(Rijeka). Capoluogo della contea Primorje-Gorski Kotar (regione: Quarnaro, Croazia), 143.800 ab. (2001).

Generalità

Situata sul golfo omonimo, articolazione del Quarnaro, la città si è sviluppata lungo la costa ed è limitata a E dal fiume Eneo (o Fiumara; in serbo-croato, Rečina), che la separa da Sussak (Sušak), suo sobborgo orientale. In favorevole posizione alla convergenza di importanti vie di comunicazione provenienti dall'Istria, dal litorale dalmata e dalle città di Trieste, Lubiana e Zagabria, con cui è collegata per ferrovia. La città vecchia, fino al sec. XVIII cinta di mura, conserva una struttura urbana medievale (case alte e addossate in vie strette) anche se gli edifici sono tutti di epoca posteriore. Nel sec. XVIII si sviluppò al di fuori delle mura, tra la città vecchia e il mare e verso la Fiumara, con piano regolare. L'ampliamento urbano continuò anche nell'Ottocento, specie sulle colline dietro la città e oltre la Fiumara, in forme eclettiche e con vie ampie e regolari. Università.

Storia

Lo stanziamento nella regione di popolazioni celtiche e liburne precedette la fondazione nel sec. I d. C. di una fortificazione romana (Tarsatica), forse in seguito diventata municipio. La città subì incursioni slave, che vi si insediarono nel sec. VII e nel XIII fondarono un nuovo borgo chiamato Rijeka.. Dal sec. X la città fu sotto il dominio dei vescovi di Pola, poi dei signori di Duino, di Frangipane e di Walsee. Acquistata dagli Asburgo nel 1471, per i commerci nell'alto Adriatico entrò in conflitto con Venezia, che la devastò nel 1509 durante la guerra della Lega di Cambrai. La città rimase per i quattro secoli successivi sotto il dominio asburgico, interrotto solo dall'occupazione francese (1809-14) e dall'annessione croata (1848-70). Dichiarata porto franco nel 1717, nel 1779 fu annessa dall'imperatrice Maria Teresa all'Ungheria, di cui diventò unico porto marittimo conoscendo un forte sviluppo economico e urbanistico e una massiccia immigrazione ungherese e croata. Nella seconda metà dell'Ottocento, come tutto il resto della regione balcanica, la città conobbe il fermento nazionalistico e un acuto scontro si accese tra le comunità italiana, prevalentemente urbana, e quella slava maggioritaria nelle campagne. Tra gli italiani maturò una coscienza nazionale e si diffusero il movimento irredentistico e le richieste di annessione all'Italia. Agli inizi del Novecento si intensificò lo scontro tra slavi e italiani (tra cui particolarmente attiva fu l'associazione “Giovane Fiume”), che al termine della prima guerra mondiale culminò nella cosiddetta questione di Fiume, quando, attribuita alla Croazia, la città venne occupata da milizie italiane guidate da Gabriele D'Annunzio. Il 27 gennaio 1924, in base ai Patti di Roma, Fiume passò all'Italia e la Iugoslavia ottenne in cambio il sobborgo di Sušak, poi divenuto un notevole porto marino. I rapporti tra le comunità slava e italiana si deteriorarono ulteriormente per la politica di italianizzazione condotta dal regime fascista in Istria. Dopo la capitolazione dell'Italia nella seconda guerra mondiale (8 settembre 1943), Fiume venne occupata dai Tedeschi che deportarono la comunità ebraica. Il 3 maggio 1945 la città venne presa dai reparti partigiani di Tito, che attuarono una severissima rappresaglia contro gli italiani. Nei mesi successivi la città conobbe, come tutta l'Istria, il massiccio esodo della comunità italiana. Con il Trattato di Parigi del 1947 fu assegnata alla Iugoslavia, di cui fece parte fino al 1991, quando la Croazia dichiarò l'indipendenza da Belgrado.

Arte

La cattedrale dell'Assunta, originariamente medievale, ha subito rimaneggiamenti fino al 1824. Al sec. XVII risalgono il vecchio palazzo municipale e la chiesa di San Vito (1638-42), ispirata alla chiesa della Salute di Venezia. Al sec. XVIII risalgono la torre civica (rimaneggiata nel 1890), la chiesa di San Girolamo e la chiesa ortodossa serba di San Nicola. Del sec. XIX sono il Teatro nazionale (1883), l'ex palazzo del Municipio (1883), la sede della Biblioteca scientifica (1887), diversi edifici affacciati sulla Riva (palazzo Adria, l'ex hotel Europa, il palazzo della Croatia Lines). In un palazzo della fine del sec. XIX è ospitato il Museo Navale e Storico del Litorale Croato, con mobili, armi, reperti archeologici, dipinti, modelli di navi e costumi tradizionali.

Economia

La città è oggi il maggior porto della Croazia, con un commercio prevalentemente di transito verso l'Ungheria e l'interno della Croazia. Al movimento portuale danno consistente impulso le industrie della città (cantieristiche, meccaniche, chimiche, petrolchimiche, alimentari e del tabacco). Notevole è nel quadro economico il ruolo del terziario e soprattutto del turismo.

Curiosità e dintorni

Vanta una tradizione secolare il Carnevale, che si conclude con una sfilata di maschere tradizionali del litorale e dell'entroterra croato e internazionali. Sul colle Trsat, al culmine di una scalinata di 561 gradini (realizzata nel 1531), sorge il santuario della Beata Vergine (Gospa Trsatska). Risalente al sec. XV, conserva un'icona bizantina del 1367, raffigurante la Madonna col Bambino.

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