Le Guerre puniche e l'espansione in Oriente

La seconda Guerra punica

Prima di iniziare un secondo conflitto con Cartagine, Roma conquistò la regione adriatica dell'Illiria (230-228 a.C.), riducendola a un piccolo principato e controllando così il canale d'Otranto. In seguito a un tentativo di incursione dei Galli, i Romani, affrontandoli, giunsero a occupare Mediolanum (Milano), affacciandosi sulla Pianura Padana (225 a.C.). Nel frattempo, espulsi dalle isole, i Cartaginesi si erano volti verso la Spagna, che fu conquistata tra il 237 e il 219 a.C. da Amilcare Barca e da suo figlio Annibale (al quale il padre aveva inculcato un profondo odio per i Romani). La decisione di Annibale di attaccare Sagunto, alleata di Roma, provocò nuovamente la guerra (218 a.C.). Prima che i Romani riuscissero a mandare un esercito in Spagna, Annibale invase l'Italia per via di terra, con una leggendaria traversata delle Alpi, cogliendo brillanti vittorie al Ticino (218), al Trasimeno (217) e soprattutto a Canne (216), ma senza riuscire a spaccare la confederazione romano-italica. Nel frattempo, un esercito romano comandato da Publio e Gneo Scipione impediva che dalla Spagna giungessero rinforzi ad Annibale, pressato dalla tattica temporeggiatrice (di logoramento) di Quinto Fabio Massimo, eletto dittatore, ma presto rimpiazzato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone che nel 216 ripresero il combattimento in campo aperto. Nello scontro di Canne, in Puglia, 30 000 dei 50 000 soldati romani rimasero uccisi; Annibale rimandò però la marcia verso Roma, che in breve tempo riuscì a riprendersi. Un esercito inviato in Sicilia espugnò Siracusa e la rese tributaria di Roma (211); un altro in Macedonia combatté contro Filippo V (prima Guerra macedonica) a scopo puramente difensivo (Pace di Fenice, 205 a.C.). Quando Asdrubale, fratello di Annibale, riuscì a portare in Italia un esercito dalla Spagna, fu sconfitto e ucciso al Metauro (207). Nel 206 Publio Cornelio Scipione (che sarà chiamato Scipione l'Africano dopo la vittoria), subentrato al comando dell'esercito romano in Spagna, colse una vittoria decisiva a Ilipa e invase l'Africa, costringendo Annibale ad abbandonare l'Italia. La vittoria di Scipione a Zama, nel 202, costrinse Cartagine alla resa, all'abbandono di tutti i possedimenti europei e della Numidia (che divenne indipendente sotto Massinissa, alleato di Roma), e al pagamento di una forte indennità di guerra.