Lessico

sf. [sec. XIII; per metatesi del latino classico fabŭla in flaba]. Racconto fantastico, per lo più di origine popolare, dove predomina l'elemento magico (streghe, fate, folletti, incantesimi), proprio della letteratura infantile: le fiabe di Andersen; un paesaggio da fiaba, incantevole e suggestivo. Per estensione, racconto, storia inverosimile; frottola, fandonia: tu mi stai raccontando delle fiabe!

Letteratura

Dal punto di vista estetico-pedagogico, la fiaba si può definire un'avventura magica a lieto fine, condotta da protagonisti dotati di poteri meravigliosi e straordinari, che consentono loro di trionfare sulle avverse leggi della vita naturale. L'intenzione didascalica (primaria nella favola) risulta quindi subordinata allo scopo ricreativo e poetico. Le leggi strutturali della fiaba sono l'“extra-temporalità” e l'“extra-spazialità” (cioè il suo svolgersi fuori del tempo storico e dello spazio concreto). Le fiabe hanno le loro lontane origini in celebri opere letterarie, dall'epopea babilonese del Gilgamesh alla Bibbia, dal Pañcatantra al Talmūd, dalle Mille e una notte all'Odissea, dalle Metamorfosi di Ovidio e di Apuleio al ciclo della Tavola Rotonda. Inesistente come genere autonomo presso i Greci e i Romani e trasmessa oralmente nel mondo occidentale, la fiaba divenne, in Italia, oggetto di elaborazione letteraria con Le piacevoli notti (1550-53) di G. F. Straparola e fu elevata al livello del capolavoro d'arte da G. B. Basile, che nel Cunto de li cunti (1634-36) rappresentò con colorito stile barocco saporose scene di vita popolare, e da Ch. Perrault, che nei Contes (1697) trasfigurò le più incredibili leggende in poesia. Era nata intanto, con il Sogno di una notte di mezza estate e con la Tempesta di Shakespeare, la fiaba “drammatica”, destinata a lunga fortuna nella letteratura europea: scrissero fiabe teatrali, nel Settecento, C. Gozzi (Fiabe teatrali); L. Tieck, F. Fouqué, A. von Platen; e nel sec. XX, H. von Hofmannsthal, M. Maeterlinck, M. Bontempelli e J. M. Barrie, autore di Peter Pan (1904), una tra le più felici fiabe drammatiche per fanciulli. Nella sua normale forma narrativa, la fiaba si avvantaggiò, agli inizi del Settecento, della traduzione delle Mille e una notte a opera di A. Galland e, dopo la parentesi illuministica, caratterizzata da un più vivo interesse per la favola, nel secolo romantico la fiaba riprese il sopravvento, grazie soprattutto a Jakob e Wilhelm Grimm, il cui merito fu quello di individuare l'importanza dell'origine popolare della fiaba e il suo carattere di mito decaduto. Tra le numerose raccolte che seguirono quella, fondamentale, dei fratelli Grimm (Fiabe per bambini e famiglie), sono notevolissime le fiabe del danese H. C. Andersen e le fiabe russe di Puškin e di A. Afanas'ev. Al genere fiabesco si dedicarono anche scrittori come E. T. A. Hoffmann, E. A. Poe, O. Wilde, S. Lagerlöf, L. Carroll; ma con le loro opere si arriva già (per la presenza di elementi educativi o intellettualistici o ironici) al di là della pura fiaba, nell'ambito di novelle e romanzi fiabeschi. § In Italia, dove la fiaba fu studiata sul piano del folclore da G. Pitrè, non mancarono scrittori attirati dal genere fiabesco, da L. Capuana a G. Deledda; ma il capolavoro incontestato è il Pinocchio di C. Collodi, che seppe stupendamente armonizzare fiaba e realtà. Sono infine da ricordare, S. Tofano, che trascrisse in vignette per il Corriere dei Piccoli le avventure del Signor Bonaventura, I. Calvino, che ha raccolto e rielaborato con raffinato gusto 200 Fiabe italiane (1956), e G. Rodari, che ha rinnovato la fiaba tradizionale.

Bibliografia

Per la simbologia

V. Propp, Le radici storiche dei racconti di fate, Torino, 1949; idem, Morfologia della fiaba, Torino, 1966; S. Thompson, La fiaba nella tradizione popolare, Milano, 1967; A. J. Greimas, Semantica strutturale, Milano 1968; A. Beniscelli, La finzione del fiabesco, Genova, 1986.

Per la letteratura

S. Thompson, La fiaba nella tradizione popolare, Milano, 1967; V. Propp, Le radici storiche dei racconti di fate, Torino, 1972; I. Calvino, Sulla fiaba, Torino, 1988.

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