diàtesi

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sf. [sec. XVIII; dal greco diáthesis, disposizione].

1) Per i grammatici greci, la forma, genere o voce del verbo, mentre i grammatici latini adottarono il termine genus. Nelle lingue indeuropee il verbo, riguardo alla diatesi, poteva essere attivo, medio, passivo.

2) Particolare predisposizione dell'organismo a reagire in modo anomalo alla stimolazione fisiologica con manifestazioni di tipo più o meno patologico, secondo l'età. § In relazione alle varie manifestazioni si differenziano alcune forme di diatesi. La diatesi artritica si manifesta con reazioni patologiche che possono riguardare il ricambio (gotta, ecc.), la pelle (eczemi, pruriti), i muscoli (eccitabilità neuromuscolare), il sistema nervoso e l'apparato circolatorio. Può comparire in soggetti di costituzione somatica differente con prevalenza di manifestazioni nervose nei longilinei e facile esaurimento neuromuscolare nei brevilinei. La diatesi essudativa (detta anche diatesi di Czerny) è una condizione costituzionale che si estrinseca nella prima infanzia, con un'esagerata tendenza alle infiammazioni della cute e della mucosa. I segni clinici riconosciuti sono: intertrigine, predisposizione ai processi suppurativi in genere, tendenza alla corizza, all'angina, alle bronchiti, ecc. Anche la milza, il timo, le tonsille e i vari organi linfatici reagiscono con stati infiammatori cronici e successivamente ipertrofia. La diatesi allergica comprende diverse forme di aumentata sensibilità organica a sostanze dotate o no di caratteristiche antigeniche. Gli individui con questa forma di diatesi presentano segni di ipersensibilità che si manifestano con alterazioni cutanee, asma, edemi di Quincke, ecc.

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