(République Centrafricaine). Stato dell'Africa centroccidentale (622.436 km²). Capitale: Bangui. Divisione amministrativa: prefetture (17). Popolazione: 4.226.000 ab. (stima 2008). Lingua: francese (ufficiale), dialetti sudanesi, sango. Religione: cattolici 20%, animisti/credenze tradizionali 19%, protestanti 16%, musulmani 15%, altri 30. Unità monetaria: franco CFA (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,352 (178° posto). Confini: Ciad (N), Sudan (E), Repubblica Democratica del Congo (S) e Camerun (W). Membro di: ONU, UA e WTO, associato UE.

Generalità

La Repubblica Centrafricana si trova a cavallo tra Africa equatoriale e Africa sudanese; corrisponde alla ex colonia francese dell'Oubangui-Chari. Appare evidente la sua posizione effettivamente centrale; da qui infatti deriva il suo nome, assunto nel 1960 all'atto della proclamazione dell'indipendenza dalla Francia, che l'aveva colonizzata proprio per il suo interesse strategico. D'altra parte il suo essere priva di sbocco al mare, ha costituito un grave impedimento allo sviluppo economico, ancora all'inizio del terzo millennio. A partire dall'ultimo decennio del Novecento le stesse colture di esportazione di origine coloniale, cotone e caffè, sono in declino, mentre il contrabbando dei diamanti, gestito dalla popolazione musulmana del Nord, sottrae un'importante risorsa alle finanze dello Stato. Politicamente instabile anche dopo l'indipendenza (il debito interno è elevato e la corruzione molto diffusa), il Paese ripone le speranze di una ripresa economica nell'assistenza tecnica e finanziaria di Paesi stranieri e nelle istituzioni sovranazionali, piuttosto che su drastiche riforme economiche, finanziarie e amministrative sul piano interno.

Lo Stato

Già colonia francese si resse come Repubblica presidenziale fino al colpo di stato del 1º gennaio 1966 ad opera del maresciallo Bokassa, che il 4 dicembre 1976 si proclamò imperatore. La Repubblica fu restaurata con il colpo di stato del 20 settembre 1979 che destituì Bokassa I. Secondo la Costituzione del 2004, che sostituisce quella approvata nel 1995, il Paese è una Repubblica semi-presidenziale; il presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale per 5 anni e l'Assemblea nazionale nomina il Primo ministro. Il sistema giudiziario si basa sul diritto francese. La Corte suprema rappresenta l'ultima istanza di giudizio e ha sede a Bangui, mentre le Alte corti di giustizia sono presenti in tutti i distretti. È in vigore la pena di morte, ma le esecuzioni non hanno luogo dal 1981. Le forze armate sono formate da esercito e aviazione, inoltre è presente in tutto il Paese la gendarmeria. Il servizio militare viene effettuato su base selettiva e ha durata di 2 anni.L'obbligo scolastico si protrae dai 6 ai 14 anni: la scuola primaria dura 6 anni, mentre quella secondaria 7. Nel 1995 il tasso di analfabetismo era attestato al 40%; purtroppo le crisi politiche e sociali, che hanno investito il Paese negli anni Novanta del sec. XX, hanno causato un arresto dell'erogazione di fondi agli istituti scolastici provocando un aumento dell'analfabetismo che nel 2006 si attestava al 51,4%. L'insegnamento superiore è impartito nell'Università di Bangui, fondata nel 1970..

