(Papua Niugini). Stato dell'Oceania (462.840 km²). Capitale: Port Moresby. Divisione amministrativa: province (20). Popolazione: 6.348.000 ab. (stima 2008). Lingua: inglese (ufficiale), hiri motu, pidgin-english. Religione: protestanti 60%, cattolici 28,2%, anglicani 3,9%, altri 7,9%. Unità monetaria: kina (100 toea). Indice di sviluppo umano: 0,516 (149° posto). Confini: oceano Pacifico (N, E e S), Indonesia (W). Membro di: APEC, Commonwealth, ONU, PC e WTO, associato UE.

Generalità

Questo Stato insulare della Melanesia include la sezione orientale della Nuova Guinea e un insieme di isole adiacenti, tra cui le isole dell'Ammiragliato, l'arcipelago di Bismarck, le isole Salomone settentrionali, le isole d'Entrecasteaux e Louisiade. La popolazione si compone di due gruppi autoctoni principali: quello melanesiano, presente nella fascia costiera settentrionale dell'isola maggiore, e quello papuasico, maggioritario, nelle montagne centrali e nella regione costiera meridionale. Questa suddivisione sottende d'altra parte una grande varietà etnolinguistica, in quanto il Paese include quasi un migliaio di tribù, spesso con scarsi contatti con quelle vicine: nel 1993 fu scoperta in una regione forestale una tribù di cira 80 membri, i liawep, mai venuita a contatto con gli altri abitanti.

Lo Stato

Indipendente dal 16 settembre 1975, la Papua Nuova Guinea è una monarchia costituzionale membro del Commonwealth; capo dello Stato è il sovrano del Regno Unito, rappresentato da un governatore generale, che nomina il primo ministro, cui spetta, insieme agli altri ministri, l'effettivo esercizio del potere esecutivo. Quello legislativo compete all'Assemblea, unicamerale, con membri eletti a suffragio universale diretto per 5 anni. Il sistema legale è basato sulla Common Law britannica; la giurisdizione della Corte Internazionale non è ritenuta vincolante. La giustizia è amministrata dalla Corte Suprema che riceve i casi esaminati dalla Corte Nazionale. Entrambe le corti hanno giurisdizione civile e penale. Sono presenti anche tribunali locali e corti speciali, come quella dedicata ai minori. La pena di morte, pur se non applicata da molto tempo, è in vigore. La difesa dello Stato è organizzata nelle tre armi tradizionali; il servizio di leva, volontario, si effettua a partire dai 16 anni d'età. L'istruzione nel Paese non è obbligatoria né gratuita. Anche per questo motivo, la scolarizzazione della Papua Nuova Guinea è molto bassa: il tasso di analfabetismo tra la popolazione adulta è altissimo (42,2% 2007), e riguarda quasi un abitante su due. L'ordinamento scolastico prevede corsi differenti per le popolazioni indigene e per i non autoctoni. La scuola primaria, della durata di sei anni, inizia a partire dai 7 anni d'età; quella secondaria dura invece 6 anni ed è articolata al suo interno in due cicli, uno quadriennale e uno biennale. L'istruzione superiore s'impartisce nell'Università di Papua Nuova Guinea (Port Moresby, 1965) e nell'Istituto di tecnologia (Lae, 1965), ma la frequenza dei corsi superiori e universitari avviene spesso all'estero, in particolare in Australia.

