Zoologia: generalità

sm. [sec. XV; dal greco rhinókerōs, propr., (animale) con il corno sul naso]. Nome comune delle cinque specie di Mammiferi Perissodattili della famiglia dei Rinocerotidi, caratterizzati da corporatura massiccia, con pelle spessa (pachidermi) nuda o quasi nuda, arti corti e robusti ciascuno con tre dita distinte, coda modesta, terminante con un ciuffo di peli ispidi. In alcune specie la testa è corta mentre in altre, come per esempio nel rinoceronte bianco, è dolicomorfa. Caratteristica della famiglia è la presenza di 1 o 2 corni nasali, posti uno davanti all'altro con l'anteriore più sviluppato del posteriore; in casi piuttosto rari si riscontra un terzo corno più o meno legato al posteriore: se incidentalmente un corno si rompe può rigenerarsi in quanto è costituito da strette associazioni di un gran numero di filamenti cornei a fibra o a tubuli in una ganga cornea. Gli occhi, disposti lateralmente e parzialmente ricoperti dalle spesse palpebre, sono piccoli e relativamente poco efficienti; olfatto e udito sono decisamente più acuti; le orecchie, inserite molto in alto, sono piccole. Nonostante le dimensioni e il carattere solitario, i rinoceronti sono pacifici se non molestati: attaccano soltanto per difesa caricando furiosamente guidati dall'udito; in pieno slancio riescono ad arrivare anche a 45 km orari. Anche se spesso di costumi forestali, non vivono mai nel più folto della foresta prediligendo le zone arbustive presso le radure e le zone vicine a stagni o paludi, o comunque percorse dalle acque. Al pascolo escono generalmente al calare della notte e si cibano di erbe, di parti tenere di piante e di frutta. Amano immergersi negli stagni da cui escono ricoperti di fango che li protegge da molti insetti molesti. La gestazione dura in media 18 mesi e a ogni parto la femmina dà alla luce, generalmente, un solo piccolo.