Territorio: geografia fisica

Il Paese è formato da una zona di altopiani di rocce archeozoiche, superfici peneplanate di una grande anticlinale che separa le depressioni del Ciad e del Congo e che, verso E, fa da orlatura al bacino del Nilo. L'altitudine massima di questi altopiani, solcati dalle valli dei fiumi che tendono in direzione opposta verso le due grandi depressioni, è di ca. 600-800 m. Essi si elevano verso E in alcuni massicci (monte Bongos, 1400 m, e monte Gaouraa, 1275 m), formati da Horst che s'inseriscono tra il bacino ciadiano e quello nilotico. A W il territorio accoglie le ultime propaggini dei monti Adamaoua, che hanno nel monte Ngaoui (1410 m) la sua vetta più elevata. Idrograficamente il territorio è diviso, come si è detto, in due versanti: da una parte i fiumi tributari dell'Oubangui (e quindi del Congo), dall'altra i fiumi tributari dello Chari (e del lago Ciad). I primi, fra cui il Lobaye, il Kotto e il Mbomou (Bomu), sono più ricchi d'acque, dato che il versante meridionale rientra nell'area a clima equatoriale, mentre quello settentrionale, drenato dai fiumi Fafa, Gribingui e Bamingui, appartiene piuttosto all'area sudanese. Le precipitazioni variano infatti da 1600 mm nella sezione meridionale a 700 mm annui in quella settentrionale, dove la stagione secca è relativamente prolungata. L'altitudine e la continentalità attenuano alquanto le temperature, che hanno però variazioni stagionali e giornaliere sensibili per un Paese equatoriale; nonostante la media annua si mantenga sui 25 °C, le caratteristiche sono quelle del clima tropicale sudanese-guineano, con sbalzi di temperatura molto marcati durante la stagione secca, quando a Bangui si registrano minime notturne tra i 7 °C e i 10 °C, mentre di giorno si superano i 40°C.

Territorio: geografia umana

Il Paese è, come gli altri dell'area equatoriale africana, poco popolato. Le ragioni di un così basso popolamento sono molteplici: le difficili condizioni di vita in un ambiente ostile, ma anche la spietata caccia agli schiavi perpetrata in passato dai negrieri arabi; inoltre sono sempre state diffuse le malattie epidemiche (ultima in ordine di tempo l'AIDS). Nelle aree forestali sudoccidentali si trovano superstiti sparuti gruppi di pigmei, primi abitanti della regione, cui si sono sovrapposte, in successive ondate, popolazioni semibantu, bantu e poi sudanesi, secondo un moto generale verso le aree equatoriali innescato dall'espandersi dei popoli islamizzati delle savane. Il gruppo più numeroso è quello dei baya (33%), insediati nell'area occidentale, dove abitano in piccoli villaggi di capanne cilindriche. Altro gruppo importante è quello dei banda (27%), che vivono a N dell'ansa dell'Oubangui e sono divisi in diverse tribù. Nelle aree savaniche si trovano popoli come i sandé (o azande, 10%), al confine con il Sudan e la Repubblica Democratica del Congo, mentre vicino al bacino dello Sciari vivono i sara (10%). Altre etnie costituiscono il 9% della popolazione totale. Nella prima metà del Novecento la popolazione ha registrato una netta diminuzione rispetto al secolo precedente e nel 1945 gli abitanti erano ancora poco al di sopra del milione. Solo negli ultimi decenni del XX secolo, grazie a un tasso di accrescimento piuttosto elevato, lo sviluppo demografico ha cominciato a raggiungere buoni livelli e, nel 2006 le stime attribuivano al Paese oltre 4 milioni di abitanti, distribuiti secondo una densità media di appena 7 ab./km²; le maggiori concentrazioni si riscontrano nella parte centromeridionale del Paese, mentre le regioni orientali sono di fatto spopolate. La speranza di vita alla nascita è molto bassa sia per i maschi (44 anni) sia per le femmine (44) e contribuisce a collocare il Paese tra quelli a sviluppo umano più basso del mondo. L'unica vera città è Bangui, valorizzata in epoca coloniale per la sua posizione sul fiume Oubangui, di cui è il maggior porto; tuttavia l'effettiva consistenza demografica della città è falsata dalla fluttuazione della popolazione presente, che migra nei villaggi durante la stagione dei lavori agricoli e ritorna in città durante i periodi di riposo per vendere i prodotti raccolti. Le altre città rivestono tutte un'importanza minore e contano solo qualche decina di migliaia di abitanti. Emergono Bouar, città cotoniera destinata a crescere con la realizzazione delle strade e ferrovie di collegamento con la rete camerunense, e Bérbérati, maggior centro della regione Haute-Sangha, situato ai margini della foresta non lontano dal confine con il Camerun.

