orróre

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; dal latino horror -ōris].

1) Violenta impressione di repulsione, di raccapriccio o di terrore: provare orrore per la violenza; in particolare: sacro orrore, dell'animo, di fronte a cose che incutono venerazione, oggi per lo più scherzosamente: avere un sacro orrore dell'acqua; avere in orrore qualche cosa o qualcuno, odiarli, detestarli.

2) Per estensione, cosa o azione che desta orrore: gli orrori delle lotte fratricide. Scherzoso, riferito a cosa o persona bruttissima: è un vero orrore!

3) Poetico, oscurità, tenebrosità.

Letteratura

La letteratura dell'orrore è classificata anche sotto varie altre definizioni: dalle più comuni, come “terrore”, “nero”, “gotico”, in parte anche “soprannaturale” e “di fantasmi”, ai termini inglesi horror, weird, ghost story e, infine, splatter per riferirsi alla tendenza, iniziata a metà degli anni Ottanta del sec. XX, nella narrativa ma anche nei fumetti, di mettere in mostra sangue, efferatezze e crudeltà corporali. Le sue origini, pur considerando che storie “paurose” sono sempre esistite nella letteratura di tutti i tempi, sono fatte risalire a The Castle of Otranto (1764; Il castello di Otranto) di Horace Walpole, capostipite della narrativa gotica caratterizzata da cupi manieri, scene di tregenda, delitti, rapimenti, passioni sfrenate, apparizioni misteriose, risolte però quasi sempre in maniera naturalistica. Seguirono, tra gli altri, The Mysteries of Udolpho (1794; I misteri du Udolpho)) di Ann Radcliffe e Ambrosio, or The Monk (1796; Ambrosio o il monaco)) di Matthew G. Lewis, anch'essi ambientati in Italia. Il primo romanzo gotico statunitense viene considerato Wieland (1798; Wieland o la trasformazione) di Charles Brockden Brown. Man mano che gli elementi naturalistici e razionali vengono messi da parte, cominciano a prendere il sopravvento lo spiritico e il demoniaco con il tedesco E. T. A. Hoffman (Elixiere des Teufels, 1815-16; Gli elisir del diavolo), il soprannaturale e l'orrore interiore con lo statunitense E. A. Poe, la cui prima storia è Metzengerstein, del 1832. Anche la scienza, però, può produrre terrore e paura: Frankenstein (1818) di Mary Shelley, viene considerato da alcuni critici come il primo romanzo di “fantascienza”, ma è allo stesso tempo un classico dell'orrore. Magia ed esoterismo raggiungono l'apice con Zanoni (1842) di Edward Bulwer-Lytton, e la lotta interiore fra Bene e Male con The Strange Case of Dr Jeckyll and Mr Hyde (1888; Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde) di Robert Louis Stevenson. Il satanismo moderno è descritto in Là-bas (1891; trad. it.: L'abisso) di J. K. Huysmans, il mito del vampiro diviene popolare con Dracula (1897) di Bram Stoker, i fantasmi sono nobilitati da Henry James in The Turn of Screw (1898; Il giro di vite). Con il nuovo secolo l'orrore può avere variazioni di ogni genere: può nascondersi in una storia poliziesca tradizionale, come The Hound of the Baskerville (1901; Il mastino di Baskerville) di Arthur Conan Doyle, o in una soprannaturale, come John Silence (1908) di Algernon Blackwood; può svolgersi in un sogno, come The Hill of the Dreams (1907; La collina dei sogni) di Arthur Machen, o celarsi in un manoscritto misterioso come in The House on the Borderland (1908; La casa sull'abisso) di W. H. Hodgson; può essere ambientato in teatro, come Le fantasme de l'Opéra (1911; Il fantasma dell'Opera) di Gaston Leroux, o nella Praga di inizio secolo come in Der Golem (1915; Il Golem) di Gustav Meyrink. La nascita negli Stati Uniti del mensile Weird Tales, una delle innumerevoli riviste popolari, diede un impulso particolare a questo genere letterario, con l'emergere della figura di H. P. Lovecraft, le cui prime storie risalgono al 1917, che creò una nuova mitologia dell'orrore, mettendo in rapporto la paura interiore con il terrore cosmico. Sulle pagine di Weird Tales scrissero autori come Robert Bloch, Fritz Leiber e Ray Bradbury, che diedero una dignità letteraria a un genere destinato forse a essere noto soltanto per il suo impatto emotivo. Del 1947 sono le antologie Dark Carnival (Carnevale Oscuro) di Bradbury e Night's Black Agents (Neri agenti della notte) di Leiber, mentre Bloch deve la sua fama al celebre romanzo sulla schizofrenia Psycho (1959). Un nuovo punto di vista sui vampiri viene dato da Richard Matheson con I Am Legend (1954; Sono una leggenda) e una versione attualissima del demonio da Ira Levin con Rosemary's Baby (1967). Soggetto affrontato anche da The Exorcist (1973; L'esorcista) di William Peter Blatty. Giunge intanto alla ribalta una nuova generazione di scrittori, nutrita da letture e film popolari che hanno saputo personalizzare la lezione dei classici moderni: J. Ramsey Campbell con The Doll Who Ate Her Mother (1976; La bambola che divorò la madre), Stephen King con The Shining (1977), entrambi imperniati su entità maligne che si impossessano di esseri umani, e Clive Barker con il primo dei suoi sei Book of Blood (1984; Il libro del sangue) che apre la strada a una narrativa dell'orrore particolarmente sanguinaria e ricca di particolari macabri e raccapriccianti. Questo gusto, che ha anche risvolti cannibalistici, ha trovato un suo riscontro in storie poliziesche sempre più nere e violente, come The Silence of the Lambs (1989; Il silenzio degli innocenti) di Thomas Harris e American Psycho (1991) di Bret Easton Ellis.