Zoologia: morfologia

Animali di forma arcaica e ormai in declino, tanto che alcune specie corrono serio rischio di estinzione, i rinoceronti sono diffusi nell'Asia meridionale e nell'Africa. Delle due specie africane la più comune è il rinoceronte nero (Diceros bicornis), diffuso nell'Africa centrale e meridionale; lungo più di 3 m e alto ca. 1,70 m al garrese, pesa ca. 1,8 t; ha due corni disuguali, pelle spessa, grigiastra e senza pieghe; caratteristica è l'appendice mobilissima e prensile del labbro superiore adatta a raccogliere fogliame e ramoscelli. Un'altra specie africana è il rinoceronte camuso o rinoceronte bianco o rinoceronte di Burchell (Ceratotherium simum); questo ha un colore di prevalenti tonalità grigie, in realtà non molto più chiaro di quello della specie precedente, ma probabilmente deve il nome di rinoceronte bianco all'errata traduzione del termine boero wijt (largo, forse con riferimento alla forma del labbro superiore) nell'inglese white, bianco. È il più grande mammifero terrestre dopo l'elefante: le sue dimensioni raggiungono anche i 5 m di lunghezza e 2 m di altezza al garrese, mentre il peso può arrivare a 3,6 tonnellate. Ha due corni molto sviluppati e l'anteriore arriva a misurare, nei casi record, anche più di 1,50 m. Minacciato di estinzione, grazie a provvedimenti protezionistici, sembra attualmente in sensibile aumento soprattutto nei parchi nazionali e nelle riserve. Si distingue dal rinoceronte nero per la mole maggiore e per il labbro superiore trasversalmente tronco e corneo. La differenza nella morfologia del labbro delle due specie è dovuta a differenti adattamenti alimentari: il rinoceronte nero, infatti, si nutre prevalentemente di rami di alberi e arbusti, che afferra e strappa grazie al labbro superiore mobile, simile a una piccola proboscide; il rinoceronte bianco, invece, si nutre di erba, che taglia aiutandosi con il labbro, largo e piatto. Il rinoceronte bianco preferisce le praterie e le boscaglie rade; ha abitudini meno strettamente notturne. Il rinoceronte di Sumatra (Didermocerus sumatrensis) è il rinoceronte con minore mole e con caratteri più primitivi: misura al massimo 2,80 m di lunghezza e 1,50 m di altezza al garrese raggiungendo solo una tonnellata di peso; ha manto ricoperto da un vistoso rivestimento di peli. Possiede due corni, il secondo molto ridotto nelle femmine. Diffuso in tutto il Sud-Est asiatico è divenuto rarissimo e vive in piccoli gruppi separati tra loro da grandi distanze, fattore che ne aumenta la vulnerabilità, in quanto impedisce il rimescolamento genetico tra le popolazioni. Il rinoceronte unicorne dell'India (Rhinoceros unicornis) ha il corpo molto massiccio lungo fino a 4 m e alto fino a 1,80 m, del peso fino a 4 t; la pelle robustissima forma vaste placche rigide; ha un solo corno che nel maschio può giungere fino a 60 cm di lunghezza. Diffuso in passato nelle regioni forestali, ha subito un notevole declino numerico in seguito alla distruzione delle foreste in cui vive e alla caccia, sostenuta dalla credenza delle straordinarie doti afrodisiache e medicinali del suo corno. Attualmente vive soltanto in otto riserve dell'India e nella regione del Rapti nel Terai nepalese. È un animale che vive solitario prediligendo zone di pianura forestali e acquitrinose. Un'altra specie asiatica è il rinoceronte unicorne delle Isole della Sonda (Rhinoceros sondaicus), di dimensioni quasi uguali a quelle del rinoceronte indiano; ormai molto raro è presente con pochissimi esemplari nel Tennasserim e nella riserva di Ujung Kulon nella parte occidentale estrema di Giava; è una specie propria di foreste e di zone montuose. Oltre alle 5 specie attuali va ricordato il rinoceronte lanoso (Coelodonta antiquitatis), estinto in epoca preistorica, affine al rinoceronte di Sumatra.