Territorio: ambiente

Il territorio della Repubblica Centrafricana è dominato dalla savana: nella parte meridionale, dalla savana erborata di tipo guineano, più o meno rada e talora arbustiva, in quella settentrionale, dalla savana di tipo sudanese, dove si stendono fasce di foresta a galleria lungo i fiumi. Nella zona nordoccididentale del Paese si estende una zona di steppa, mentre nei territori sudoccididentali compare la foresta sempreverde. Ricca di risorse naturali presenta una fauna ricca e varia tanto che, nel suo territorio, sono rappresentate quasi tutte le specie africane: ippopotami, gorilla, scimpanzé, coccodrilli, elefanti, gazzelle, antilopi, leoni, rinoceronti, giraffe ecc. L'importanza, la varietà e la ricchezza faunistica hanno permesso la creazione di numerose riserve, parchi e aree protette, che costituiscono il 18,2% del territorio. Esistono quattro parchi nazionali: il più conosciuto è quello di Manovo-Gounda Saint Floris dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1988, e in grado di ospitare, durante la stagione secca, una delle maggiori concentrazioni di ippopotami del mondo. Purtroppo lo stesso parco dal 1997 è stato inscritto all'interno della lista dei patrimoni in pericolo, infatti il Paese è soggetto al disboscamento, all'incremento dell'erosione del suolo e al bracconaggio, che costituiscono i problemi ambientali più gravi da affrontare.

Economia

Tra i più poveri del continente africano caratterizzato da uno sviluppo economico dualistico ereditato dalla colonizzazione, il Paese ha una economia modesta e ben poco diversificata; d'altronde oltre il 55% del territorio è improduttivo o incolto, mentre l'arativo è poco superiore al 3%. Il PIL era di 1.997 ml $ USA e quello pro capite di appena 459 dollari USA nel 2008. La situazione economica della Repubblica Centrafricana fu caratterizzata negativamente da una serie di elementi che fecero la loro comparsa già durante gli anni Ottanta del Novecento, come il costante incremento demografico, un basso sviluppo delle strutture produttive, la dipendenza dal settore primario e la scarsa industrializzazione. La situazione economica si aggravò ulteriormente nell'ultimo decennio del XX sec. inseguito all'instabilità politica e sociale e alle misure di austerità imposte dal Fondo Monetario Internazionale nell'ambito di un tentativo di riaggiustamento strutturale. Lo scoppio della guerra civile nel 1998 portò pesanti ripercussioni nei commerci, interrompendo le già precarie vie di scambio e comunicazione rappresentate dai fiumi Congo e Oubangui e dalla linea ferroviaria fra Brazzaville e Pointe-Noire. § Più della metà della popolazione attiva si dedica a un'agricoltura di sussistenza, che dà soprattutto manioca, cereali, patate e agrumi. Le colture agricole sono destinate per lo più al consumo interno. Solo il caffè e il cotone sono colture d'esportazione; esse però risentono fortemente dell'andamento dei prezzi sui mercati internazionali e degli eventi climatici negativi. La Repubblica Centrafricana, a partire dagli anni Settanta del XX sec., è stata uno dei Paesi africani maggiormente colpiti dalla siccità con conseguenze particolarmente disastrose sulla produzione agricola. § L'allevamento è poco diffuso: prevalgono i caprini e i bovini, questi ultimi in espansione grazie alla progressiva diffusione di animali di razza immune alla mosca tse-tse. § Pur avendo una superficie ricoperta di foreste e boschi per il 36,8% lo sfruttamento della produzione di legname pregiato (mogano ed ebano) è tuttora piuttosto modesto, anche se contribuisce in buona parte alle entrate della bilancia commerciale, che si presenta comunque deficitaria (2006). § La scarsità delle vie di comunicazione e ancor più la generale impreparazione della classe politica dirigente non consentono di creare delle adeguate strutture produttive: modestissima è l'attività industriale. Sono presenti impianti tessili (Bangui), chimici, meccanici, alimentari e della birra. Del pari irrisoria è la produzione di energia elettrica. § La produzione di diamanti, localizzata nella parte occidentale e sudoccidentale, costituisce la maggior ricchezza del Paese, ma gran parte della produzione annua viene estratta ed esportata clandestinamente, evadendo le dogane. Si estraggono inoltre oro (Roandji e Pouloubou), uranio (Bakouma) e ferro (Bogoin). § Il Paese esporta soprattutto caffè, cotone, diamanti e legname; i principali partner sono Belgio, Spagna, Indonesia, Francia e Cina. Importa macchinari, mezzi di trasporto, metalli, prodotti chimici e tessili. Gli scambi commerciali si svolgono soprattutto con la Francia, seguita dai Paesi Bassi e dagli Stati Uniti. La povertà stessa del Paese e il ridotto settore manifatturiero rendono molto modesto il movimento commerciale con l'estero. § Mancano le ferrovie, benché da tempo sia in progetto la realizzazione di una linea di collegamento con Yaoundé, capitale del Camerun; poche sono anche le strade; la principale via di comunicazione rimane il fiume Oubangui. Bangui concentra, mediante il suo porto fluviale, la maggior parte del movimento d'importazione e d'esportazione, che si avvale però anche delle strade che portano a Douala (Camerun); la capitale è anche servita da un aeroporto internazionale. Sono stati avviati piani di cooperazione nel settore dei trasporti con i Paesi vicini.

