(Türkmenistan; Türkmenistan Jumhuriyäti). Stato dell'Asia centrale (488.100 km²). Capitale: Ašgabat. Divisione amministrativa: province (6). Popolazione: 5.900.000 ab. (stima 2008). Lingua: turkmeno (ufficiale), russo, uzbeco. Religione: musulmani 86,9%, non religiosi/atei 10,6%, ortodossi 2,5%. Unità monetaria: manat (100 tenesi). Indice di sviluppo umano: 0,728 (108° posto). Confini: Kazahstan e Uzbekistan (E), Afghanistan (SE), Iran (S), Mar Caspio (W). Membro di: CSI, EBRD, OCI, ONU e OSCE.

Generalità

Situato nell'Asia centrale, di cui occupa la parte sudorientale, il Turkmenistan è costituito, per oltre tre quarti del territorio, dall'arido e sabbioso deserto del Karakum. La vicinanza con il mar Caspio e la scoperta di enormi giacimenti di minerali e gas naturali, ha tuttavia costituito nell'ultimo secolo un binomio vincente per la trasformazione del Paese, diventato mira degli interessi energetici ed economici degli Stati limitrofi e di quelli occidentali. Detentore di risorse indispensabili per i consumi crescenti delle economie di mercato e soprattutto passante strategico del fitto reticolo di oleodotti e gasdotti ramificati in tutta la regione, il Turkmenistan ha saputo sfruttare a fondo questa concomitanza di risorse e di bisogni, offrendo il suo territorio anche come base militare internazionale per le operazioni nelle problematiche zone di confine, a cominciare da quelle afghane e pachistane. L'interesse estero per il mantenimento di questa situazione non è stato scalfito nemmeno di fronte alla particolare situazione politica interna del Paese, governato da quello che è stato da molti paragonato a un vero e proprio faraone moderno, padre-padrone del Turkmenistan: il presidente Niyazov, ininterrottamente al potere a partire dalla proclamazione di indipendenza successiva allo scioglimento dell'URSS. Oppresso da una delle più autoreferenziali amministrazioni politiche che la storia contemporanea abbia conosciuto, il Paese ha vissuto gli ultimi vent'anni all'ombra del suo leader e del culto della personalità di cui si è fatto in tutti i modi promotore. Inoltre i risvolti che attengono alla vita reale del Paese hanno denunciato la presenza, per tutti questi anni, di un monopolio politico, culturale ed economico pressoché totale, con il completo azzeramento della libertà di stampa, la riduzione al silenzio dell'opposizione e la chiusura dei luoghi della cultura e dello scambio del sapere, a partire dalle biblioteche e dai teatri. E se anche a fare da contraltare a queste profonde limitazioni è stato per molto tempo un paternalistico tentativo di blandire la popolazione locale con facilitazioni economiche, sgravi fiscali e veri e propri “regali”, il cammino che attende il Paese, dopo la morte del suo leader avvenuta nel 2006, per il ripristino delle più basilari condizioni democratiche appare per moltissimi aspetti ancora difficile.

Lo Stato

Ex repubblica federata dell'URSS, il Turkmenistan è diventato indipendente nel 1991 dopo il dissolvimento dell'Unione Sovietica. In base alla Costituzione emanata nel 1992, nel Paese è in vigore un sistema presidenziale a partito unico e il presidente della Repubblica, che è anche capo dell'esecutivo, viene eletto con mandato quinquennale a suffragio diretto. Il potere legislativo è esercitato da un Parlamento bicamerale, formato dall'Assemblea nazionale (composta da 50 membri) e dal Consiglio del popolo (costituito da 65 membri) anch'essi rinnovati ogni 5 anni. Il sistema giuridico in uso nel Paese si basa su una commistione tra la legge islamica e il diritto civile; la giurisdizione della Corte Internazionale non è accettata. Il massimo organo preposto all'amministrazione della giustizia all'interno del Paese è la Corte Suprema, i cui membri sono nominati dal presidente. Il sistema di difesa dello Stato prevede i tre corpi armati tradizionali: esercito, marina e aviazione. La leva è obbligatoria: il servizio militare si effettua a partire dai 18 anni d'età e ha una durata di 24 mesi. Il sistema scolastico ha ricevuto grande impulso sotto il regime sovietico. I segni di quel passato si registrano ancora oggi nel bassissimo tasso di analfabetismo registrato nel Paese (0,5% nel 2007). Se fino alla metà degli anni Novanta l'insegnamento era impartito in russo, dopo la proclamazione dell'indipendenza è stata introdotta una nuova legislazione anche in ambito linguistico. L'istruzione è obbligatoria e gratuita e dura 11 anni: la scuola primaria è costituita da un ciclo di 4 anni, a partire dai 7 anni d'età, la scuola secondaria ha invece una durata di 7 anni. Gli studi superiori vengono svolti nei diversi istituti e università presenti. Tra questi, si ricordano l'Università internazionale turca del Turkmenistan, l'Istituto nazionale turkmeno di Lingue (1984), l'università di Stato turkmena (1931), tutti con sede nella capitale. Sempre ad Ašgabat ha sede l'Accademia di Scienze turkmena (1951).