Etologia: i comportamenti del rinoceronte nero

Il rinoceronte nero vive in habitat diversi, per lo più savane ricche di arbusti o alberi, anche ad altitudini elevate, ma mai nelle foreste molto fitte. Legato all'acqua (ha necessità di bere periodicamente), sopporta tuttavia bene la siccità e non migra nella stagione arida. Si nutre essenzialmente di foglie, germogli e rametti, che strappa dai cespugli e dai rami bassi degli alberi, talvolta anche di cortecce e di radici e, nella stagione piovosa, di erba. I vari individui si mostrano alquanto legati alle rispettive aree di pascolo, nelle quali depositano gli escrementi sempre negli stessi punti, fino a formare dei grandi mucchi, ma queste aree non sono difese come veri e propri territori e possono sovrapporsi ampiamente con quelle di altri individui; come conseguenza, anche se la maggior parte degli adulti ha carattere solitario, non è raro l'incontro di alcuni di essi sul medesimo pascolo, dove possono restare in compagnia per periodi variabili da poche ore ad alcuni giorni. Questa tolleranza, che talvolta giunge fino al contatto fisico, con grattamenti reciproci, lisciamenti, ecc., è però mostrata solo nei confronti di determinati individui, per così dire vicini di casa, fra i quali vi è probabilmente una conoscenza personale; ma se un rinoceronte proviene da lontano viene trattato come un estraneo, accostato in atteggiamento di sospetto, minacciato e perfino attaccato; la carica viene effettuata con la testa abbassata e il corno proteso contro l'avversario; questo in genere non reagisce aggressivamente, ma schiva i colpi e finisce con l'allontanarsi. L'aggressività del rinoceronte nero è tuttavia stata esagerata nei racconti degli esploratori e dei cacciatori e sebbene l'animale, molestato, sia piuttosto propenso ad attaccare anche l'uomo, pare che le sue cariche siano essenzialmente intimidatorie, arrestandosi di norma a qualche distanza dal disturbatore, e gli incidenti mortali documentati con certezza sono molto rari. Le femmine convivono normalmente con l'unico piccolo, che difendono attivamente dai predatori o dai maschi adulti, ma che scacciano all'epoca del parto successivo; i giovani allora vagano su ampie aree e finiscono con l'aggregarsi ad altre femmine, che ne tollerano la presenza più dei maschi adulti, o ad altri giovani. Il rinoceronte nero è attivo quasi esclusivamente di notte, quando si nutre, e trascorre il giorno, specie le ore più calde, sdraiato all'ombra o al sole. Il bagno di fango è un'attività frequente nel pomeriggio. L'acuità visiva del rinoceronte nero pare piuttosto limitata, ma è compensata da un ottimo udito e da un ottimo olfatto. I rinoceronti neri si riconoscono fra loro probabilmente attraverso l'olfatto e in particolare attraverso l'odore dei rispettivi escrementi, che oltre a caratterizzare l'area di pascolo di ogni individuo caratterizzano l'individuo stesso; infatti con una certa regolarità i rinoceronti, dopo aver accuratamente annusato i propri escrementi e averli toccati con il corno anteriore, ci si sdraiano sopra, imbrattandosi con essi l'addome e le zampe; in tal modo portano perennemente con sé, e lasciano sul terreno, il proprio odore. I rinoceronti neri comunicano anche per mezzo di vocalizzazioni, in genere flebili, fra adulti, ma assai acute nel richiamo di soccorso dei piccoli minacciati, che fanno accorrere non solo le madri ma anche gli altri adulti vicini. Infatti, sebbene le grandi dimensioni e le temibili corna rendano gli adulti praticamente inattaccabili da qualsiasi predatore, i giovani sono spesso insidiati dai leoni e dalle iene, che talvolta riescono a catturarli. Caratteristici simbionti del rinoceronte nero sono le bufaghe e gli aironi guardabuoi, le prime sempre aggrappate al dorso dei pachidermi in cerca di parassiti, e valide sentinelle in caso di pericolo, gli altri ospiti più opportunisti che, seppure talvolta liberano i rinoceronti da qualche parassita, lo seguono essenzialmente per approfittare degli insetti e di altri piccoli animali messi in agitazione dal rinoceronte stesso durante i suoi spostamenti. Il rinoceronte nero non forma gruppi familiari, se non quelli costituiti da una femmina con il suo piccolo; il sistema riproduttivo è poliandrico e poliginico al tempo stesso, cioè sia i maschi sia le femmine si accoppiano, durante tutto l'anno, con diversi individui del sesso opposto; i maschi lottano però per il possesso di una femmina in calore, che si allontanerà con il vincitore; durante il corteggiamento il maschio segue la femmina, saggiandone di tanto in tanto l'urina, fino a che essa sarà disposta all'accoppiamento; il legame della coppia ha una durata molto variabile, da poche ore ad alcuni giorni, dopo di che i partner si separano. Il piccolo viene partorito dopo una gestazione di 15-16 mesi e già un mese dopo il parto la femmina è nuovamente recettiva anche se, apparentemente, non feconda; infatti, in natura, le femmine partoriscono ogni quattro anni circa.