Territorio: geografia fisica

Il territorio è essenzialmente montuoso. È interamente attraversato, da NW a SE, da un'imponente successione di catene montuose (Catena Centrale, monti Bismarck, dove culmina a 4509 m con il monte Wihelm, monti Owen Stanley, ecc.); un'altra serie di dorsali, di più modesta elevazione, orla quasi tutta la costa settentrionale, mentre una vasta pianura alluvionale occupa buona parte della sezione meridionale del Paese. Sia la sezione papuana della Nuova Guinea, dalle catene settentrionali ai monti Owen Stanley, sia gli arcipelaghi e le isole minori, dall'arcipelago di Bismarck, in particolare la penisola di Willaumez e la penisola di Gazelle nella Nuova Britannia, alle Salomone settentrionali, comprendono apparati vulcanici, molti dei quali in attività. Numerosi corsi d'acqua solcano il territorio, ramificandosi sovente in un dedalo inestricabile di canali e acquitrini. Tra i principali sono, a N delle catene montuose, il Sepik e il Ramu, a S il Fly, il Kikori e il Purari; assai ricchi d'acqua date le abbondanti piogge, e navigabili per vasti tratti, rappresentano spesso le uniche vie di comunicazione verso l'interno. Data la posizione in piena area equatoriale, il clima è pressoché costantemente caldo-umido, con piogge molto copiose (anche 4000-5000 mm all'anno).

Territorio: geografia umana

L'84% della popolazione è papuana mentre la seconda componente è quella dei melanesiani (15%) ma di fatto ciascuno di questi raggruppamenti comprende centinaia di piccole comunità; la popolazione non autoctona include gruppi di cinesi, australiani e filippini. La crescita annua è piuttosto sostenuta (2,3% nel periodo 2002-2007) grazie agli alti tassi di natalità e ai tassi di mortalità relativamente bassi, che rendono la popolazione papuana particolarmente giovane: il 38% degli abitanti ha, infatti, meno di 15 anni. Il Paese è interessato da fenomeni migratori in entrata: migliaia di rifugiati sono stati accolti negli scorsi decenni (70.000 tra il 1996 e il 2006) provenienti soprattutto dall'Indonesia. Nel 2004 si è chiuso il capitolo riguardante gli immigrati provenienti dal Medio Oriente che nel 2001 l'Australia, attraverso un protocollo definito Soluzione Pacifica, aveva dirottato verso l'isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, e Nauru. La popolazione si concentra nelle fasce montane dove si registrano le più elevate densità, ma nelle terre basse e lungo le coste si sono sviluppate le città che per lo più svolgono funzioni portuali. La densità media è di 14 ab./km². In ogni caso l'urbanizzazione è ancora molto modesta (12% nel 2008). Infatti, non esiste una vera e propria rete urbana, cioè un insieme di città con interdipendenze funzionali, collegate da un buon sistema di vie di comunicazione: si tratta per lo più di centri isolati di poche migliaia di abitanti. Le uniche eccezioni sono: Port Moresby (289.000 ab. nel 2005), la capitale, sulla costa meridionale, Lae (78.038 ab.), ubicata sulle coste più interne dell'ampio golfo che si affaccia sul Mar delle Salomone, Madang, che svolge funzioni di mercato per le popolazioni montane dei retrostanti highlands e per le isole dell'arcipelago, e Rabaul, centro di traffici importante soprattutto per le esportazioni dei prodotti delle piantagioni. Un fenomeno di questi ultimi decenni è rappresentato dalla nascita di new towns nelle aree di recente sviluppo: in genere, sono centri programmati in rapporto all'estensione dello sfruttamento minerario. I primi sono sorti nell'isola di Bougainville, ricca di rame, nella provincia di Milne Bay e in altre aree, come Arawa e Alotau.