Storia

La Repubblica Centrafricana, già colonia francese col nome di Oubangui-Chari, abitata da pigmei, fu popolata da altri gruppi etnici, incalzati da conquistatori religiosi (come Usman dan Fodio all'inizio del 1800) o da avventurieri e schiavisti (come Rabah verso la fine del sec. XIX), forse solo all'inizio del sec. XIX. Il russo Junker e il belga Van Gele furono, nel 1876-77, i primi europei a penetrare nella regione; successivamente i francesi, che andavano estendendo la loro influenza nelle regioni interne dell'Africa occidentale ed equatoriale, raggiunsero l'Oubangui; Crampel arrivò, il 25 settembre 1890, a Bangui, attuale capitale della Repubblica. Nel 1892 e 1893 Dybowski e Maistre sottoscrissero trattati coi sultani del Baghirmi; negli anni seguenti fu percorsa la regione occidentale del territorio e il 1º novembre 1897 Gentil raggiunse lo Chari. Le colonie francesi infransero subito dopo l'ostinata resistenza di Rabah, uccidendolo a Kousseri nel 1900. Intanto nel 1894 i territori dell'Alto Oubangui e del Bangui occidentale erano stati riuniti sotto il comando del Monteil, e, nel 1897, era stato istituito il governo dell'Oubangui-Chari. Nel 1910, con la creazione dell'Africa Equatoriale Francese, l'Oubangui-Chari diventò, con Ciad, Gabon e Medio Congo, una delle quattro colonie della federazione. Territorio d'Oltremare nel quadro dell'Unione francese (1946), optò per l'ingresso nella Comunità Francese con lo status di Repubblica autonoma e con la nuova denominazione di Repubblica Centrafricana (1º dicembre 1958). Il 13 agosto 1960 il nuovo Stato accedette alla piena indipendenza. Il 1º gennaio 1966 il presidente della Repubblica David Dacko fu deposto da un colpo di stato guidato dal maresciallo Bokassa. Presidente a vita dal 1972, quest'ultimo si proclamò il 4 dicembre 1976 imperatore del Paese (Impero Centrafricano). La breve parentesi “imperiale” venne chiusa il 20 settembre 1979 con un nuovo rovesciamento della direzione politica che restaurò la Repubblica. Dacko, tornato alla presidenza, venne tuttavia destituito il 1º settembre 1981 da un colpo di stato militare orchestrato dal generale André Kolingba, con l'appoggio della Francia. Venne sospesa la Costituzione e tutti i poteri passarono al Comitato Militare per la Rinascita Nazionale. Una prima inclusione di civili nel governo vi fu solo nel 1985 con lo scioglimento del comitato; nell'anno seguente venne promulgata una nuova Costituzione, fu istituito il partito unico del Rassemblement Démocratique Centrafricaine (RDC) e Kolingba fu rieletto presidente. Nell'aprile 1991 le pressioni internazionali costrinsero Kolngba ad avviare un processo di democratizzazione aprendo al multipartitismo e indicendo elezioni che si svolsero nel 1993 eleggendo alla presidenza della Repubblica Auge-Félix Patassé del MPLC (Mouvement pour la Libération du Peuple Centrafricain). Egli già alla fine del 1994 indisse un referendum per l'approvazione di una nuova Costituzione, votata a larga maggioranza (l'82%) dalla popolazione, che portò alcuni mutamenti in