Etologia: i comportamenti del rinoceronte bianco

Il rinoceronte bianco è più sociale del rinoceronte nero e in genere vive in piccoli branchi familiari costituiti da un maschio adulto, da alcune femmine e dai loro figli; occasionalmente si formano branchi più numerosi, mentre alcuni individui possono vivere in solitudine. Di indole generalmente mite e più proclive alla fuga che all'attacco, i maschi sono tuttavia molto aggressivi fra loro in presenza di femmine in calore e ingaggiano combattimenti che talvolta li portano a infliggere o a ricevere ferite mortali. Anche i figli maschi, una volta raggiunta la maturità sessuale, sono aggrediti e scacciati dal branco. I singoli gruppi vivono in aree di pascolo ricche di piante erbacee, il loro principale alimento, e di acqua; nella stagione secca i rinoceronti bianchi si spostano in zone più umide. Nelle aree di pascolo vengono depositati escrementi in punti determinati, fino a formare grandi cumuli di feci il cui odore contraddistingue una particolare area e il particolare gruppo che vi abita, analogamente a quanto avviene per il rinoceronte nero. Mentre defeca, il rinoceronte bianco aiuta lo spargimento degli escrementi calciandoli con le zampe posteriori, che ne restano così impregnate e lasciano tracce olfattive per l'area di pascolo. Il rinoceronte bianco è attivo essenzialmente nelle ore crepuscolari e notturne; nella stagione meno calda, tuttavia, l'attività incomincia più presto la sera e cessa più tardi nella mattina. Il bagno di fango è fatto tipicamente di mattina ed è un valido sistema per intrappolare i parassiti della pelle, che poi verranno eliminati con il fango secco quando il rinoceronte lo gratterà via strisciando i fianchi contro i tronchi degli alberi. Durante gli spostamenti, quasi costantemente il rinoceronte bianco è accompagnato da uno o più aironi guardabuoi, che si nutrono, presso le sue zampe, dei piccoli animali da esso disturbati. La gestazione dura da poco più di 18 a poco più di 19 mesi; alla nascita i piccoli pesano circa 60 kg; le madri li allattano per circa un anno, malgrado essi incomincino a pascolare già dopo pochi giorni. La maturità sessuale è raggiunta verso l'età di 5 anni nei maschi e di 3 anni nelle femmine.

Paleontologia

I primi rinoceronti comparsi nell'Eocene non presentavano corna, ma un grande sviluppo dei denti canini: dentatura completa ed eterodonte nelle forme primitive; omodonte nelle forme evolute. Gli arti, ben sviluppati, avevano 4 dita nelle zampe anteriori, 3 nelle posteriori; nel corso dell'evoluzione la zampa anteriore è diventata tridattila. Le forme fossili comprendono tre sottofamiglie principali: Iracodontini, Aminodontini e Rinocerini. Gli Iracodontini comprendono specie da alcuni autori considerate famiglie estintesi durante l'Eocene e l'Oligocene e vissute nell'America settentrionale e in Mongolia: i generi Hyrachius dell'Eocene medio, Triplodus dell'Eocene superiore e Hyracodon dell'Oligocene sono i più comuni allo stato fossile. Agli Aminodontini sono ascritte forme più grandi delle precedenti, con denti canini ampi e incisivi atrofizzati. Conducevano vita prevalentemente acquatica; avevano diffusione dall'America all'Asia: i due generi più noti sono: Metamynodon e Cadurcotherium, rispettivamente dell'Oligocene e dell'Oligocene superiore. I Rinocerini compaiono nell'America settentrionale durante l'Oligocene medio con Leptaceratherium con forme di notevole mole; sempre nell'Oligocene si diffonde nell'Asia centrale il Baluchitherium che, con i suoi 6 m di altezza è stato il più grande mammifero terrestre mai esistito; in Europa i rinoceronti compaiono molto più tardi (Miocene-Quaternario) con generi di notevoli dimensioni. Il genere Rhinoceros è comune in Europa dal Miocene e ci fornisce una ricca serie di specie fossili molto utili per la stratigrafia: Rhinoceros sansaniensis dell'Elveziano; Rhinoceros schleiermacheri del Pontico; Rhinoceros leptorhynus del Pliocene inferiore di Francia; Rhinoceros etruscus del Pliocene superiore della Val d'Arno; Rhinoceros mercki del Quaternario antico a fauna calda e infine Rhinoceros tichorhynus del Quaternario superiore a fauna fredda. Dall'Europa i rinoceronti passarono in Africa forse agli inizi del Quaternario.

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