Territorio: ambiente

Il clima favorisce una densissima vegetazione forestale, che ricopriva fino a pochi decenni fa la quasi totalità della superficie territoriale: a seconda dell'altitudine si avvicendano la prateria di montagna, la foresta di conifere e la foresta equatoriale montana; sulle coste dominano le foreste di mangrovie. La crescente richiesta di legname tropicale ha causato un vertiginoso aumento della deforestazione e una riduzione nell'estensione delle aree boschive (limitate al 65% del territorio nazionale). Il fenomeno della deforestazione accanto all'inquinamento dovuto all'industria mineraria compromettono seriamente gli ecosistemi presenti in Papua Nuova Guinea, considerati unici e particolarmente ricchi: il Paese ospita, infatti, la più grande varietà di orchidee al mondo; la fauna comprende carettochelidi, coccodrilli, serpenti, lucertole, farfalle, pesci, numerosi uccelli come pappagalli, uccelli del paradiso, cacatua, struzzi, buceri, martin pescatori, e alcuni mammiferi, in particolare canguri. Le prime norme relative alla salvaguardia del patrimonio faunistico sono state emanate negli anni Sessanta del Novecento, ma solo nel 1985 è stato creato il Dipartimento dell'ambiente e della conservazione deputato alla difesa e gestione dei vari ecosistemi presenti sul territorio. I sette parchi nazionali e le altre aree protette interessano il 4% della superficie del Paese; a essi vanno aggiunti due siti che rientrano nel programma Ramsar per le zone umide di interesse internazionale: il lago Kutubu, che comprende il lago stesso (popolato tra l'altro da 10 specie endemiche di pesci), le paludi e la foresta tropicale circostante; il Tonda Wildlife Management Area, 590.000 ettari di zona protetta situata lungo la costa meridionale e gestita da comunità di indigeni.

Economia

Per quanto dotato di un ricco patrimonio minerario e di ingenti risorse idriche, energetiche e agricolo-forestali, lo Stato presenta debolezze strutturali in merito al suo sistema produttivo e notevoli problemi di carattere finanziario. Soggetto alla forte incidenza della variazione dei prezzi agricoli e delle materie prime, durante gli anni Ottanta del XX sec. la Papua Nuova Guinea ha sperimentato una significativa crescita dell'indebitamento estero; dal 1996 il governo ha, tuttavia, avviato una serie di riforme per migliorare la struttura economica, creando condizioni di maggiore stabilità per favorire l'investimento privato e incrementare i capitali provenienti dall'estero, e potenziando il settore del welfare, con particolare attenzione rivolta a istruzione, sanità e infrastrutture. Gli organismi internazionali hanno appoggiato tali riforme, seguite successivamente da un miglioramento nella gestione fiscale, da un'intensificazione della lotta alla corruzione e da una maggiore regolamentazione dello sfruttamento delle risorse ambientali e del patrimonio naturale. Nonostante questi tentativi, all'inizio del millennio il Paese ha attraversato una grave crisi finanziaria, tanto che nel 2002 è stata abolita la gratuità dell'istruzione scolastica e nel 2003 la Banca Mondiale ha sospeso i prestiti concessi. Nei primi anni del Duemila, tuttavia, la crescita del PIL (che nel 2008 era di 8.092 ml $ USA, con un PIL pro capite di 1.306 $ USA) è stata discreta. § L'assoluta maggioranza della popolazione è occupata nell'agricoltura (il settore primario occupa infatti il 72,3% della forza lavoro e contribuisce per il 35,2% alla formazione del PIL). A scopo alimentare si coltivano cereali (riso, mais, sorgo), ma soprattutto patate dolci (batate), manioca e banane, che non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogni interno; tra i prodotti agricoli d'esportazione, invece, prevalgono caffè, cacao (di cui la Papua Nuova Guinea è tra i primi dieci Paesi produttori ed esportatori a livello mondiale), tè, oltre a palma da cocco e da olio (per cui il Paese è il sesto produttore a livello mondiale), canna da zucchero e caucciù. Nonostante l'importanza rivestita, il settore non ha subito alcuna modernizzazione, al punto che la manodopera impiegata non è in alcun modo specializzata. Le risorse forestali sono ingentissime e coprono quasi i due terzi del territorio nazionale; nel 2005 si sono ricavati oltre 7 milioni di m3 di legname, per la maggior parte esportati. Modesti sono la pesca e l'allevamento, che d'altronde può disporre di prati e pascoli che coprono meno dell'1% della superficie ed è ulteriormente danneggiato dalle condizioni climatiche. § Svariate sono le ricchezze minerarie che, sviluppate grazie agli investimenti esteri, rappresentano la maggiore fonte di entrata del Paese (nonostante occupi solo il 3,6% della forza lavoro, infatti, il settore secondario partecipa per i due quinti alla formazione del PIL); nel Paese si estraggono petrolio (ad Hedinia e Agogo), rame (presente soprattutto nell'isola di Bougainville), oro (a Porgera, Ok Tedi e Lihir), argento ecc; la scoperta di importanti riserve aurifere avvenuta nel corso degli anni Ottanta del XX sec. ha consentito la moltiplicazione dei livelli estrattivi fino a fare del Paese uno dei principali produttori al mondo (all'undicesimo posto nel 2006). I campi petroliferi sono collegati tramite un oleodotto a un terminal offshore; vengono inoltre estratti gas e idrocarburi. § Le attività manifatturiere, scarse, sono quasi esclusivamente legate all'estrazione del petrolio e adibite alla lavorazione delle materie prime locali; si hanno perciò complessi alimentari (zucchero) e tessili, pochi stabilimenti metallurgici (specie di rame) e meccanici, cartiere, manifatture di tabacchi ecc. Mancano quasi del tutto le ferrovie e le arterie stradali si sviluppano per 19.600 km (di cui meno di 800 km asfaltati); le vie d'acqua interne assolvono quindi ancora un ruolo di particolare importanza; i porti principali sono Lae, Madand e Port Moresby. I servizi aerei assicurano buoni collegamenti specie con l'Australia, oltre che con vari centri del Paese; aeroporto internazionale è quello di Port Moresby. Il Paese esporta principalmente materie prime: petrolio, oro, minerale di rame, legname, olio di palma, caffè, cacao, aragoste; mentre le importazioni riguardano essenzialmente macchinari e mezzi di trasporto, combustibili, manufatti, prodotti chimici e taluni prodotti alimentari, specialmente carne; principale partner commerciale è l'Australia (che copre circa un quarto delle esportazioni e la metà delle importazioni), seguita da Giappone, Cina e Singapore. Nel suo complesso il settore terziario partecipa per il 24,1% alla formazione del PIL e occupa quasi un quarto della forza lavoro.