Cinema

Imperniato su situazioni macabre, atmosfere d'incubo, personaggi fantastici, irrazionali e mostruosi, il cinema dell'orrore trovò i suoi precursori in epoca muta, nelle streghe e nei fantasmi della scuola scandinava, negli automi e nei vampiri dell'espressionismo tedesco, nel primo attore-divo specializzato in mostri, l'americano L. Chaney. Ma il vero e proprio genere, denominato horror film, ebbe i suoi capostipiti in epoca sonora, con B. Lugosi in Dracula e B. Karloff in Frankenstein, entrambi del 1931. Negli anni Trenta e Quaranta del sec. XX prevalse la componente bestiale, teratologica e mistica, negli anni Cinquanta quella fantascientifica, apocalittica e galattica. In Giappone, da Godzilla (1954) in poi, prosperarono gli animali giganteschi di origine nucleare quale tarda progenie del vecchio King Kong (1933); in Gran Bretagna la Hammer Films (regista T. Fisher, attori Ch. Lee e P. Cushing) tornò ai mostri tradizionali; si ebbe anche (con R. Freda, M. Bava e più tardi D. Argento) un “filone” italiano. Negli anni Sessanta il regista statunitense R. Corman e l'attore V. Price portarono sullo schermo il mondo allucinato di E. A. Poe; negli anni Settanta emerse B. De Palma con una tecnica sofisticata dello spavento e del disgusto, in un generale ritorno al satanico e al demoniaco. Con Vampyr di Dreyer, con Freaks di T. Browning, il genere ha pur dato i suoi classici fin dal 1932 e molti cineasti di valore se ne occuparono, da Hitchcock a Fellini, da Franju a Polanski. Anzi una “linea d'arte” congiunge il muto al sonoro e al colore e può essere sintetizzata dai due Nosferatu tedeschi: quello di F. W. Murnau nel 1922, quello di W. Herzog nel 1978. Le grandi tendenze degli anni Ottanta sono state da una parte lo sviluppo dei temi sull'alieno, invasore o comunque pericolosamente estraneo alla comunità (Halloween e La cosa, di J. Carpenter), dall'altra l'esasperazione della metamorfosi dei corpi, con il grande successo degli effetti speciali (La mosca, di D. Cronenberg). Infine ha prevalso una lettura postmoderna e inevitabilmente nostalgica dei grandi temi del cinema horror del passato, con remakes e variazioni (L'ululato, di J. Dante; Il buio si avvicina, di Kathryn Bigelow; Bram Stoker's Dracula, di F. F. Coppola). Inoltre, in parallelo con il successo della letteratura di genere, si è avuta la trasmigrazione sullo schermo di autori come S. King (per esempio Shining di S. Kubrick) e C. Barker (Hellraiser-Non ci sono limiti, 1987). Il tema del serial-killer ha ispirato alcuni film che mescolano sapientemente il genere thriller e horror: Il silenzio degli innocenti di J. Demme (1991) e Seven di D. Fincher (1995). Interessanti inoltre anche alcune opere per la televisione tra cui ricordiamo The Kingdom-Il Regno (1994) di L. Von Trier e il Twin Peaks di D. Lynch (1990).

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