(Eswatini; eSwatini; Umbuso weSwatini; Kingdom of Eswatini). Stato dell'Africa meridionale (17.363 km²). Capitale: Mbabane. Divisione amministrativa: distretti (4). Popolazione: 1.093.238 ab. (2017). Lingua: inglese e siSwati (ufficiali). Religione: protestanti 35%, cattolici 25%, musulmani 1%, animisti/credenze tradizionali 30%, altri 9%. Unità monetaria: lilangeni (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,588 (144° posto). Confini: Sudafrica (N, S, E, W), Mozambico (NE). Membro di: COMESA, Commonwealth, ONU, SACU, SADC, UA e WTO.

Generalità

Eswatini (fino al 2018 conosciuto come Swaziland, o Ngwane secondo il nome adottato dall'indipendenza, il 6 settembre 1968, ma poco in uso) è uno dei più piccoli Stati del continente ed è situato sul margine orientale della Repubblica del Sudafrica, tra il Transvaal e il Natal, confinando per un lungo tratto con il Mozambico. Privo di sbocco al mare, in precedenza era protettorato britannico. Il Paese ospita, caso non frequente in Africa, un gruppo etnico unitario retto da un'antica monarchia; avvantaggiato altresì dal clima e ricco di risorse naturali, è il più favorito tra i Paesi che gravitano nell'area del Sudafrica con la quale tuttavia il piccolo Stato ha legami assai stretti anche dal punto di vista economico.

Lo Stato

In base alla Costituzione del 1978, modificata in senso più democratico nel 2006, Eswatini è una monarchia. Il potere esecutivo è esercitato dal re, capo dello Stato, e dal primo ministro, capo del governo, affiancati da un Gabinetto di nomina regia. Il potere legislativo è affidato al Parlamento, composto dal Senato e dall'Assemblea, i cui membri sono in parte nominati dal sovrano e le cui funzioni sono soprattutto consultive. L'amministrazione della giustizia procede su una duplice base, una con il suo fondamento nel diritto europeo continentale, l'altra che affonda le sue radici nelle tradizioni nazionali ed è competente solo in determinate materie riguardanti i cittadini di etnia swazi. L'amministrazione della giustizia, in tutti gli altri casi, è affidata all'Alta corte e a una Corte d'appello (a Mbabane). È in vigore la pena di morte, ma le esecuzioni non hanno luogo dal 1983. Il Paese è munito di esercito e il servizio di leva, obbligatorio, dura 2 anni. Il sistema scolastico di Eswatini non prevede istruzione obbligatoria. L'insegnamento primario ha una durata di 6 anni, in seguito ai quali è possibile accedere all'istruzione secondaria, impartita nelle high school e della durata di 5 anni. L'istruzione tecnica e professionale viene impartita in scuole triennali e quadriennali cui si accede al termine della scuola primaria. In base a una stima del 2007, la percentuale di analfabeti era del 16,2%. L'istruzione superiore viene impartita nell'Università di Eswatini con sede a Luyengo e Kwaluseni.

Territorio: geografia fisica

Il territorio di Eswatini corrisponde strutturalmente alla scarpata orientale degli antichi altopiani sudafricani, costituiti per gran parte da scisti e da graniti dell'era archeozoica, e si presenta come una successione di tre principali fasce pressoché parallele ben definite, non solo per ragioni morfologiche, ma anche climatiche, floristiche ed economiche. La sezione occidentale corrisponde al cosiddetto Highveld (in lingua siSwati Inkangala) o “distesa d'alta quota”, situata a un'altitudine media di 1200 m, fra montagne aspre dalle pendici spesso scoscese e dai pascoli magri; piuttosto piovosa e fortemente intaccata dall'erosione, è tuttavia sfruttabile e ora utilizzata per il rimboschimento. Da questa regione di alteterre, prevalentemente pastorale e forestale, si trapassa gradatamente nel Middleveld (o Ngwane), posto a ca. 700 m di quota, una zona collinare con media piovosità che ben si presta alle piantagioni e alle colture in genere e quindi densamente popolata; a E il Lowveld (Ihlanze), di bassa quota (150-300 m), ricoperto da savane, dove la scarsità delle piogge non esclude ricchi pascoli e un terreno molto fertile. Al margine orientale del Lowveld s'innalza improvvisa la scarpata rocciosa dei monti Lebombo, alta in media 700 m. § Tutti i corsi d'acqua di Eswatini sono tributari dell'Oceano Indiano; i principali (Mbuluzi, Usutu ecc.) scendono ricchi d'acqua dai rilievi del Transvaal orientale e dopo aver attraversato il Paese in tutta la sua larghezza e solcato con profonde gole i monti Lebombo, percorrono l'ultimo tratto in territorio mozambicano. § Il clima è temperato dall'altitudine (a Mbabane, posta a 1163 m, la media di gennaio è di 20 ºC, quella di luglio, il mese più freddo, di 12,4 ºC), ma d'estate le temperature sono spesso eccessive nel Lowveld. Le precipitazioni, dovute all'apporto dei venti umidi dell'Oceano Indiano, sono concentrate nell'estate australe, tra ottobre e marzo; non di rado scendono sotto forma di violenti acquazzoni. Le quantità massime si registrano nelle zone più alte dello Highveld (1000-2300 mm) più esposto ai venti orientali, quelle minime nel Lowveld (500-700 mm), riparato verso E dalla catena dei Lebombo.