Territorio: geografia fisica

Il territorio si estende su un vasto tavolato limitato a S dagli allineamenti montuosi del Kopet-Dag e del Paropamiso, le cui propaggini interessano anche il Turkmenistan sudorientale; la regione pianeggiante è in gran parte interessata dal deserto del Karakum. Sul Mar Caspio si presenta con una costa piatta e dunosa, articolata da vaste insenature, e in buona parte sotto il livello del mare. Non vi sono molti corsi d'acqua, i principali fiumi sono l'Amudar'ja, l'unico che riesce ad attraversare il Karakum, e il Murgab. Il clima è di tipo continentale, con forti escursioni termiche: d'inverno le temperature minime assolute toccano anche i -30 °C mentre d'estate si superano regolarmente i 40 °C e si raggiungono spesso i 50 °C; scarse sono le precipitazioni (100-200 mm annui).

Territorio: geografia umana

La densità è di 12 ab./km², con concentrazioni ancora minori nella parte centrale e desertica del territorio. Il Paese è in forte espansione numerica: il coefficiente di accrescimento era del 2,6% annuo nel quinquennio 1987-92 e si è mantenuto alto anche dopo l'indipendenza. La popolazione, di lingua turkmena e di religione musulmana, è costituita per il 79,2% da turkmeni (o turcomanni), poi da russi (3%) e uzbechi (9%); sono inoltre presenti piccole comunità di kazachi, armeni, ucraini, tatari, azeri e bielorussi. Intorno alla metà degli anni Novanta del Novecento sono giunti in Turkmenistan gruppi di etnia turkmena prima residenti in Tagikistan e Afghanistan, in seguito ai conflitti esplosi nei due Paesi. Meno della metà dei turkmeni vive in città; il resto degli abitanti è stanziato nelle zone rurali, dove ancora diffusa è l'organizzazione tribale. Le città principali, oltre alla capitale, sono Čärjew (Čardžev), Dašhovuz, Mary e Nebitdag, solo la prima delle quali supera i 200.000 ab.

Territorio: ambiente

La parte centrale del Paese, desertica, ospita una fauna tipica, con gazzelle, ratti della sabbia, gatti selvatici, serpenti nonché i cervi di Bukhara, prede della iena striata, specie protetta presente nel Turkmenistan meridionale e avvistata di recente anche nel parco di Amudar'ja, a NE; sulle montagne, a S, si trovano boschi di castagni, la vite selvatica, il pistacchio, il mandorlo, il fico e animali quali il leopardo delle nevi, il ghepardo, la capra selvatica, il caracal. La fauna marina del Mar Caspio e gli uccelli che popolano le coste sono minacciati dall'inquinamento. Alcune organizzazioni, in particolare il WWF, hanno stabilito progetti che coinvolgono il Turkmenistan insieme ad altri Paesi dell'area al fine di affrontare le questioni ambientali della regione: desertificazione, perdita della biodiversità e contaminazione dei terreni e delle falde acquifere a causa dell'uso di prodotti chimici per l'agricoltura. Questi progetti riguardano il coordinamento e il collegamento, tra i diversi Paesi, delle aree protette, che in Turkmenistan coprono il 2,5% del territorio.

