Il periodo "middle English" (XI-XV secolo)

In sintesi

Il periodo "middle English"La maggior parte della letteratura inglese medievale è debitrice di tematiche e mode francesi; sue caratteristiche principali sono: l'impersonalità, l'alterazione più o meno inconsapevole del testo, la riproduzione di storie e temi già noti, l'interesse per la dimensione spirituale, l'intento edificatorio. La letteratura del periodo è scritta in tre lingue: latino (lingua degli ecclesiastici), francese (lingua della corte e dei nobili introdotta dalla conquista normanna del 1066) e inglese. Il periodo tardo medievale è di transizione; i generi più diffusi oltre alla letteratura cortese, ormai in fase discendente, sono composizioni satiriche e scritti moralistici.
Generi letterariIl romance narra avventure cavalleresche in poesia o in prosa: nato per lo svago dell'aristocrazia, si ispira alle materie di Roma, di Francia, di Bretagna e d'Inghilterra. Il primo romance inglese è il Brut di Layamon (circa 1205) e il migliore Galvano e il cavaliere verde, anonimo, circa 1375. I lais sono brevi componimenti in versi, con riferimenti al folclore e frequenti elementi soprannaturali, diffusisi nel Quattrocento. I fabliau, brevi storie umoristiche, riflettevano il sentire e il modo di vita borghese.
PoesiaJohn Gower (circa 1330-1408) scrive in inglese, francese e latino i suoi poemi più famosi: Speculum meditantis, Vox clamantis e la raccolta di novelle in inglese Confessio amantis. William Langland (circa 1332-circa 1400) è l'autore dell'appassionato Pietro l'aratore, poema allegorico in metro allitterativo. John Wyclif è autore di una traduzione in inglese della Bibbia e di alcuni trattati e sermoni. Nel periodo tardo-medievale: Thomas Hoccleve (1368 circa-1430) e John Lydgate (circa 1370-1450), imitatori di Chaucer; John Skelton (circa 1460-1529), il migliore esponente della lirica religiosa.
ProsaL'unica opera notevole è I viaggi di Sir John Mandeville (1366-71). Per la prosa del tardo Medioevo, Sir Thomas Malory (?-1471), con la La morte di Artù (1470).
TeatroDalle prime rappresentazioni drammatiche di origine liturgica, per l'inserimento progressivo di elementi profani si arriva ai miracles, che hanno anche intenti di intrattenimento, e alle moralities, nelle quali i personaggi vengono sostituiti da astrazioni di vizi e virtù. Dei primi sono conservati quattro cicli di rappresentazioni (di Chester, di York, di Coventry e di Wakefield). Le due moralità più famose sono Il castello di Perseveranza (circa 1425) e Ognuno (circa 1485-95). Nel tardo Medioevo le rappresentazioni seguono tre filoni: quello dei masques di corte, quello dotto delle università e quello degli attori professionisti che si specializzano negli "interludi", spettacoli vicini alle tarde moralità. Il miglior autore di interludi è John Heywood (1497-1580): Il dialogo fra intelletto e follia (1532), La commedia dell'amore (1533) e I quattro P. (1544). Magnificenza (1516) di John Skelton è la prima morality scritta con intento secolare e non religioso.