Tra XX e XXI secolo

L'Italia: si consolida il bipolarismo

II presidente del consiglio Romano Prodi, insediato nel 1996, ha condotto con successo l'Italia nei parametri di Maastricht, permettendo l'ingresso del Paese nella zona del­l'euro, ma messo in minoranza sulla legge finanziaria alla Ca­mera dei deputati, si è dovuto dimettere nell'ottobre 1998. Gli è subentrato il segretario dei Democratici di Sinistra, Massimo D'Alema, sotto il quale l'Italia ha partecipato nel 1999 al­l'intervento militare della NATO in Kosovo, in difesa della po­polazione albanese minacciata dalla "pulizia etnica" condotta dall'esercito serbo. D'Alema si è dimesso a propria volta dopo la sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali dell'aprile 2000. Gli è succeduto Giuliano Amato.

A sua volta il centrodestra, nuovamente alleato alla Lega Nord, si riorganizzava nella Casa delle Libertà, guidata da Silvio Berlusconi, riportando una netta vittoria alle elezioni politiche del maggio 2001. Nei suoi cinque anni di vita, il governo di centrodestra si è caratterizzato per una politica estera di stretta alleanza con gli Stati Uniti, di cui ha appoggiato gli interventi in Afghanistan e in Iraq, fornendo in entrambi gli scenari contingenti militari per il controllo del territorio.

Il ristagno economico internazionale e nazionale ha invece condizionato l’attuazione del previsto piano di riforme (fiscale, scolastica, sociosanitaria, previdenziale, della giustizia) d’ispirazione neoliberista. Di fatto la parziale liberalizzazione del mercato del lavoro attuata dal ministero del Welfare ha incontrato l’opposizione del maggior sindacato italiano, la CGIL. Ulteriori problemi si sono manifestati in campo economico tra il 2002 e il 2004 con la conclamata crisi finanziaria e produttiva della FIAT, il principale gruppo industriale italiano, e con lo scandalo Parmalat. Una legge di riforma costituzionale voluta dal centro-destra per rafforzare i poteri dell’esecutivo, ridurre il numero dei parlamentari e trasferire poteri dallo Stato alle regioni (la cosiddetta devoluzione) è stata bocciata nel corso di un referendum approvativo nel giugno 2006.

Le elezioni politiche dell’aprile 2006 hanno visto il successo di misura della coalizione di centro-sinistra guidata da Romano Prodi. In politica estera il nuovo esecutivo si è segnalato per aver guidato l’intervento di interposizione al confine israelo-libanese nell’estate 2006, mentre in politica interna si propone di arginare la crescita del debito pubblico.

Nel frattempo si è assistito a una ripresa del terrorismo delle Brigate Rosse, sotto i cui colpi sono caduti due consulenti del ministero del Lavoro, Massimo D’Antona (20 maggio 1999) e Marco Biagi (19 marzo 2002), e un agente di polizia, Emanuele Petri (2 marzo 2003).