Storia

Parzialmente colonizzate soltanto a cominciare dalla seconda metà del sec. XIX, dopo il 1880 queste terre divennero oggetto di un acceso scontro diplomatico tra Gran Bretagna e Germania che con il cosiddetto “matrimonio coloniale” del 1885 se ne divisero il possesso. La zona tedesca fu tuttavia occupata durante la prima guerra mondiale dall'Australia che nel 1920 ne assunse il mandato per conto della Società delle Nazioni. Nel 1946 l'ONU trasformò il mandato in amministrazione fiduciaria sempre a favore dell'Australia. Indipendente dal 1975 nell'ambito del Commonwealth britannico, la guida del governo della Papua Nuova Guinea fu assunta da Michael Somare, animatore del movimento indipendentista indigeno fin dal 1972. Nel 1980 la carica di premier passò a Julius Chan, leader del Partito Popolare del Progresso, che avviò una gestione del potere più collegiale e cercò di migliorare i rapporti con l'Australia e soprattutto con l'Indonesia. Con le elezioni del 1982, vinte dal Pangu Party, Somare tornò a capo del governo instaurando una politica filoccidentale, basata sul sostegno all'iniziativa privata e sui buoni rapporti con Australia, Giappone, USA e Gran Bretagna. Nel 1985 divenne primo ministro Paias Wingti, ex delfino di Somare, uscito dal Pangu Party e capo di una coalizione di sei partiti denominata Movimento Democratico Popolare, presto lacerata da contrapposizioni interne. Tra il 1987 e il 1995 il Movimento Democratico Popolare e il Panguy Party si avvicendarono al potere ma i principali problemi del Paese rimasero irrisolti: dalla tensione con l'Indonesia, a causa del sostegno offerto da Papua Nuova Guinea all'Irian Jaya alla corruzione e alla scarsa coesione nazionale. Questi problemi furono inoltre aggravati nel 1989 dall'insorgere di una sanguinosa guerriglia per l'indipendenza dell'isola di Bougainville. Dopo alcuni tentativi infruttuosi per risolvere il conflitto, nell'aprile del 1998 un nuovo esecutivo (guidato da Bill Skate) riuscì a siglare con i rappresentanti dell'Esercito rivoluzionario di Bougainville (BRA) e del governo provvisorio di Bougainville, un accordo di pace per assicurare all'isola un'ampia autonomia. Pochi mesi dopo (luglio 1998) un'onda anomala provocata da un terremoto sottomarino investì la costa nord-orientale del Paese, causando migliaia di vittime e la distruzione di alcuni villaggi. Nel luglio 1999 veniva nominato primo ministro Mekere Morouta, ex governatore della Banca centrale, sostituito, nell'agosto 2002, da Somare, che tornava a rivestire questa carica dopo 17 anni. Nel 2007 si svolgevano le elezioni legislative, vinte da Alleanza nazionale con 27 seggi. Successivamente veniva formato un governo di coalizione guidato sempre da Somare.

