Descrizione generale

Genere di Ominidi dell'ordine dei Primati istituito nel 1758 da Linneo, secondo il quale comprendeva la sola specie Homo sapiens. In base ai numerosi reperti fossili, oggi vengono distinte tre specie: Homo habilis, Homo erectus e Homo sapiens; alcuni studiosi, tuttavia, basandosi sulla continuità delle caratteristiche antropometriche e culturali ritengono valide solo due specie, Homo habilis e Homo sapiens, quest'ultima con diverse sottospecie. Concordi, invece, sono i criteri in base ai quali un reperto fossile viene attribuito al genere Homoe più genericamente alla sottofamiglia Homininae: per i caratteri anatomici hanno grande importanza forma, dimensioni e capacità del cranio che deve avere foro occipitale in posizione verticale, fronte sviluppata con faccia subverticale, volta alta e tondeggiante; la dentatura deve essere regolare, impostata su arcate mascellari ben arcuate, con denti piccoli e serrati, premolari e molari privi di cuspidi o creste, canini non rilevati; devono essere ben caratterizzati arti superiori e inferiori, con i primi più corti dei secondi e questi adatti alla stazione eretta permanente e al bipedismo, che richiedono un bacino largo, basso e appiattito; le dita dei piedi devono essere corte, allineate con l'alluce e incapaci di prensione, mentre quelle delle mani devono essere lunghe con segmenti ben proporzionati e articolati e pollice totalmente opponibile, così da formare degli “strumenti” forti ma in grado di eseguire movimenti fini e di precisione. I caratteri bio-fisiologici si riferiscono essenzialmente al cranio, il cui calco interno consente lo studio del processo di cefalizzazione: rispetto alle Australopitecine, almeno nei reperti più antichi, deve presentare circonvoluzioni più complesse, centri della parola (aree di Broca e di Wernicke) e aree del coordinamento psichico ben individuabili. Questo ultimo aspetto è fondamentale in quanto non appare sufficiente saper “costruire attrezzi” o “comunicare con suoni” per essere considerati appartenenti al genere Homo; è altresì importante, rispetto agli altri Ominidi, avere la capacità di trasmettere oralmente idee e insegnamenti sapendoli recepire e applicare, stabilendo relazioni interpersonali mediate da elaborazioni astratte di concetti e convenzioni.

Homo habilis

I più antichi reperti attribuiti a Homo habilis sono stati rinvenuti tutti in Africa orientale (Etiopia, Kenya, Tanzania) e nella Repubblica Sudafricana; finora nessun reperto è stato trovato fuori da queste aree. Gli Homo habilis sono stati fino a circa 1,5 milioni di anni fa coevi di forme arcaiche e moderne di Australopitecine, rispetto alle quali presentano una maggiore capacità cranica, fino a 890 cm3, (circa il 45% in più), sebbene sia presente un accentuato torus sovraorbitario, ma soprattutto circonvoluzioni encefaliche più complesse e notevole sviluppo dei centri di coordinamento psichico e della parola; gli scarsi resti ossei dello scheletro rivelano la capacità di una stazione eretta e di un bipedismo quasi perfetti, anche se gli arti superiori sembrano ancora piuttosto lunghi; non se ne trovano più tracce dopo 1,5 milioni di anni fa.

Homo erectus

La specie Homo erectus viene caratterizzandosi a partire da circa 2 milioni di anni fa: tipico di questi Ominidi è il progressivo e relativamente rapido aumento della capacità cranica, che nelle forme più recenti raggiunge i 1200 cm3; da ciò alcuni studiosi ritengono che si possa parlare di più tipi, alcuni dei quali (per esempio in Cina, dove venne scoperto il noto Sinantropo, in Indonesia, in cui si caratterizzarono i Pitecantropi, e in Europa) con caratteri di vere sottospecie. In tutti gli Homo erectus sono ancora presenti sia il torus sovraorbitario sia il torus occipitale; la faccia è larga, leggermente prognata con mento sfuggente; lo scheletro è del tutto simile a quello dell'uomo moderno, anche se l'altezza massima non supera i 160 cm; le circonvoluzioni encefaliche differiscono di poco, solo nell'area frontale, rispetto a quelle dei successivi Homo sapiens. I reperti si trovano in aree a volte ricche di tracce di accampamenti più o meno vasti (come quello vicino a Isernia); dai resti dei pasti si deduce che i gruppi, più o meno numerosi, erano dediti alla raccolta e alla caccia anche di grossi animali, il che fa presumere che dovesse essere in atto sia una divisione del lavoro tra uomo e donna, sia una certa organizzazione sociale necessaria per la cattura e l'abbattimento di grandi prede. Comparsi inizialmente in Africa orientale (Kenya, Tanzania, Etiopia) gli Homo erectus si diffusero in Africa meridionale (reperti di Broken Hill, Saldhana, Swartkrans) e centro-settentrionale (Chad, Salé, Rabat, Melka-Konturé, Ternifine) e contemporaneamente in Asia (Dali, Chou-kou-tien, Yuanmou, Lantian, Chenjiawo, Mexian, Narmada, Modjokerto, Hathnora, Azich, Teshik-Tash, Solo, Trinil, Djetis, Tabun, Amud, Múgareth-el-Zuttiyeh, Shanidar, Qafzeh, Oman, Skhul) e in Europa (Petralona, Tautavel, Montmaurin, Lazaret, Fontéchévade, La Chaise, Atapuerca, Bañolas, Notarchirico, Venosa, Belvedere di Montepoggiolo, Castel di Guido, Grotta del Principe, Visogliano, Terra Amata, Vertesszöllos, Steinheim, Bilzinsgleben, Biache Saint-Vaast, Swanscombe).

Homo sapiens

L'Homo sapiens compare, nelle sue forme più arcaiche, quando ancora erano presenti gruppi di Homo erectus. In Africa sono presenti i reperti più antichi (Omo, Ngaloba, Laetoli, Kanjera, Border Cave, Djebel Irhaoud) risalenti a oltre 200.000 anni fa; questi possono essere uniti alle forme più arcaiche europee (Ehringsdorf, Krapina, Saccopastore, Ganovice, Vindja), del Nordafrica (Ateriani) e della Palestina (Skhul, Qafzeh) attribuite a un periodo fra 150.000 e 80.000 anni fa. Per altri studiosi, le non poche affinità morfologiche e la continuità “culturale” con l'Homo erectus ha fatto ipotizzare l'unicità della specie Homo sapiens con tre sottospecie (Homo sapiens erectus, Homo sapiens neandertalensis, Homo sapiens sapiens) e numerose forme locali. Dalla fusione di ceppi diversi ebbero comunque origine, durante il glaciale Würm, due sottospecie ben caratterizzate: i cromagnonoidi (Homo sapiens sapiens) e i neandertaliani (Homo sapiens neandertalensis); in comune queste hanno l'architettura anatomica e la grande capacità cranica; si differenziano per una maggior robustezza e arcaicità del cranio e dello scheletro dei neandertaliani e per il fatto che questi ultimi conservarono quasi inalterati il modo di vivere e la produzione di arnesi di pietra.

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