Bhaja

località dell'India, nello Stato del Maharashtra, 30 km a ESE di Mumbai. È sede di uno dei più antichi complessi monastici rupestri del buddhismo databile, sul riferimento di elementi stilistici tipici dell'ultimo periodo dell'arte śuṅga, al sec. I a. C. Con le sue 18 grotte, carpentate come templi e monasteri costruiti, Bhaja si inserisce, all'alba dell'architettura buddhista, in quella geografia di fede costituita dai “territori delimitati” (avasa) in cui originariamente trovavano rifugio, prima in capanne e poi in grotte scavate nella roccia (vihāra), i monaci itineranti. Una delle maggiori testimonianze dell'arte dei Śuṅga è appunto l'architettura rupestre di caitya (navata-chiesa) e vihāra (celle per i monaci, poi anche refettorio) di Bhaja, alla quale poi si aggiungono quelle altrettanto celebri di Kārlā, Ajanta, Nasik, Bedsa, Kanheri, fino alle ultime documentazioni del periodo buddhista di Jogeshwar del sec. VIII. Già negli esempi di Bhaja il caitya presenta una struttura simile a quella della basilica cristiana: una navata centrale e due minori laterali colonnate; un'abside semicircolare che accoglie il simbolo culminante dell'estasi del Buddha, lo stūpa, commemorazione del Parinirvana. Interessante nella decorazione scultorea del vihāra e del caitya di Bhaja la presenza di raffigurazioni di divinità della fecondità (Yakṣī e Yakṣa), di Sūrya e di Indra (come nello stūpa di Bharhut, pure di epoca śuṅga), che il buddhismo nel suo sincretismo religioso aveva accolto già nei primi tempi della sua diffusione.

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