Territorio: geografia umana

La popolazione di Eswatini è costituita quasi esclusivamente dagli swazi (82,3%); gli zulu (9,6%) formano il secondo gruppo etnico, anche se fortemente minoritario rispetto agli swazi. Altra minoranza rappresentata è quella degli tsonga (2,3%); gli altri gruppi sono complessivamente il 5,8%. Verso il 1850 cominciarono a giungere nel Paese i primi coloni bianchi, soprattutto rappresentati dai boeri, che diedero avvio a una fattiva occupazione e coltivazione dei territori avuti in concessione (oltre ai quali ebbero molteplici diritti di sfruttamento delle risorse minerarie e forestali). Redditizie attività di piantagione si affiancarono all'agricoltura e all'allevamento tradizionali. La popolazione è soggetta a un incremento demografico altissimo: dai 180.000 ab. del 1946 è salita a 375.000 ab. nel 1966,  a 823.000 ab. nel 1992, registrando nel periodo 1988-92 un aumento annuo del 2,7%. Attualmente la popolazione ha superato il milione di abitanti, e l’incremento annuo tra il 2015 e il 2020 è stato dll’1,8%. La struttura della popolazione è estremamente giovane; il 34,4% degli abitanti ha un 'età inferiore ai 15 anni. L'alto tasso di crescita della popolazione implica, inoltre, un'elevata offerta di manodopera che non può essere soddisfatta: questo spiega i notevoli movimenti migratori tra Eswatini e la Repubblica Sudafricana. La densità media è di 62,96 ab./km²; le aree più popolate sono quelle del Middleveld centrale e meridionale. La popolazione urbana è pari quasi a un quarto degli abitanti (nel 2017 era il 23,6%), cifra che mostra una tendenza alla crescita dovuta all'abbandono delle campagne e della tradizionale vita di clan. Il villaggio tipico più diffuso è costituito da un nucleo di capanne dislocate in circolo intorno al recinto del bestiame (kraal). I maggiori centri, Mbabane, la capitale, e Manzini, principale centro economico, non superano i 100.000 ab. Le cittadine minori, sorte in genere in dipendenza delle attività economiche dei bianchi, si aggirano su poche decine di migliaia di ab. e svolgono per lo più funzioni commerciali e amministrative puramente locali. Alcune di esse hanno avuto notevole impulso dal turismo.

Territorio: ambiente

In rapporto agli alti valori della piovosità, l'agricoltura è quasi ovunque possibile; la sua espansione ha tuttavia notevolmente ridotto la copertura vegetale spontanea, rappresentata però da un fitto ammanto forestale nella valle dell'Usutu, ma con prevalenza di distese savaniche. Dopo oltre 70 anni di assenza il rinoceronte bianco è stato reintrodotto nel Paese assieme all'elefante e al leone, anch'essi estinti da questi luoghi. Il 3,1% della superficie è costituita da aree protette, che sono rifugio per molti animali tra cui varie specie di selvaggina e centinaia di varietà di uccelli come cicogne, ibis sacro e aironi. La continua crescita demografica, che crea una maggiore domanda di risorse e di prodotti alimentari, ha causato nel corso degli anni un progressivo aumento dell'erosione del suolo e dell'inquinamento delle acque potabili. Inoltre il bracconaggio costituisce un grave problema per numerosi animali minacciati dall'estinzione.

