Generalità

Deserto che occupa un vasto settore (ca. 9 milioni di km²) della parte settentrionale dell'Africa; si estende dall'Oceano Atlantico al Mar Rosso (interrotto solo dalla valle del Nilo) per oltre 5000 km, ed è delimitato a N dalla Sirtica e dalle pendici dell'Atlante e a S dalla regione del Sudan. "La cartina del Sahara è a pag. 232 del 19° volume." "Per la cartina tematica vedi il lemma del 17° volume." Alcuni autori fanno estendere il Sahara su tutte le regioni nelle quali cadono meno di 100 mm di pioggia all'anno, altri preferiscono prendere per base qualche pianta caratteristica, che permetta di rendersi conto del passaggio dal deserto alle regioni vicine. Il limite settentrionale viene indicato dalle palme produttrici di datteri che maturano sull'albero, quello meridionale da una graminacea urticante (Cenchrus biflorus), spesso associata a un'euforbia, che segna il limite del sahel, zona di transizione che non si presta alle colture, ma dove esiste una vegetazione di savana (in effetti è proprio il deserto sahariano a fungere da principale elemento divisorio delle specie vegetali e animali più tipicamente africane, benché la fascia del Sahara, dati i radicali mutamenti climatici avvenuti nel Quaternario, sia stata sempre un confine molto mobile). Politicamente il Sahara è diviso tra Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Mauritania, Mali, Niger, Ciad e Sudan. Morfologicamente il Sahara è costituito da una piattaforma tabulare paleozoica ricoperta da strati suborizzontali di depositi mesozoici, cenozoici e neozoici: alta da 300 a 800 m s.m., è interrotta da massicci sedimentari o vulcanici, alcuni dei quali raggiungono anche altitudini considerevoli (Ahaggar, 2918 m; Tibesti, 3415 m; Aïr, 1900 m; Gebel el Auenat, 1893 m). Le formazioni rocciose non appaiono tuttavia integre, ma in genere smembrate dall'erosione e incise dai solchi di antichi corsi d'acqua (si pensi per esempio alle incisioni del Tassili, in territorio algerino), quando condizioni climatiche assai più umide delle attuali avevano originato un fitto reticolo idrografico. I paesaggi più tipici, dovuti all'azione eolica, qui particolarmente evidente per la mancanza di copertura vegetale, sono le interminabili distese di sabbia modellata a dune (erg), che occupano le grandi depressioni e formano vasti allineamenti lungo la direzione degli alisei, le piatte estensioni di ciottoli spigolosi (serir) e le distese di roccia nuda, intensamente striata dal vento (hamada). L'idrografia è costituita da una rete di alvei di fiumi fossili (uidian), nei quali scorre l'acqua solo in occasione di piogge eccezionali (generalmente sotto forma di acquazzoni molto violenti), e da affioramenti della falda freatica (normalmente assai profonda e di difficile captazione) in corrispondenza di depressioni del suolo: qui è possibile una vegetazione anche lussureggiante (oasi) con produzione di datteri, cereali, ortaggi, frutta, erbe aromatiche.

Geografia umana

La popolazione del Sahara (ca. 3 milioni di ab.) è costituita da Arabi e Berberi a N, per lo più sedentari e che vivono nelle oasi, e da Tuaregh e Tebu a S, che conducono vita nomade. Finora le basi dell'esistenza erano in primo luogo l'agricoltura, praticata nelle oasi in forma arcaica e primitiva, poi l'allevamento, quindi il trasporto carovaniero e il commercio. Oggi però i traffici carovanieri, sostituiti dalle linee aeree e dalle piste automobilistiche, stanno perdendo la loro importanza e molti nomadi si sono rifugiati nelle oasi, provocandone il sovrappopolamento e costringendo una parte degli abitanti a emigrare. Il rinvenimento nel sottosuolo di ingenti ricchezze minerarie (petrolio, gas naturale, minerali di ferro, rame, piombo, uranio, manganese) ha determinato una vera rivoluzione nell'economia sahariana, tuttora in evoluzione. § Già popolato da genti mediterranee, la sua conquista fu agevolata dall'impiego del cammello, che ha permesso di occupare anche le oasi più remote, determinando le direttrici delle piste carovaniere che hanno messo in rapporto i Paesi mediterranei con le regioni sudanesi. Attraverso le distese desertiche venivano trasportati prodotti molto ricercati (oro, avorio, penne di struzzo) e anche schiavi (specialmente dal Sudan) che, tramite le carovane, affluivano ai centri costieri.

J. Dubief, Essai sur l'hydrologie superficielle au Sahara, Algeri, 1953; R. Capot Rey, Le Sahara Français, Parigi, 1957; J. Dubief, Le climat du Sahara, Algeri, 1959; E. Migliorini, L'esplorazione del Sahara, Torino, 1961; R. Furon, Le Sahara, Parigi, 1964; A. Gaudio, Les civilisations du Sahara, Verviers, 1967; W. G. McGinnies, Deserts of the World, Tucson, 1968; J. J. Norwich, Sahara, Berlino, 1969; E. Bernus, J. Jaffre, Sahara, viaggio nel pianeta blu, Novara, 1990.

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