Economia

L'economia del Turkmenistan, che è una delle più povere tra quelle delle repubbliche centroasiatiche dell'ex URSS, nonostante una serie di riforme (1993, 1995, 1998) promosse dal governo, è tuttavia ancora in condizioni precarie, scarsamente orientata alla differenziazione delle produzioni, indebolita dalla condotta miope delle autorità e da una società ancora fortemente radicata nella sua struttura tribale. Il settore primario, che occupa quasi la metà della forza lavoro, e l'industria hanno subito una graduale privatizzazione ma non si è verificata una modernizzazione delle produzioni. Il sistema fiscale è inefficiente e urgono provvedimenti volti al risanamento dei conti pubblici. Il PIL registrato nel 2008 è stato di 26.909 ml $ USA, mentre il rapporto tra PIL/ab. risulta di 3.863 $ USA (tuttavia le statistiche fornite dalle autorità sono ritenute poco affidabili). L'agricoltura può praticarsi soltanto su poco più del 2% della superficie dello Stato, solo nelle oasi o lungo il corso dei fiumi (Amudar'ja, Tedžen, Murgab); per favorire l'irrigazione sono stati creati alcuni canali, tra cui il Garagumskij kanal (Canale del Karakumy), completato nel 1967, uno dei più grandi al mondo. I prodotti principali sono i cereali, in particolare frumento, ma anche patate, ortaggi e frutta; altre risorse sono l'allevamento (ovini, bovini e caprini) e la pesca. Il cotone, coltivato intensamente già in passato, ha mantenuto un posto di rilievo nel quadro economico turkmeno e alimenta le esportazioni; il Paese è tra i maggiori produttori al mondo di fibre di cotone. § Il Paese possiede ricchi giacimenti di petrolio sulle sponde del Mar Caspio e di gas naturale, di cui è il quarto produttore asiatico, uno dei maggiori al mondo. A partire dalla metà degli anni Novanta del Novecento le autorità hanno deciso di espandere il mercato degli idrocarburi soprattutto verso i Paesi dell'Asia centrale (Turchia, Iran e Pakistan) allargando successivamente il raggio d'azione. Nel 2000 si è conclusa la costruzione del gasdotto diretto in Iran messo in funzione nel 1997; nel 2005 è stato completato il gasdotto che collega il Turkmenistan con l'Azerbaigian, parte del grande complesso che, attraverso la Georgia e la Turchia, giunge al Mediterraneo. Sul fronte orientale il Paese non esclude la possibilità di aprire il mercato degli idrocarburi al Sudest asiatico. Oltre agli idrocarburi il Turkmenistan dispone di altre risorse minerarie: zolfo a Gaurdak e Serny; sali (bromo, sodio, iodio) nel Kara-Bogaz-Gol; salgemma nel deserto di Karakum. § Il comparto industriale, sviluppato nei settori chimico, petrolchimico, alimentare, tessile (il governo ha manifestato l'interesse a potenziare la produzione dell'industria del cotone) e meccanico, è di dimensioni modeste e ha indubbiamente risentito del rimpatrio dei tecnici russi verificatosi in seguito al distacco dall'URSS. Di rilievo è la produzione di tappeti, di fattura pregiata. La bilancia commerciale, che dopo l'indipendenza era largamente passiva, vede le esportazioni, in particolare di gas naturale e petrolio seguiti da manufatti petrolchimici, fibre di cotone e prodotti tessili, superare le importazioni di macchinari, prodotti alimentari e chimici. Principali partner commerciali del Turkmenistan sono Ucraina (che copre quasi la metà delle esportazioni), Iran e Azerbaigian per l'export ed Emirati Arabi Uniti, Turchia, Russia, Ucraina, Germania, Iran, Cina e Stati Uniti per l'import. § Il Turkmenistan dispone di un sistema stradale e di un sistema ferroviario che attraversano le maggiori città del Paese; nel 1996 è stata attivata una linea che collega il Paese all'Iran; Türkmenbaši è il porto sul Mar Caspio; l'aeroporto principale è quello di Ašgabat.