Economia

Eswatini è un Paese relativamente ben dotato di risorse: è favorito dal clima, specie per quanto riguarda le precipitazioni, che in quasi tutto il territorio sono sufficienti alle necessità agricole; inoltre può contare su discreti giacimenti minerari. Una piaga per il Paese è la diffusione dell'AIDS: oltre il 27% degli adulti ne è afflitta, percentuale che porta Eswatini ai primi posti nella triste classifica mondiale di diffusione del morbo. Il PIL, nel 2018, era di 4.679 ml di $ USA, mentre il PIL pro capite, di 4.250 $ USA, è superiore a quello di parecchi altri Stati africani. La sue economia dipende però fortemente dal Sudafrica e dalle rimesse degli emigrati. § Per quanto concerne l'agricoltura (arativo e colture arborescenti coprivano nel 2015 il 10,51% del territorio nazionale), le abbondanti piogge consentono un alto rendimento alle piantagioni, gestite soprattutto dai bianchi residenti nel Paese e i cui prodotti vengono per la maggior parte esportati (la canna da zucchero, voce fondamentale dell'economia di Eswatini, il cotone e il tabacco). All'attività di piantagione si contrappone l'agricoltura povera, di mera sussistenza, che riguarda gran parte della popolazione. Al consumo interno sono destinati i cereali – mais soprattutto, quindi sorgo e riso – seguiti dalle patate dolci, da numerosi prodotti orticoli (legumi, patate, pomodori) e frutticoli. § Lo sfruttamento forestale (le foreste occupano ca. il 32,4% del territorio) fornisce annualmente un buon quantitativo di legname, in parte lavorato localmente, in parte avviato all'esportazione. § Un'attività tipicamente swazi è l'allevamento del bestiame, che è favorito dalla grande estensione di prati e pascoli permanenti, ma che è ancora ben lungi dall'essere pienamente valorizzato da adeguate tecniche produttive; prevalgono i bovini, seguiti dai caprini e dai volatili da cortile. § Le industrie (tessili, alimentari e meccaniche) sono concentrate a Matsapa e Nhlangano. Prevale nettamente l'attività di trasformazione dei prodotti agricoli, zootecnici e forestali. § Considerevoli, come si è detto, sono le risorse minerarie, che comprendono stagno, oro, diamanti, carbone e soprattutto amianto (il giacimento di Havelock è tra i più grandi del mondo); l'attività estrattiva è però in gran parte controllata da aziende sudafricane. Modesta è la produzione di energia elettrica, in buona parte di origine idrica. § Il commercio si svolge eminentemente con il Sudafrica: esporta in prevalenza zucchero, polpa di legno, amianto, frutta fresca e inscatolata, mentre importa soprattutto macchinari e mezzi di trasporto, combustibili, prodotti industriali in genere. La bilancia commerciale denuncia un passivo piuttosto pesante, anche dovuto alla diminuzione dei prezzi e dei volumi dei prodotti tessili e dell'andamento negativo delle esportazioni dello zucchero. § La rete di vie di comunicazione, costruita durante in periodo di colonizzazione, è costituita da un'importante infrastruttura: la linea ferroviaria che dal centro minerario di Ngwenya, presso Mbabane, attraversa tutto il Paese, allacciandosi a Goba con la rete ferroviaria del Mozambico fino al porto di Maputo, naturale sbocco dello Swaziland sul mare; nel 1978 è stato completato un altro tronco ferroviario di 93 km, che si raccorda invece a Lavusima con le linee sudafricane e grazie al quale Eswatini ha accesso anche ai porti di Durban e di Richards Bay. Il complessivo sviluppo delle strade era di ca. 3600 km nel 2003. Il principale aeroporto è quello di Matsapa presso Manzini, ca. 40 km dalla capitale. § Il turismo è in netta crescita e il Paese ha sviluppato una buona capacità ricettiva.