Cultura: generalità

La Papua Nuova Guinea rappresenta, non solo all'interno della realtà oceanica, una delle società etnicamente e linguisticamente più eterogenee. I moltissimi gruppi che la abitano, di alcuni dei quali l'esistenza è stata accertata solo nel XX secolo, hanno credenze e abitudini diverse, a cominciare dalle circa 800 lingue parlate, fino alle decine di culti praticati, di stampo naturalistico e panteistico e spesso intrecciatisi alle pratiche cristiane. In generale, tuttavia, nei villaggi, dove ogni momento sociale o privato (nascita, morte, matrimonio, raccolto, commercio ecc.) è segnato da precisi rituali, la gerarchia sociale si fonda sui clan, ma i processi decisionali avvengono su base democratica senza imposizioni dall'alto. Anche i prodotti artigianali si differenziano da regione a regione, spaziando dalle maschere malagan alle sculture in legno costruite dalle tribù che vivono lungo il fiume Sepik, dalle armi e decorazioni corporee elaborate nelle highlands alle canoe delle isole Trobriand. La collezione del National Museum and Art Gallery della capitale ne illustra molti esempi di valore, così come testimonianza della vita di Papua nel passato è il Sito agricolo preistorico di Kuk, entrato a far parte del patrimonio dell'umanità UNESCO nel 2008. Tra le celebrazioni folcloristiche più belle va segnalato l'Hiri Moale di Port Moresby; sempre nella capitale, la sede del Parlamento riveste un discreto interesse anche dal punto di vista architettonico, con la sua sintesi tra motivi tradizionali e moderna tecnologia. In controtendenza con il frazionamento etno-culturale descritto, va detto che Port Moresby e alcuni altri centri urbani svolgono un ruolo di uniformazione, soprattutto da quando hanno preso a diffondersi modelli e stili di vita occidentali. Il Novecento ha visto anche lo sviluppo di una letteratura nazionale (e spesso nazionalistica) e dell'arte figurativa in senso moderno, con scrittori quali Allan Natachee, Albert Maori Kiki, Vincent Eri e pittori o disegnatori come Timothy Akis, Mathias Kauage, Larry Santana, Martin Morububuna.

Bibliografia

Per la geografia

B. Essal, Papua and New Guinea, Melbourne, 1961; P. M. C. Hasluck, The Economic Development of Papua-New Guinea, Canberra, 1962; I. Stuart, Port Moresby, Yesterday and Today, Sydney, 1972; J. M. Cousteau, Papua Nuova Guinea, Milano, 1989.

Per la storia

D. Woolford, Papua New Guinea: Initiation and Independence, Queensland, 1976; J. Griffin, A. Nelson, S. Firth, Papua New Guinea: a Political History, Richmond, 1979.

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