La vita nelle oasi

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Intorno alla valle del Nilo si estende il deserto, la terra rossa patria del dio Seth. Sparse nella sabbia vi sono diverse oasi, abitate dalla preistoria. Lo stile di vita ricorda ancora quello del tempo dei faraoni.

Nel Deserto Libico, a ovest del Nilo, vi sono terre coltivabili. Dalla sabbia emergono cinque grandi oasi: Kharga, Dakhla, Farafra, Bahariya e Siwa. Qui, grazie alle correnti sotterranee, vi è sempre acqua; questo permise già dal tempo dei faraoni lo sviluppo di un'intensa agricoltura nella zona. La colonizzazione delle oasi cominciò dopo l'inizio della storia dell'Egitto, anche se la presenza egizia si fece notare già dall'Antico Regno (2686-2173 a.C.). Guarnigioni militari e gruppi di esploratori che desideravano accaparrarsi le ricchezze minerarie si mescolarono ai popoli nomadi che vivevano regolarmente nelle oasi e con le carovane dei mercanti che di solito passavano di lì. Benché vi siano resti dell'Antico Regno, le oasi cominciarono a popolarsi a partire dal Terzo Periodo Intermedio. Durante il Periodo Tolemaico vi furono innalzati templi e in epoca romana vi furono costruite fortezze per proteggere i prodotti e le persone. Esisteva anche un corpo di polizia, che agiva già al tempo dei faraoni. La fortezza di Ain Um Labakha, vicino all'oasi di Kharga, presenta torri rotonde ed è situata in una delle estremità della rotta carovaniera. Oltre alla notevole ricchezza commerciale, ai Romani interessava oltremodo lo sfruttamento agricolo di tutte queste oasi. L'oasi di Kharga è senza dubbio la più importante e la più vasta d'Egitto, con i suoi 185 km di lunghezza. Intorno alla fortezza vi erano abitazioni che la sabbia del deserto ha distrutto. L'oasi di Siwa è una delle più importanti del territorio egiziano: la zona infattiè ricca di minerali. Il sale era uno dei prodotti in cui gli abitanti delle oasi commerciavano all'epoca dei faraoni. Un racconto del Primo Periodo Intermedio, L'eloquente abitante dell'oasi, parla di un abitante dello Wadi el-Natrun, Khunanup, che si dirige verso la valle per commerciare con i prodotti delle oasi. Il sale era un elemento molto apprezzato dagli abitanti della valle del Nilo.

A partire dal Medio Regno, i faraoni compresero la necessità di mantenere il controllo di queste ricche zone. Lungo le rotte che andavano da sud e da ovest alla valle, le oasi erano punti di passaggio obbligati. Il faraone inviò funzionari per controllare le oasi e i prodotti che passavano di là. Furono costruite piccole città e fortezze, e anche tombe per i funzionari, che furono sepolti con ogni genere di lusso. Il dominio egizio si estese verso l'interno del Deserto Libico. Nelle oasi viveva una popolazione composta da nomadi autoctoni, egizi e nomadi libici. Attualmente tutte queste tribù mantengono un forte legame, parlano la lingua berbera e seguono tradizioni risalenti all'epoca dei faraoni. Le attività cui si dedicavano gli abitanti delle oasi erano il controllo delle carovane e il commercio. Altre tribù svolgevano le attività di polizia e riscuotevano imposte in cambio di protezione dalle tribù nomadi. Oltre alle tribù nomadi, nel deserto giravano molti ladri, che si sentivano tentati dai prodotti esotici che circolavano per le rotte carovaniere. Sesostri I (1971-1928 a.C.), faraone del Medio Regno, lottò per evitare che le tribù libiche invadessero le oasi. I prodotti con cui commerciavano gli abitanti delle oasi che scendevano fino alla valle erano sale, pelli di felini, minerali e avorio. In epoca romana alcune oasi, come quella di Kharga, divennero famose come luoghi strategici di vendita di schiavi. Ma il prodotto che distinse le oasi già all'epoca dei faraoni fu il vino. Erano rinomati i vini di Kharga e Dakhla e, anche se successivamente, nell'epoca islamica, la coltivazione della vite scomparve, negli ultimi tempi essa è stata introdotta di nuovo. Per spostarsi nel deserto e nelle oasi il miglior "mezzo" è il dromedario. Questo animale non è originario dell'Egitto; fu introdotto durante il regno del sovrano persiano Dario I (522-486 a.C.) e si adattò perfettamente alle condizioni climatiche del paese.