Gaza (città mediorientale)

Indice

(arabo Ghazzah; ebr. ʽAzzāh). Città della striscia di Gaza (378 km²; 1.416.539 ab., 2007), 479.400 ab. (stima 2005).

Generalità

Situata presso la costa del Mediterraneo nella cosiddetta striscia di Gaza, territorio ubicato geograficamente tra la penisola del Sinai e il deserto del Negev, affacciato a W al Mediterraneo e confinante a E con Israele. Storicamente una delle città più importanti del Mediterraneo orientale, ha svolto a lungo il ruolo di punto di sosta sulle più importanti rotte commerciali che collegavano l'Asia centrale e la Persia con l'Arabia Saudita, l'Egitto e l'Africa sub-sahariana. Oltre alla posizione geograficamente strategica, ciò che rendeva Gaza città particolarmente apprezzabile era il suo fiorente porto mercantile, che poteva contare su acque profonde in grado di fare attraccare anche navi di grande stazza. Fra i siti di maggiore interesse della città, sono da ricordare la Grande Moschea, la più grande e antica del Paese, ricavata dalla chiesa di S. Giovanni del sec. XII, distrutta durante la prima guerra mondiale e ricostruita nel 1925, la Cittadella di Napoleone, così chiamata dopo che Napoleone vi trascorse tre notti nel 1799 e la Chiesa di San Porfirio, principale punto di riferimento della piccola comunità cristiana di Gaza. La città è sede di quattro università: la Islamic University of Gaza (1978), la Al-Aqsa University (1991), la Al-Quds Open University (1991) e la Al-Azhar University (1992).

Storia

Passaggio strategico della Palestina sulla via dell'Egitto, Gaza fu centro della “provincia” egiziana di Canaan nei sec. XV-XIII a. C.; dopo il sec. XIII divenne una delle cinque città dei Filistei, rimanendo sempre indipendente da Israele. Espugnata dagli Assiri, divenne loro vassalla; passò poi sotto l'impero neo-babilonese e persiano e successivamente (IV sec. a. C.) nell'orbita del regno egiziano dei Tolomei. Centro di cultura ellenistica in epoca romana, conservò le sue prerogative anche sotto il dominio bizantino, fino al V sec., quando fu cristianizzata. Conquistata dagli arabi nel 634 d.C., divenne un importante centro musulmano. Nel 1516 fu occupata dai turchi che la tennero fino al 1917 quando fu espugnata dalle truppe del generale Allemby, durante la prima guerra mondiale. Fece parte, poi, della Palestina sotto mandato inglese. Annessa nel 1948 all'Egitto, fu occupata da Israele una prima volta nel 1956-57 e poi dal 1967 al 1994, allorché un accordo tra Israele e OLP sanciva l'autonomia della striscia di Gaza, eccezion fatta per gli insediamenti dei coloni israeliani. Il 5 maggio 1996 si sono tenuti a Taba, in Egitto, i negoziati israelo-palestinesi sullo statuto definitivo dei territori autonomi, la questione di Gerusalemme, quella dei rifugiati e quella degli insediamenti ebraici a Gaza e in Cisgiordania. Dopo alterne vicende, l'accordo siglato a Washington alla fine del 1998 da ‘Arafāt e Netanyahu prevedeva, per quel che riguarda Gaza, la costruzione di un aeroporto palestinese e l'apertura di due corridoi in Israele per collegare il suo territorio a quelli della Cisgiordania. Inoltre, in seguito a questi accordi, Gaza risulta amministrata dall'Autorità Nazionale Palestinese. Nel 2005 gli israeliani si sono ritirati dai loro insediamenti e il Territorio di Gaza è tornato interamente sotto il controllo palestinese. Dalla vittoria di Hamas alle elezioni 2006 la situazione nel territorio si è fatta più tesa e durante tutto l'anno si sono susseguiti scontri interrotti da successive tregue, sempre di breve durata. Nel maggio 2007 la tensione tra le due fazioni rivali, Hamas e al-Fatah, è sfociata in violenti combattimenti che in giugno hanno aperto un cruento scenario di guerra fratricida. Il 14 giugno Hamas ha conquistato la sede militare dell'ANP a Gaza arrivando, di fatto, al controllo dell'intera area. Nel dicembre del 2008 l'esercito israeliano lanciava un'offensiva per colpire i miliziani aderenti ad Hamas e per porre fine al lancio di missili in territorio israeliano. La situazione all'inizio del 2010 vedeva i tre settori (N, centro e S) della Striscia di Gaza sotto il controllo di Hamas; come conseguenza, i movimenti dissidenti e gli oppositori (appartenenti ad al-Fatah ma anche alla popolazione civile) erano, in gran parte, oggetto di repressione, con particolare recrudescenza nel nord. Nel 2011 Hamas e Al Fatah firmavano un accordo che metteva fine alla divisione politica tra la Cisgiordania e Gaza, mettendo le basi per la formazione di un governo unitario. La tensione con Israele risaliva nel novembre del 2012; in seguito all'uccisione di un alto esponente di Hamas e al lancio di missili verso il territorio ebraico, l'esercito isrealiano bombardava Gaza, provocando decine di morti. Solo l'intervento del presidente egiziano Morsi metteva fine al conflitto. Nel luglio del 2014 un'altra crisi con Israele e i sucessivi tentativi di bloccare il lancio di missili di Hamas e le incursioni aeree degli israeliani, Gaza veniva nuovamente bombardata e invasa dalle truppe israeliane.

Economia

L'alta densità della popolazione, il territorio limitato, il continuo isolamento e i rigorosi controlli di sicurezza interni hanno portato a un progressivo deterioramento delle condizioni economiche della città, al collasso della maggior parte del settore privato e a un elevato tasso di disoccupazione e povertà. La richiesta di beni di primo consumo viene soddisfatta attraverso il mercato nero che prospera lungo il confine con l'Egitto. I cospicui aiuti umanitari (oltre 600 tir nel 2008, passati a 5 mila nel 2009), veicolati tramite ONG internazionali, faticano − anche per la mancata collaborazione di Hamas − a raggiungere la popolazione palestinese, che versa in condizioni di miseria sempre più gravi.

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