviluppo senza portare a formazione di grasso superfluo, mentre i suini da carne vengono alimentati secondo un ciclo di tre fasi: quella dei lattonzoli, con alimenti ricchi di proteine, sali minerali e vitamine; quella dei magroni, con alimenti grossolani a medio livello nutritivo che favoriscono lo sviluppo dello scheletro, dell'apparato digerente e dei muscoli; quella dell'ingrasso vero e proprio, con farina, crusca, siero di latte ecc. Al termine di questa fase il soggetto raggiunge il peso di 150-170 kg e viene utilizzato per la produzione di salami e prosciutti. Oltre all'alimentazione, sono fondamentali le attenzioni igienico-sanitarie, in quanto i suini sono soggetti a varie malattie, fra cui la peste, il mal rossino, la tubercolosi, il carbonchio, l'afta epizootica ecc.

Economia

Il notevole incremento dell'allevamento dei suini è da mettere in relazione alla domanda sempre crescente di carne suina come fonte di proteine animali e per integrare il fabbisogno di carne bovina, la cui produzione si è rivelata insufficiente a soddisfare le esigenze alimentari. La distribuzione e la concentrazione degli allevamenti suini non è basata tanto su fattori climatici più o meno favorevoli, quanto su fattori strettamente legati all'alimentazione degli animali (coltivazione di cereali, grandi industrie lattiero-casearie ecc.): così, tra le grandi zone di produzione spiccano la fertile provincia cinese dello Szechwan, la regione del Corn Belt, dove sono allevati i 2/3 del patrimonio zootecnico statunitense, le pianure dell'Europa settentrionale, la regione periferica brasiliana.

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