Storia

Un vasto movimento migratorio svoltosi dall'Africa orientale verso l'Africa centrale e meridionale (i più indicano i sec. XV-XVI) portò il clan dei Nkosi-Dlamini, appartenente a una tribù bantu, agli inizi del sec. XIX a riunire intorno a sé un gruppo di tribù e a fondare un regno (1815) di cui fu riconosciuto capo Sobhuza I. Il figlio di questi, Mswati (1839-68), allargò ancora di più il regno paterno: da lui è derivato il nome di Swazi (gente di Mswati) e da questo, poi, quello di Swaziland (territorio degli Swazi), nome conservato dal Paese fino al 2018. Dopo avere battuto una prima volta gli Zulu (1836), Sobhuza I e Mswati si spostarono verso nord continuando a combattere con sorti alterne contro i nemici tradizionali. La pace fu raggiunta mercé la mediazione dell'agente britannico al Natal, Theophilus Shepstone. Altro accordo fu stipulato da Mswati con i Boeri del Transvaal, cui cedette parte dei suoi territori settentrionali. Sotto re Mbandzeni (1875-89) cominciò l'assedio degli Europei, specie Inglesi e Boeri, per ottenere concessioni di ogni genere (terre, miniere, foreste ecc.). Nel 1867 il Paese divenne ufficialmente protettorato britannico. Nella Convenzione di Pretoria (1881) e in quella di Londra (1884), Inghilterra e Transvaal riconobbero l'indipendenza dello Swaziland, ma di lì a poco il Transvaal cominciò ad avanzare pretese nell'intento di stabilire un corridoio per avere uno sbocco diretto sul mare. L'Inghilterra si oppose e fece accettare una sua proposta tendente a istituire una specie di governo misto anglo-boero (1890) per la durata di tre anni. Nel 1894, l'Inghilterra riconobbe al Transvaal il diritto di amministrare lo Swaziland con divieto però di incorporarlo: diritto rimasto in vigore sino al 1899 quando scoppiò la guerra anglo-boera. Nel 1903 l'Inghilterra assunse l'amministrazione diretta del Swaziland e lo incorporò nella colonia del Transvaal. Il 1º dicembre 1906, lo Swaziland passò sotto il controllo di un commissario della corona per i tre protettorati del Bechuanaland, Basutoland e Swaziland. L'anno successivo l'Inghilterra procedette alla riorganizzazione del Paese e alla revisione delle concessioni terriere e minerarie fatte agli Europei. Creata l'Unione Sudafricana (1910), il Swaziland rifiutò di entrarne a far parte; anche in seguito esso resistette alle pressioni degli Europei e del governo dell'Unione. Nel 1921, dopo una più che ventennale reggenza da parte della madre (era nato nel 1899), salì al trono il re (=Ngwenyama) Sobhuza II. Dopo la seconda guerra mondiale, l'Inghilterra dichiarò che non avrebbe trasferito il Swaziland all'Unione Sudafricana, la quale, al contrario, affermava di potere amministrare i tre protettorati britannici nel Sudafrica meglio dell'Inghilterra. Istituiti un Consiglio esecutivo e un Consiglio legislativo nel 1963, lo Swaziland conseguì la piena autonomia interna nell'aprile 1967 e quindi anche la piena sovranità esterna, nell'ambito del Commonwealth, il 6 settembre 1968. A cinque anni dall'indipendenza, Sobhuza II revocò la neonata Costituzione dello Swaziland, sospendendo l'attività dei partiti e assumendo pieni poteri (aprile 1973), e nel 1978 una seconda Costituzione sancì sostanzialmente l'involuzione assolutistica della monarchia. In seguito alla morte del sovrano (agosto 1982), assumeva la reggenza una delle sue vedove, la regina Dzeliwe, che un anno dopo era deposta e sostituita da un'altra vedova di Sobhuza, la regina Ntombi. Nel 1986 venne incoronato il nuovo re, Mswati III, che assunse la pienezza dei poteri il 19 aprile 1989, al compimento del ventunesimo anno di età. Il nuovo sovrano tese a rafforzare il proprio ruolo rispetto agli altri membri della famiglia reale, accentuando al contempo l'indirizzo fortemente autocratico del proprio potere anche contro l'opposizione popolare, soggetta sempre più ad azioni repressive, che non sono valse tuttavia a soffocare le pressioni per una gestione più democratica dello Stato. Queste sono state infine accolte dal re, il quale introdusse, nel 1992, un nuovo sistema elettorale che portò, nel settembre-ottobre 1993, alle prime elezioni libere. Il risultato delle consultazioni confermò il divario tra la popolazione e il governo che era sonoramente battuto, mentre il primo ministro uscente non era nemmeno rieletto in Parlamento. Il processo di democratizzazione, tuttavia, stentava ad affermarsi. Ancora nel 1996 (febbraio), i sindacati organizzarono una vasta mobilitazione cui aderiva la maggioranza della popolazione con il risultato di paralizzare il Paese, ma ottennero da Mswati III solo un'ennesima promessa per una futura completa liberalizzazione delle istituzioni. Virtualmente dipendente dal Sudafrica per le proprie attività economiche, lo Swaziland nel corso degli anni Ottanta perseguì una politica di dialogo e cooperazione con il potente vicino, consolidata in particolare da un patto segreto di non aggressione (1982). Cedendo alle pressioni dei Paesi vicini, riuniti a Maputo (Mozambico) nel luglio 1996, Mswati III annunciò l'istituzione di una Commissione per la revisione della Costituzione. Alla fine degli anni Novanta si diffuse contro il governo e la monarchia una radicale contestazione, che aprì un periodo di agitazioni: nel 2000 veniva proclamato per la prima volta nel Paese lo sciopero generale, ma nonostante questo l'anno seguente Mswati III limitava ulteriormente la libertà di stampa e di associazione politica. Con la nuova Costituzione del 2006, venivano riconosciute la libertà di riunione (a condizione che sia apartitica), di parola e la parità tra i sessi, ma allo stesso tempo venivano banditi tutti i partiti politici, aumentando il potere della monarchia assoluta. Il sovrano infatti è al di sopra della legge, non può essere citato in giudizio ed è esentato dal pagamento delle tasse. Nel settembre 2008 si svolgevano le elezioni per il rinnovo del parlamento, con candidati indipendenti, essendo vietati i partiti politici; Barnabas Sibusiso Dlamini diventava premier. Nel 2018 re Mswati III ha cambiato il nome del Paese, che da Swaziland è diventato Eswatini.

