Piazza Armerina

Indice

comune del Libero Consorzio Comunale di Enna (32 km), 697 m s.m., 303,04 km², 20.842 ab. (piazzesi o armerini), patrono: Madonna delle Vittorie (15 agosto).

Generalità

Cittadina dei monti Erei, situata sullo spartiacque tra i bacini dei fiumi Simeto e Gela; sorge su tre colli in una zona ricca di boschi di eucalipti e pini. La presenza della villa romana del Casale, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, fa di Piazza Armerina uno dei siti archeologici più interessanti della Sicilia. È sede vescovile.

Storia

Antica città (sec. VIII-VII a. C.) forse fondata da Gela, fu greca, romana, bizantina e araba, finché nel sec. XI fu conquistata dai Normanni di Ruggero I, che vi insediò una colonia di Lombardi (della cui lingua si conservano ancora oggi tracce nel dialetto locale). Distrutta nel 1161 da Guglielmo I il Malo (in un periodo di forti contrasti fra le etnie arabe, ancora presenti nei casali, e i nuovi conquistatori) e poi ricostruita (1163) a un paio di miglia dal luogo originario, fu sede, con Federico II d'Aragona, dei Comizi Generali della corte (1296). Nel sec. XV divenne città demaniale. “Armerina” fu aggiunto al nome nel 1862 per la vicinanza con l'omonimo monte.

Arte

L'abitato è dominato dalla mole del castello aragonese (fine sec. XIV), a pianta quadrata e con massicci torrioni quadrati agli angoli. Il duomo fu ricostruito, su progetto di O. Torriani, all'inizio del sec. XVII inglobando i resti della primitiva chiesa quattrocentesca, fra cui il campanile; tra le opere d'arte (sec. XVI-XVII) che vi sono custodite spiccano un Crocifisso su tavola, dipinto su entrambe le facce, del cosiddetto Maestro della Croce di Piazza Armerina (1485), una custodia d'argento sbalzato (1625) che contiene una Madonna delle Vittorie bizantineggiante e la tela dell'Assunta (1612) di Filippo Paladino. La chiesa di San Pietro (sec. XVI), di stile tardorinascimentale, all'interno è impreziosita da un soffitto in legno settecentesco e da sculture gaginesche, mentre la chiesa di Sant'Andrea (tardo sec. XI), a croce egizia, conserva affreschi dei sec. XII-XIII. Nella Biblioteca Comunale è conservato il Libro dei privilegi concessi dai re di Sicilia dal Trecento fino alla metà del Settecento; annesso alla biblioteca è l'antiquarium, che ospita oggetti in bronzo e terracotta e una raccolta d'armi (fucili della prima guerra mondiale e spade).

Economia

L'agricoltura produce uva, olive, mandorle, nocciole, cereali e foraggi. È rilevante l'allevamento bovino e ovino. L'industria è presente nei settori metalmeccanico, cartario, alimentare, dei materiali da costruzione (laterizi), della produzione di energia elettrica, dell'abbigliamento e della lavorazione del legno. Risorsa notevole è il turismo, favorito dal ricco patrimonio artistico e archeologico.

Curiosità e dintorni

In occasione della festa patronale si svolge il Palio dei Normanni, rievocazione storica della conquista della città da parte del conte Ruggero I d'Altavilla nel 1062. Parte del territorio comunale è compreso nel Parco Minerario Floristella-Grottacalda, vasto complesso di archeologia industriale: vi si trovano le strutture e le apparecchiature un tempo utilizzate per l'estrazione dello zolfo. Nei dintorni di Piazza Armerina, a S dell'abitato, sorge la grandiosa villa tardoromana del Casale (forse sec. II e poi ingrandita tra la fine del sec. III e gli inizi del sec. IV e trasformata in villa di campagna), riportata alla luce a partire dal 1929. Appare superata l'ipotesi che riteneva l'imperatore Massimiano proprietario della villa, appartenuta certamente a una ricca famiglia senatoria. La villa fu devastata probabilmente dai Vandali e dai Visigoti, ma continuò a essere abitata in età bizantina e araba e fino alla prima età normanna. Essa rappresenta un monumento eccezionale, oltre che per la varietà e la complessità della sua struttura, per gli splendidi mosaici pavimentali, che costituiscono il più vasto complesso musivo di età romana esistente in Italia (3500 m²). I mosaici, a motivi decorativi (nel peristilio) e figurati con scene di caccia, di danza, di circo e mitologiche (sala della Piccola Caccia, corridoio della Grande Caccia, sala delle Dieci Ragazze, sala di Orfeo, mosaico delle fatiche di Ercole), sono attribuibili, per gli accorgimenti tecnici e lo stile, a maestranze africane, che vi lavorarono attorno al 310-320.

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