Storia

Il territorio del Turkmenistan è stato inglobato nei grandi stati antichi, quello persiano degli achemedi prima e quello di Alessandro Magno poi e, nel III secolo d. C., fu sottomesso alla dinastia dei Saanidi. Nei secoli successivi si alternarono eftaliti, turchi e arabi. Nel XIII secolo, in seguito all'invasione di G. Khān, il territorio fu diviso tra i mongoli (a sud) e i tartari (a nord). La popolazione turkmena discendente dalle tribù oguze pervenute in quest'area attorno al sec. X e si costitu come gruppo etnico distinto solo nel sec. XV organizzandosi in varie unità politico-territoriali a base tribale. Mentre il Sud del Paese subiva la politica espansionistica della Persia i khanatidi Buhara e Khiva rimasero indipendenti fino al XVIII secolo. Nel 1890 i territori abitati dai gruppi turkmeni passarno in parte sotto la sovranità dell'Impero zarista e vennero riconosciuti in tale condizione dalla diplomazia internazionale nel 1895, a seguito di un trattato con la Gran Bretagna. Scoppiata la rivoluzione bolscevica, dopo la breve esperienza di un governo indipendente con sostegno britannico, il Turkmenistan, riconquistato dall'Armata Rossa (1920), si costituì in Repubblica Socialista Sovietica il 14 febbraio 1924, conoscendo quindi fino al 1936 forme di resistenza militare causate dai programmi di collettivizzazione e sedentarizzazione. L'inclusione nell'URSS comportò l'immigrazione di tecnici e popolazione russa a sostegno dello sviluppo economico della regione; orientato sia in senso agricolo (estensione dell'irrigazione e in particolare costruzione del canale Karakum) sia industriale, questo fu accompagnato da un discreto miglioramento delle condizioni di vita, particolarmente nel campo della sanità e dell'istruzione. Acquisitò l'indipendenza dall'URSS il 27 ottobre 1991 in seguito al dissolvimento dell'Unione provocato dal tentato golpe moscovita di agosto e dopo formale approvazione per referendum, il Turkmenistan nel mese successivo partecipò all'istituzione della CSI (21 dicembre 1991). Il più Turkmenistan è caratterizzato da una società fra le più conservatrici fra quelle musulmane dell'Asia centrale ex sovietica, fortemente improntata sulle strutture tribali tradizionali e tuttavia non interessata dall'espansione del fondamentalismo religioso; essa ha mantenuto alla guida del Paese Saparmuryad Niyazov, il presidente allora in carica, eletto nelle liste del Partito democratico nell'ottobre 1990, riconfermato nel 1992 e nel 1994 e nominato presidente a vita nel 1999. Fra i primi atti della nuova repubblica si annoverano l'introduzione dell'alfabeto latino e la promulgazione di una nuova Costituzione (maggio 1992); sul piano delle relazioni internazionali l'interesse per il consolidamento dei rapporti politici ed economici con i Paesi turcofoni e al contempo però, a tutela della propria indipendenza, la ricerca di una posizione di equilibrio fra Iran e Turchia. Alla fine del 1993 veniva siglata una serie di accordi bilaterali con la Russia, il più importante dei quali consisteva nel riconoscimento, da parte di quest'ultima, della doppia cittadinanza, russa e turkmena, per i Russi (ca. il 10% della popolazione) che vivono nel Paese. Dal 1992 il Paese è membro della OSCE e dell'ONU. Nel 2001 veniva chiusa l'ambasciata turkmena in Azerbaigian a causa di una crisi scoppiata tra i due Paesi per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nella zona del Mar Caspio. Nel novembre del 2002 Niyazov era vittima di un attentato; in seguito molti leader dell'opposizione venivano arrestati e condannati all'ergastolo. In un trattato del 2003 con Mosca la Russia accettava di comprare gas naturale dal Turkmenistan. Nel 2004 un rapporto delle Nazioni Unite denunciava la grave situazione dei diritti umani del Paese e accusava il presidente di cospirare per mantenere il potere. Il 21 novembre del 2006 moriva Niyazov e il Consiglio di Sicurezza nominava come successore provvisorio Gurbanguly Berdymukhammedov, confermato con l'89% dei voti nelle elezioni presidenziali del febbraio 2007. Nel 2008 il Consiglio Popolare adottava una nuova Costituzione per la democratizzazione del sistema politico, in previsione di nuove elezioni entro l'anno, vinte in dicembre dal partito del presidente. Nel febbraio del 2012 Berdymukhammedov veniva riconfermato con il 97% dei voti, ma con forti dubbi di brogli da parte della comunità internazionale.

Cultura

Terra di antiche tradizioni nomadi e oggetto di conquista di molti grandi condottieri, da Alessandro Magno a Gengis Khān, il Turkmenistan è oggi un Paese di grande fascino, nonostante le tormentate vicende sociopolitiche di cui è stato protagonista, soprattutto dopo l'indipendenza. A quel passato e alla componente religiosa dell'islamismo sunnita, vanno fatte risalire le espressioni artistiche e i costumi che ancora caratterizzano i turkmeni, soprattutto quelli inseriti nei contesti rurali. La tradizione vive ancora nelle yurte disseminate lungo le steppe desertiche, negli abiti che, in alcuni casi, sono emblema dello status sociale della persona (le ragazze con le trecce e con una sciarpa sono nubili), nell'artigianato dei tappeti e dell'oreficeria, nell'allevamento dei cavalli e nelle discipline che a questi animali sono legate (dalla caccia allo sport), nelle danze popolari, nei piatti come il diorama, fatto di pane, carne e cipolle. Di antica origine è anche la tradizione letteraria delle poesie e dei canti popolari, tramandati oralmente, e, solo nel Novecento, trasformati in opere scritte. Il più importante poeta turkmeno è considerato Magtymguly Pyragy (1733-1783). A lui sono seguite figure meno rilevanti, come Berdi Kerbabayev (1894-1974), ma, a cavallo del millennio, sulla letteratura, così come sull'intera cultura e sulla società turkmena, si è posata l'ingombrante mano dell'ex presidente a vita Niyazov, che le ha monopolizzate sotto il proprio segno. Fortunatamente nei musei e nei bazar restano preziose opere d'arte e di cultura popolare che il delirio di onnipotenza del presidente non ha cancellato. In Turkmenistan hanno sede tre siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO: il Parco nazionale storico e culturale dell'antica Merv (1999), antica città sulla Via della Seta Kunya Urgench (2005) e la fortezza dei Parti di Nisa (2007).

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