Modigliani, Amedèo

Indice

I primi anni

Pittore e scultore italiano (Livorno 1884-Parigi 1920). Interrotti gli studi di orientamento classico per motivi di salute, si volse alla pittura studiando con G. Micheli (un allievo di G. Fattori) e frequentando poi le accademie artistiche di Firenze (dove fu iscritto fino al maggio del 1902) e di Venezia (frequentata dal 1903 al 1905). Gli anni di studio a Venezia furono importanti per le aperture culturali dell'artista, che era passato da una formazione accademica ancora legata alle gloriose esperienze dei macchiaioli a un ambiente impregnato di cultura e di novità internazionali quale era Venezia nel movimentato clima delle sue Biennali d'arte. Già durante il soggiorno veneziano Modigliani si dedicava all'esecuzione di numerosi disegni di ritratti e di nudi femminili; del 1905 è un ritratto (disegno) fatto all'amico F. Mauroner, un tecnico e un teorico dell'incisione all'acquaforte.

L'influsso francese

Nel 1906 si recò a Parigi, dove frequentò per un certo periodo i corsi dell'Accademia privata Colarossi. I suoi interessi verso l'arte francese furono dapprima assorbiti dalla grafica mordente e spietata di Toulouse-Lautrec (attraverso il quale Modigliani approdò a Beardsley e a Steinlen); si volse quindi a Cézanne e ai fauves, assimilando da questi ultimi quel rapporto linea-colore che affiora non soltanto nella sua opera pittorica ma anche, nella concezione del colore plastico, nella sua scultura. Gli ambienti vivacissimi di Montmartre prima e di Montparnasse poi, gli incontri con la schiera cosmopolita che fu all'origine della prima Scuola di Parigi, composta di individualità tanto autentiche quanto diverse (il bulgaro Pascin, il russo Chagall, il polacco Kisling, il lituano Soutine, il giapponese Fujita), le scoperte della scultura negra (e anche delle stampe giapponesi), i contatti con Brâncuṣi e con Lipchitz, i riconoscimenti del suo primo collezionista Paul Alexandre (di cui eseguì vari ritratti, a cominciare dal 1909), le mostre al Salon des Indépendants nel 1908 e a quello d'Automne nel 1912; le relazioni sentimentali con la scrittrice inglese Beatrice Hastings e più tardi con Jeanne Hebuterne (che si uccise il giorno dopo la sua morte) furono avvenimenti che coinvolsero e l'artista e l'uomo: intelligente e acuto ricercatore il primo, fragile e ammalato il secondo, tuttavia non facilmente arrendevole (ne fanno fede il suo ritorno nel 1909 a Livorno e il suo definitivo rientro a Parigi).

Prove di scultura

Depurato dalle suggestioni letterarie (importante in questo senso fu la biografia curata dalla figlia dell'artista, Jeanne), Modigliani appare il più dotato tra gli artisti italiani in “trasferta culturale” a Parigi e il più preparato a cogliere, tra le diverse tendenze, quella che sentì più urgentemente necessaria a definire il proprio inconfondibile stile. Praticò la scultura (ancor prima di conoscere Brâncuṣi) per “castigare” la tavolozza, per ridurre cioè all'essenziale gli effetti cromatici; disegnò moltissimo per trarre dalla modulazione della linea sinuosa e continua quei valori plastici ed espressivi della composizione formale la cui resa si evidenziava senza l'ausilio del colore e al di là della terza dimensione (se si vuole le sue Cariatidi possono essere viste anche come forme bidimensionali); dipinse nudi femminili e ritratti, perché essenza espressiva della immagine, indagata e colta nelle più complesse apparenze dell'iconografia tradizionale. Forse proprio nell'approfondimento e nella resa stilistica dell'immagine nelle sue implicazioni psicologiche e nei suoi affanni quotidiani l'artista ricercò, al di fuori di ogni teorizzazione o dottrina di gruppo, un disperato valore di esistenza e una sua poetica dell'arte. Se gli ultimi tre anni di vita (1917-20) furono i più sofferti della sua disordinata esistenza, Modigliani concepì e realizzò proprio in questo suo ultimo tempo le opere maggiori della sua arte personalissima (Ritratto di L. Zborowski, San Paolo, Museu de Arte; Ritratto di Soutine, Parigi, collezione privata; Ritratto di Kisling, Milano, collezione privata; Ritratto di Jeanne Hebuterne, New York, Guggenheim Museum; Nudo sdraiato, New York, Museum of Modern Art).

G. Scheiwiller, Amedeo Modigliani, Milano, 1950; P. Descargues, Modigliani, Parigi, 1951; E. Carli, Modigliani, Roma, 1952; P. D'Ancona, Modigliani, Chagall, Soutine, Pascin: aspetti dell'Espressionismo, Milano, 1952; J. L. Lipichtz, Amedeo Modigliani, Parigi, 1954; A. Pfannistiel, Modigliani, Milano, 1957; U. Ceroni, Modigliani, Milano, 1958-70; J. Modigliani, Modigliani senza leggenda, Firenze, 1958-59; F. Russoli, Modigliani, Milano, 1958; N. Ponente, Modigliani, Firenze, 1969; C. Fuserio, Il romanzo di Modigliani, Milano, 1991; M. Secrest, Modigliani. L’uomo e il mito, Milano, 2012; J.-M. Bouhours (a cura di), Modigliani et ses amis. Parigi 1906-1920, Milano-Paris, 2014; J.-M. Bouhours (a cura di), Modigliani e la bohème di Parigi, Milano-Paris-Torino, 2015; L. Lecci (a cura di), Modigliani, dal vero. Testimonianze inedite e rare raccolte e annotate da Enzo Maiolino, Genova, 2016; F. Poli (a cura di), Amedeo Modigliani: una vita per l'arte, Milano, 2018; A. Salmon, Amedeo Modigliani: vita e passione, Roma, 2020.

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