Cultura

La peculiarità di questo piccolo Stato è senz'altro il forte senso di identità dovuto a una monarchia di lunga tradizione. La famiglia allargata, come in altri Paesi africani, è intrinseca alla vita di ognuno. La poligamia è permessa ma non viene praticata spesso; seguendo infatti gli usi occidentali, molti la rifiutano e accettano il divorzio. L'artigianato, molto sviluppato, è specializzato soprattutto nella lavorazione del legno, dell'intreccio (stuoie, ceste), nel vasellame e nella gioielleria. L'abito tradizionale prevede colori vivaci; durante le feste i colori più usati sono il rosso, l'ocra e il rosa, si infilano tra i capelli molte piume sgargianti. La danza e la musica sono parte integrante della cultura: la danza chiamata sibhaca, eseguita dagli uomini, è molto ritmata e vigorosa. Le cerimonie hanno spesso valore religioso e sono molto sentite: la più importante, la cerimonia dell'Incwala, si tiene tra dicembre e gennaio. In questa occasione si festeggiano il nuovo anno e i primi frutti del raccolto, il re concede ai sudditi il diritto di usufruirne e si auspica l'arrivo delle piogge. Tra agosto e settembre si celebra la Umhlanga, un'importante cerimonia cui partecipano le ragazze non sposate. È una specie di ballo delle debuttanti per le giovani donne che potrebbero diventare spose del re; il sesto giorno viene eseguita una danza spettacolare, adornate, sulla testa, di grandi piume rosse. Il cibo è molto semplice e povero: con il mais, uno dei cereali più diffusi, si fa una specie di polenta che serve ad accompagnare stufati, spesso a base di verdure. Artigianalmente, con il sorgo o il mais, si fa una birra locale.

Bibliografia

B. Wiese, Swaziland - ein Neuer Afrikanischer Kleinstaat, in “Geographische Rundschau”, Braunschweig, 1970; A. J. Christopher, Southern Africa: an Historical Geography, Cambridge, 1977; N. Szabó, Swaziland Today and Tomorrow, Londra, 1983; A. R. Booth, Swaziland Tradition and Change in a Southern African Kingdom, Aldershot, 1984; H.P. Dlamini, A constitutional history of the Kingdom of Eswatini, Palsgrave Macmillan, 2019.

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora