(Hamburg). Città della Germania settentrionale e capoluogo dell'omonimo Stato confederato (Freie und Hansestadt Hamburg, letteralmente, Libera città anseatica di Amburgo) la cui estensione amministrativa di fatto coincide con la stessa area metropolitana (755 km²), 16 m s.m., 1.833.930 ab. (2015), l'agglomerato urbano 2.555.733 ab. (2012).

Generalità

Seconda città della Germania dopo Berlino, massimo centro portuale del Paese e tra i più grandi scali commerciali europei, Amburgo è situata a ca. 100 km dal Mare del Nord, all'inizio dell'estuario dell'Elba, là dove il fiume si divide in due rami, Elba Meridionale (Süderelbe) ed Elba Settentrionale (Norderelbe), sulla cui riva destra è propriamente posta la città. Il cuore dell'area metropolitana è un reticolo di vie d'acqua (sono oltre 2300 i ponti che scavalcano fiumi e canali): i due rami dell'Elba abbracciano la grande isola di Wilhelmsburg, su cui, a partire dalla seconda metà del sec. XIX sorsero i bacini del porto moderno; l'Elba Settentrionale riceve le acque di un piccolo affluente, l'Alster, che poco prima forma due laghi: l'Aussenalster, più ampio, e il Binnenalster. La città è collegata con il porto mediante due ponti e due tunnel sottofluviali, di cui uno, l'Elbtunnel è lungo 3325 m.

Urbanistica

Amburgo ha un territorio comunale estesissimo e tra le metropoli del mondo è quella che può vantare la più alta superficie abitabile media per ab.: 30 m². Il 14% dell'area metropolitana è destinato a parchi e giardini, mentre l'8% è costituito da canali e bacini acquatici, dati che hanno negli anni posto un provvidenziale argine all'estensione produttiva e insediativa dettata dalla forte vocazione commerciale e industriale della città. Il nucleo originario di Amburgo si formò su un'altura morenica presso la confluenza dell'Elba con l'Alster, sulla cui riva sinistra esistette sin da epoca remotissima un centro abitato, corrispondente all'attuale Altstadt (città vecchia). Nei sec. XVI e XVII l'abitato si ampliò notevolmente, estendendosi con la Neustadt (città nuova) sulla destra dell'Alster, che già dal Medioevo era stato canalizzato e regolato artificialmente, allargandosi nel tratto finale così da formare una specie di lago; venne anche edificata una nuova cerchia di mura fortificate che divisero il bacino dell'Alster in Binnenalster (Alster Interno) e Aussenalster (Alster Esterno). L'Ottocento, con i rivolgimenti successivi alla rivoluzione industriale, segnò un riassetto urbanistico: oltre a ricostruire quasi interamente il centro storico, semidistrutto dall'incendio del 1842, si provvide ad abbattere la cerchia bastionata, che fu sostituita da larghi viali alberati (nel tratto tra il Binnenalster e l'Aussenalster dal ponte dei Lombardi); al di là di questi, la città si estese in tutte le direzioni con i nuovi quartieri di Barmbek, Harvesthude, Rotherbaum, Winterhude, Eilbek, Eimsbüttel ecc. Il porto, che in origine era situato presso la confluenza dell'Alster nell'Elba, fu ampliato con lo scavo di nuovi bacini nell'isola di Wilhelmsburg, circoscritta dai due rami del fiume; per facilitare le comunicazioni tra la città e la zona portuale, tra il 1907 e il 1911 fu scavato il tunnel sotto l'Elba, primo esempio del genere in Europa. Oggi Amburgo si presenta come una metropoli moderna – cui hanno dato impronta la razionalizzazione operata tra il 1925 e il 1935 su progetto dell'architetto F. Schumacher e la radicale ricostruzione post-bellica –, ma non mancano nel centro storico angoli di schietto ambiente ottocentesco e pittoresche case affacciate ai molti canali dell'Alster. È qui attorno al Binnenalster, solcato da piccole imbarcazioni e cinto di splendidi viali, il quartiere più elegante di Amburgo – creato dopo il rovinoso incendio del 1842 che distrusse gran parte del centro storico – con i suoi imponenti palazzi, i grandi alberghi, i negozi lussuosi e l'Alsterpavillon che è stato il “salotto” degli amburghesi. Il quartiere più noto è quello di Sankt-Pauli, che costeggia in parte i dock del porto. È il cuore della vita notturna della città, un tempo quartiere a luci rosse per eccellenza, dagli anni Novanta “riabilitato”con iniziative culturali – artisti di strada, musica, locali multietnici –, anche se continua ad attirare amburghesi e turisti per la sua fama trasgressiva. Un ambizioso progetto urbanistico, l'Hamburg Hafen City, è stato avviato per riconvertire parte delle strutture commerciali e industriali che si affacciano sull'Elba.

Storia: dall'antichità al XII secolo

Amburgo venne fondata agli inizi del sec. IX da Carlo Magno, che vi eresse dapprima una chiesa, quindi una fortezza (donde il nome della città, originariamente Hammaburg, fortezza vicino alla sponda) per raggiungere il duplice intento di evangelizzare gli Slavi e di proteggere dalle loro incursioni questo estremo lembo dell'Impero franco. Nell'834 Amburgo fu costituita arcidiocesi, ma poco dopo (845) fu distrutta dai Normanni e la sede arcivescovile passò a Brema; ricostruita, fu poi ripetutamente devastata dai Danesi e dagli Slavi: in effetti Amburgo prese ad affermarsi solo quando scoprì la propria vocazione di città per così dire marittima, dato che la navigabilità dell'Elba superava l'ostacolo della grande distanza dal mare (sono forse del sec. X le prime opere portuali). Passata nel 1110 agli Schauenburger, Amburgo era già così fiorente centro mercantile da ricevere nel 1189 da Federico Barbarossa ampie concessioni in materia economica e giurisdizionale, tra cui la possibilità di istituirsi in porto franco, privilegio su cui Amburgo ha fondato da allora la sua prosperità.

Storia: dalla Lega Anseatica al Novecento

Nel 1241 Amburgo strinse un trattato commerciale con Lubecca, ponendo le basi della Lega Anseatica (Hansa); in breve, grazie al suo porto sia fluviale sia d'alto mare, sorto al punto di congiunzione tra la navigazione oceanica e quella interna, poté assicurare il collegamento tra Europa orientale e occidentale sulla grande arteria Novgorod-Bruges, e divenne lo sbocco delle città dell'Hansa sul Mare del Nord. La scoperta dell'America, se influì negativamente sui porti baltici come Lubecca, accrebbe l'importanza di Amburgo, che prese a distaccarsi dalle altre città anseatiche svolgendo un'autonoma attività commerciale, favorita in ciò anche dalla decadenza di Anversa. Dichiarata libera città imperiale nel 1510, Amburgo vide all'interno imporsi progressivamente sul patriziato mercantile una solida classe borghese, rappresentante di quelle corporazioni artigianali che rispecchiavano i nuovi sviluppi economici della città, divenuta tra l'altro uno dei massimi centri europei dell'industria della birra. Alla prosperità di Amburgo contribuì anche il fatto che essa, accolta ben presto la Riforma, riuscì in pratica a rimanere estranea alle guerre di religione; del pari, quando nel sec. XVII Amburgo si era ormai definitivamente affermata come Stato sovrano, sede tra l'altro della prima Borsa (1558) e della prima banca (1619) tedesche, la guerra dei Trent'anni la sfiorò appena. Gravi disordini interni di natura sociale, scoppiati a più riprese tra la fine del sec. XVII e gli inizi del XVIII, e i ripetuti attacchi dei Danesi, che erano stati fortemente danneggiati nei loro interessi commerciali, provocarono un certo ristagno dell'economia amburghese, ristagno da cui la città si riprese in parte alla fine del Settecento dopo l'apertura dei traffici con gli Stati Uniti: è del 1778 il primo servizio di linea Amburgo-America con navi a vela. Agli inizi dell'Ottocento Amburgo era uno dei più fiorenti Stati d'Europa, ma le guerre napoleoniche e il conseguente blocco continentale causarono una crisi gravissima: occupata dai francesi nel 1806, fu nel 1810 annessa all'impero come capoluogo del dipartimento Bouches-de-l'Elbe; solo con il Congresso di Vienna fu riconfermata Stato sovrano, membro prima della Confederazione Germanica, poi (1871) dell'impero. Nuovamente sui traffici, specie su quelli transoceanici e con la Gran Bretagna, Amburgo trovò le basi della sua prosperità: nel 1825 era istituita la prima linea con l'Inghilterra a mezzo di navi a vapore, cui seguirono nel 1847 i servizi della Hamburg-Amerika Linie e in breve collegamenti con tutto il mondo. Entrata nel 1888 nello Zollverein, la città perse in parte la propria autonomia, ma conservò il ruolo di massimo scalo marittimo dell'Europa continentale, in comunicazione diretta con il Mar Baltico attraverso il canale di Kiel (1887-95). L'avvento dell'era industriale accentuò lo sviluppo economico, demografico e urbanistico di Amburgo: la popolazione, che nel 1885 era di 475.000 ab., raggiunse quarant'anni dopo il milione; la città divenne la sede dei massimi cantieri dell'impero (destinati tanto alla produzione mercantile quanto a quella bellica) e delle più importanti imprese di armatori, mentre si accentuavano l'espansione e le trasformazioni urbanistiche. Ancora una volta la forzata interruzione delle attività marinare durante la prima guerra mondiale determinò una crisi gravissima, che sfociò politicamente in due tentativi rivoluzionari (1919 e 1923); entrata, sempre come Stato federato, nella Repubblica di Weimar, in breve riprese la sua preminente posizione economica.Amburgo conservò una certa indipendenza politica anche durante il periodo hitleriano: nel 1937, nell'ambito del generale riassetto amministrativo del Paese, Amburgo ebbe la denominazione ufficiale di Hansestadt Hamburg e le furono aggregati i centri già prussiani di Altona, Wandsbek e Harburg-Wilhelmsburg, mentre perdeva il suo avamposto di Cuxhaven, sul Mare del Nord. Durante la seconda guerra mondiale la città fu oggetto di durissimi bombardamenti aerei, che distrussero l'85% degli impianti industriali e 300.000 abitazioni civili. Particolarmente distruttivo fu il bombardamento avvenuto il 28 luglio 1943 e passato alla storia come Feuersturm ("Tempesta di Fuoco"), quando la concentrazione delle esplosioni e degli incendi in un'area limitata e scarsamente umida diede vita a un vento infuocato che si mosse per le strade di Amburgo ad una volocità di 250 km/h. Fu occupata dalle truppe inglesi nel maggio 1945. Quattro anni dopo veniva riconfermata come Land autonomo della Repubblica Federale di Germania (Freie und Hansestadt Hamburg). La Cortina di Ferro che separava l'Europa Occidentale da quella Orientale, si trovava a solo 50km da Amburgo e privò la città di gran parte del suo retroterra, limitando notevolmente il suo sviluppo economico e commerciale. Nel 1962 le violente piogge fecero straripare l'Elba che inondò buona parte della città provocando oltre trecento vittime. Dopo la riunificazione tedesca avvenuta nel 1990 e soprattutto in seguito all'ingresso, nel 2004, di alcuni paesi dell'Est Europa nell'Unione Europea, per Amburgo è iniziata una stagione di grande crescita economica e il suo porto è tornato ad essere uno dei maggiori in Europa per volume di merci che vi transitano. Alla crescita economica è saguita anche la crescita demografica. 

Arte

Il patrimonio artistico e architettonico di Amburgo non fu mai pari all'importanza economica della città. Poche sono le costruzioni salvatesi dall'incendio del 1842 e anche quelle furono per lo più in seguito alterate o parzialmente riedificate: la chiesa di San Pietro (sec. XII) fu ricostruita tra il 1844 e il 1849 e tra il 1907 e il 1921, quella barocca di San Michele, il cui campanile, alto 132 m, è tra i monumenti più riconoscibili dello skyline della città; la chiesa gotica di San Giacomo, che conserva l'Arp Schnitger, un capolavoro dell'arte organaria, fu riedificata dopo l'ultima guerra mondiale, nel corso della quale venne gravemente danneggiata quella, pure gotica, di Santa Caterina e completamente distrutta San Nicola, le cui rovine sono state lasciate intatte a monito del tragico evento. Relativamente ben rappresentata è l'edilizia civile dell'Ottocento; sono di quell'epoca il maestoso municipio (Rathaus, 1886-97), costruito però in stile neogotico guglielmino con la facciata riccamente decorata da busti di imperatori e santi, il nuovo palazzo della Borsa (1836-41, di Forsmann e Wimmel) e la Kunsthalle (palazzo delle Arti, anch'esso in stile neogotico, edificato nel 1868 su progetto degli architetti Schirrmacher e Von der Hude). Assai interessanti sono inoltre varie opere del sec. XX come l'originalissima Chilehaus (1920-23, di Fritz Höger), che ben documenta l'architettura d'avanguardia fra le due guerre, mentre tra le realizzazioni del dopoguerra sono il complesso dei grattacieli “am Grindel” (1945-55), il nuovo palazzo dell'Opera (1955), la chiesa della Trinità (1956, di Riemerschmied) e il nuovo ponte sull'Elba (1955, di B. Hermkes). § Sede dal 1678 di un celebre Teatro d'Opera, dal 1767 del Deutsches Nationaltheater, dal 1919 di università, Amburgo svolge da tempo una rilevante funzione culturale. Tra i suoi musei ricordiamo quello di Etnologia, il Museo storico della città, Museum für Kunst und Gewerbe (scultura e arti applicate), lo Speicherstadt Museum (il museo mercantile) e, soprattutto, la Kunsthalle. Prima galleria pubblica della città, fondata nel 1850 per iniziativa della Società delle Arti e trasferita nella sede attuale nel 1868 – ampliata prima nel 1919 e successivamente nel 1997 – si arricchì nel tempo delle opere di grandi artisti medievali, di pittori tedeschi del sec. XVI e soprattutto del sec. XIX; delle scuole straniere quella olandese è la meglio rappresentata. Tra il 1920 e il 1930 la collezione dell'Hamburger Kunsthalle si accrebbe ospitando tele dei più noti impressionisti francesi e di artisti appartenenti alle prime avanguardie novecentiste tedesche e nordeuropee. Oggi il museo presenta un panorama completo della pittura europea; un'importante sezione è dedicata al Novecento, con celebri opere di Kirchner, Nolde, Kokoschka, Klee, come pure alle espressioni artistiche contemporanee fino a new media.

Economia

Amburgo è uno dei massimi porti del mondo: le sue linee di navigazione lo mettono in collegamento con tutti i principali scali marittimi del pianeta. Per estensione, con una superficie di oltre 100 km², è il maggiore d'Europa, il secondo in continente (il settimo al mondo) per il carico-scarico di navi portacontainer. Costituisce uno snodo fondamentale per la rete di commercio e trasporto dell'Europa nordorientale, e in particolare con l'area Baltica, oltre a rappresentare, grazie a una densa rete di comunicazione fluviale, ferroviaria e autostradale, un punto di riferimento per un ampio retroterra continentale, dalla Svizzera alla Repubblica Ceca. Vi fa riferimento anche l'aeroporto internazionale di Fuhlsbüttel – a pochi chilometri a N dal centro – il secondo scalo aeronautico in Germania dopo quello di Francoforte. Tra le principali merci importate che transitano per il porto di Amburgo prevalgono gli idrocarburi, cereali, legname, frutta; tra quelle destinate all'esportazione, benzina, prodotti siderurgici e meccanici. L'industria è particolarmente sviluppata nei settori delle costruzioni navali (i cantieri sono situati per lo più nel quartiere di Steinwerder), metallurgico, chimico e petrolchimico (numerose le raffinerie), elettrotecnico, della manifattura dei tabacchi, alimentare. Di più recente tradizione, ma di grande avanguardia tecnologica, sono le specializzazioni in ambito bioingegneristico e aeronautico. Alcuni marchi industriali di fama internazionale hanno i loro quartier generali ad Amburgo: i prodotti cosmetici Nivea, i pianoforti Steinway, le penne stilografiche Montblanc.Amburgo è uno dei più attivi centri finanziari tedeschi, sede di grandi istituti bancari e assicurativi, ma può essere considerata la capitale tedesca dell'industria multimediale: vi hanno la loro sede i tre più grandi gruppi editoriali (Bauer, Gruner & Jahr e Springer), la Deutsche Presse-Agentur, le più importanti agenzie pubblicitarie, aziende di produzione televisiva, radiofonica e cinematografica.Il sobborgo di Altona infine è un grande porto peschereccio.

Curiosità

La Fiera di Amburgo (Hamburg Messe) ospita da quasi mezzo secolo un importante Salone nautico (Hanseboot). Il più alto edificio della città è la Torre Heinrich Hertz, un ripetitore televisivo alto 279 m, che prende il nome dal celebre fisico tedesco che ad Amburgo nacque nel 1857. Altri illustri amburghesi furono i musicisti Felix Mendelssohn-Bartholdy e Johannes Brahms.

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