Lessico

ssm. [sec. XIV; dal latino hymnus, risalente al greco hýmnos]. Genere di poesia essenzialmente religiosa, in cui si accentra, fin dai tempi più remoti, la celebrazione rituale di dei, eroi, forze della natura.

Letteratura

Si collocano in tale prospettiva gli inni magici dei popoli primitivi, quelli cinesi per i sacrifici a Confucio o gli antenati imperiali, e quelli indiani, tra i quali il Ṛgveda e il SĿmaveda. Nella letteratura greca si ricordano gli Inni omerici e gli Inni di Callimaco, dotti e ricchi di allusioni alla realtà contemporanea. Dalla ricca fioritura degli inni biblici, ebraici e bizantini derivò l'inno cristiano, che Sant'Ambrogio introdusse nella liturgia della Chiesa d'Occidente. Oltre che religioso, l'inno comprende anche canti politici e patriottici: nell'antichità erano inni in tal senso i canti epici greci, accompagnati dalla cetra, e i carmina civili a Roma (per esempio il Carmen saeculare di Orazio); nei tempi moderni, specie nei sec. XVIII e XIX, l'innografia si arricchì degli ideali di indipendenza e nacquero così gli inni nazionali. Nelle letterature moderne, si chiama inno una composizione lirica che esprime con solennità un sentimento elevato, d'intonazione religiosa, patriottica o sociale. Fra i più noti, gli ispirati Inni di F. Hölderlin, quelli di Novalis (Inni sacri, Inni alla notte) e i solenni Inni sacri di Manzoni. § Le composizioni di Sant'Ambrogio sono veri capolavori di lirismo religioso e di eloquenza. Il loro successo si deve alla forma popolare e al contenuto religioso, profondamente penetrato di pietà e di autentica dottrina cristiana. Altri grandi compositori di inni religiosi furono Prudenzio, Venanzio Fortunato, Sedulio, Sant'Ilario di Poitiers. Si ha una raccolta di ca. trentamila inni. Essi sono ancora usati soprattutto a ogni singola ora dell'Ufficio divino. Alcuni celebrano il mistero del giorno, per esempio Creator alme siderum, in avvento, Christe redemptor omnium, a Natale, Vexilla regis prodeunt, nella Passione, Audi, benigne conditor, in Quaresima, Aurora caeli rutilat, a Pasqua. Altri inni sono per le feste dei santi, come Iesu corona virginum per le sante vergini, e altri sono intonati a determinati momenti del giorno, come: Aeterne rerum conditor e Splendor paternae gloriae, di Sant'Ambrogio, per il mattino, Lucis creator optime, per la sera, Rector potens, per mezzogiorno, Rerum creator optime, per la notte, Te lucis ante terminum, prima del riposo notturno. Assai ricca fu la fioritura di questi inni nei primi secoli del cristianesimo, perché la facile diffusione di simili testi con musica e la loro popolarità erano un utile strumento per diffondere o per combattere tesi eterodosse. Il canto degli inni fece parte del repertorio gregoriano; durante la fioritura della polifonia sacra rinascimentale anche il testo degli inni fu intonato a più voci. Una storia a sé presentano l'innografia bizantina, il corale protestante, l'inno della Chiesa anglicana (sviluppatosi solo dal sec. XVIII).

Musica

Gli inni nazionali sono canti patriottici scelti da uno Stato sovrano come simbolo musicale dell'unità e dello spirito nazionale. Fra i numerosi inni nazionali in uso si ricordano: per l'Italia l'Inno di Mameli o Fratelli d'Italia (testo di G. Mameli, musica di M. Novaro, 1847), adottato nel 1946; per la Francia La Marsigliese (testo e musica di C.-J. Rouget de Lisle, 1792); per la Gran Bretagna God Save the King (o the Queen) (anonimo, sec. XVII); per la Germania Einigkeit und Recht und Freiheit (Unità, diritto, libertà), terza strofa di Deutschland, Deutschland über alles (testo di A. H. Hoffmann von Fallersleben, 1841, sulla melodia dell'inno imperiale asburgico di F. J. Haydn, 1797; adottato nel 1952); per il Belgio La Brabançonne (testo di Jenneval, musica di F. van Campenhout, 1830); per l'Austria Land am Berge, Land am Strome (testo di Paula Peradovic, musica adattata dalla Piccola Cantata Massonica, K 623, di Mozart); per la Svizzera Rufst du mein Vaterland (1811, con melodia analoga a quella dell'inno inglese); per gli USA The Star-Spangled Banner (La bandiera stellata; testo di F. Scott Key, musica di J. S. Smith, 1814). Da ricordare, infine, l'Inno del partito bolscevico (testo di S. Michalkov ed El'-Registan, musica di A. Aleksandrov), assunto dall'Unione Sovietica nel 1944 e usato fino al 1991, riadottato poi dalla Federazione Russa nel 2000.

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