vista di un rafforzamento dei poteri presidenziali: il capo dello Stato, il cui mandato era precedentemente fissato in 6 anni senza possibilità di rielezione, venne autorizzato a ricandidarsi, e divenne il garante dell'unità del Paese, mentre il primo ministro risultò avere la funzione di attuare la politica decisa dalla presidenza. La formazione di un governo costituito esclusivamente da appartenenti al MPLC aprì, a partire dall'aprile 1996, una fase di crisi, con la ribellione di alcuni settori dell'esercito che chiesero le dimissioni del presidente. Grazie all'intervento di un contingente francese, presente nella Repubblica Centrafricana, e alla mediazione di alcuni Paesi africani, Patassé riuscì ad avere ragione sui sediziosi, concedendo un'amnistia, promettendo la formazione di un governo di unità nazionale e accettando la creazione di una Missione interafricana per la sorveglianza degli accordi di Bangui (MISAB), composta da 750 militari di sei Paesi africani (Burkina, Ciad, Gabon, Mali, Senegal e Togo) che divenne operativa nel febbraio 1997. Tuttavia proprio nel 1997 vi fu una nuova rivolta dei militari con nuovi ammutinamenti e frequenti scontri tra reparti del MISAB e soldati ammutinati; per tale motivo, nel marzo 1998, il Consiglio di sicurezza dell'ONU decise di inviare nella Repubblica Centrafricana un nuovo contingente di caschi blu (missione MINURCA), che sostituì le forze della missione MISAB. Ritirata la missione nel 2000, un nuovo colpo di stato venne represso nel 2002 grazie anche all'intervento delle truppe libiche che agirono accanto alle milizie governative. I ribelli mantennero tuttavia il controllo di vaste aree del centro-nord del Paese fino a che nel 2003 François Bozizé, capo dei ribelli, con un colpo di stato destituì Patassé e si autoproclamò presidente. Egli sospese la Costituzione del 1995 e, sciolta l'Assemblea nazionale, formò un governo di unità nazionale con l'intenzione di preparare nuove elezioni che si svolsero nel 2005 e gli consegnarono la vittoria, riconosciuta dalla comunità internazionale. Tuttavia anche con l'assunzione da parte di Bozizé della carica di Presidente la situazione nel nord del Paese non riuscì a stabilizzarsi: i ribelli continuavano a controllare le zone di confine con il Sudan, il Ciad e il Camerun e nonostante la firma di accordi di pace (gli ultimi nel 2007 e nel 2011) la sicurezza nella Repubblica Centrafricana rimaneva precaria. Nel 2011 Bozizé veniva riconfermato presidente con il 66 % dei voti. Nel marzo del 2013 la Séléka, una coalizione di ribelli di matrice islamica, assumevano il controllo di Bangui, costringendo il presidente alla fuga. Nonostante la presenza del contingente di stabilizzazione dell'Unione Africana (MISCA), la situazione del paese rimaneva instabile: nell'ahgosto del 2014 a Bambari scoppiavano scontri tra fazioni della coalizione ribelle Séléka. La nomina a premier ad interim di Mahamat Kamoun, musulmano, non soddisfaceva le milizie e la missione MINUSCA dell'ONU assumeva il comando delle operazione di peacekeeping.

Cultura: generalità

La situazione politica estremamente difficile ha fermato qualunque tipo di espressione artistica in questo Paese; a questo si aggiunge l'alta percentuale di analfabetismo. Perfino la musica non offre caratteristiche originali: la musica da ballo popolare, versione locale dello stile caratteristico di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) e Brazzaville (Repubblica del Congo), viene registrata, venduta e trasmessa alla radio. La struttura dei piccoli centri è rimasta immutata: i baya vivono in piccoli villaggi di capanne cilindriche a tetto conico o, in qualche caso, con tetto a cupola. Si può trovare anche, sempre presso i baya, un tipo di capanna totalmente emisferica, a cui si accede mediante un basso ingresso sormontato da una lunga tettoia a botte, ma si tratta in genere di rifugi temporanei. I baya sono soprattutto agricoltori e cacciatori, ma nei loro villaggi è molto praticato l'artigianato. Nelle regioni savaniche anche i sandé vivono in capanne cilindrico-coniche, dove però l'uso frequente dell'intonaco di argilla tradisce le antiche ascendenze sudanesi.

Cultura: letteratura e teatro

I molteplici gruppi etnici, fra cui si distinguono per ricchezza di folclore i sandé, conservano una letteratura orale, tradizionale, formata da composizioni narrative e poetiche in cui la frase o il verso, fortemente ritmati, sono creati soprattutto in funzione del canto e della danza. Esiste una produzione orale moderna che, potenziata dalla radio, ha visto affermarsi il narratore Lucien Dambalé ed emergere un nuovo genere letterario per opera di cantautori moderni. La letteratura scritta in lingua sango ha contato buoni poeti come Willybiro Passy, Diki-Kidiri, Bagouma. La lenta scolarizzazione e la difficoltà di assimilare una lingua straniera hanno ostacolato, prima della seconda guerra mondiale, il formarsi di una letteratura scritta di espressione francese. Questo stato di cose è cambiato parzialmente nel secondo dopoguerra. La letteratura scritta in francese non è arrivata dalle opere militanti africane degli anni Sessanta del Novecento; ricca e colorata, mirava ad esaltare i valori della cultura autoctona. Il romanzo descriveva in modo realistico la vita quotidiana dei villaggi o della città, riflettendo i contrasti tra tradizione e modernismo. In questo campo si è imposto il talento di Pierre Bamboté (n. 1932) che rifiutava di farsi il propagandista della negritudine e si volgeva risolutamente verso un futuro da costruire con coraggio e lucidità. Hanno riscosso attenzione anche all'estero G. Danzi (n. 1952), E. Goyemide (n. 1942) e C.R. Yavouko (n. 1953), sollevando i problemi provocati dal processo di occidentalizzazione del Paese. Le novelle e i racconti, in cui si segnalano Gonéyo-Répago (n. 1952) e P. Sammy-Mackfoy, presentavano trame semplici e lineari. L'antologia di poeti centrafricani di J. D. Penel (1983) rivelò il talento di 63 autori, fra cui sei donne. La poesia si è espressa in genere in forma accademica, ma si presentava ricca di emozione e con scopi didattici. Il miglior poeta è stato S. Ngouka, prematuramente scomparso. Modesto fino all'indipendenza, il teatro assunse maggiore importanza nel 1966 con la creazione de “I Compagni di Teatro”, compagnia animata da Padre Siango. Trattò dei conflitti generazionali, del modernismo, della colonizzazione, degli aspetti negativi della vita sociopolitica. Fra i numerosi autori contemporanei citiamo M. Gonéyo-Répago (n. 1952), che vive in Francia e che nel 2008 ha debuttato come regista, E. Goyémidé (Le Dernier Survivant De La Caravane; 1998), Kaīnze, A. Teguedere e F. A. Ipéko Etomane (n. 1930), che è anche narratore e poeta.

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