Geografia

Regione (ca. 12,8 milioni di km²) della Russia, corrispondente alla maggior parte della sezione asiatica del Paese. La Siberia, che rappresenta la parte settentrionale del continente asiatico, si estende dalla catena degli Urali a W all'Oceano Pacifico (Mari di Bering, di Ohotsk e del Giappone) a E e dal Mar Glaciale Artico (Mari di Kara, di Laptev e della Siberia Orientale) a N al confine con la Cina, la Mongolia e il Kazahstan a S. La sua estensione in longitudine è di ca. 130º e in latitudine di ca. 34º, non considerando le isole del Mar Glaciale Artico, quali l'arcipelago della Severnaja Zemlja, le Isole della Nuova Siberia e l'isola di Vrangel; nel Pacifico appartengono alla Siberia le Isole del Commodoro, le Isole Curili e l'isola di Sahalin. Morfologicamente il territorio è formato da varie regioni che si possono però ricondurre a tre principali: il Bassopiano Siberiano Occidentale, l'Altopiano della Siberia Centrale e il complesso sistema orograficoorientale, costituito da una serie di imponenti rilievi montuosi, quali i Monti Jablonovy, l'Altopiano Stanovoj, i Monti Stanovoj, i Monti della Bureja, il Sihote-Alin, i Monti di Verhojansk, i Monti Čerski, i Monti del Kolyma, l'Altopiano dell'Anadyr e il rilievo della Penisola di Kamčatka. Anche la fascia centromeridionale della Siberia, al confine con la Mongolia, è interessata da rilievi montuosi (Altaj, Monti Saiani, Monti Borščovočny). I fiumi siberiani, gelati da 5 a 8 mesi all'anno, sfociano quasi tutti nel Mar Glaciale Artico: tra essi l'Ob, lo Jenisej, la Lena, l'Indigirka e il Kolyma; tra quelli che scendono al Pacifico il principale è l'Amur. Il lago più vasto è il Bajkal: numerosi altri laghi sono stati creati nei bacini dell'Ob e dello Jenisej. Il clima presenta una grande uniformità, dovuta soprattutto alla posizione continentale della regione, scarsamente influenzata dal mare. Le temperature diminuiscono procedendo da S verso N, le estati sono fresche e gli inverni rigidissimi (a Ojmjakon, considerato il polo del freddo dell'emisfero boreale, si sono raggiunte temperature minime di -67,8 ºC). A eccezione della fascia costiera pacifica e dei rilievi meridionale, la Siberia è una regione per lo più arida, con precipitazioni inferiori ai 500 mm annui. La vegetazione spontanea presenta aspetti diversi: a N si estende la tundra, gelata e squallida, ricoperta solo di muschi e licheni e interessata da vaste paludi; al centro la taiga, cioè la foresta di aghifoglie; a S la steppa, che si presta all'allevamento del bestiame e all'agricoltura e che costituisce la zona più densamente popolata. La Siberia è abitata in gran parte da russi e quindi da vari gruppi etnici preesistenti quali gli Jacuti, i Buriati, gli Hanti, i Mansi, i Nenec (Samoiedi), gli Evenki e gli Eschimesi.

Economia

Le risorse economiche principali sono l'agricoltura (cereali, lino, girasole, barbabietole da zucchero, tabacco, frutta), l'allevamento del bestiame (renne, animali da pelliccia), la caccia, la pesca, lo sfruttamento forestale e quello del sottosuolo (carbone, ferro, petrolio, gas naturale, rame, piombo, zinco, bauxite, nichel, oro, diamanti, tungsteno, stagno, molibdeno, salgemma). Di grande entità la produzione di energia idroelettrica: alcune centrali sono tra le più potenti del mondo. L'industria è fiorente nei settori siderurgico, metalmeccanico, chimico, conserviero, alimentare, del legno e del cemento. Le città principali sono Jekaterinburg, Čeljabinsk, Tjumen, Kurgan, Omsk, Novosibirsk, Anžero-Sudžensk, Krasnojarsk, Angarsk, Irkutsk, Ulan-Ude, Čita, Habarovsk e Ussurijsk, situate tutte sulla Transiberiana, la grande arteria ferroviaria che collega la parte europea della Russia con Vladivostok, il maggior porto russo sul Pacifico; Barnaul e Rubcovsk sulla Turk-Sib, la linea ferroviaria che collega il Turkestan con la Siberia, dove si allaccia alla Transiberiana a Novosibirsk; Tomsk, Kemerovo, Leninsk-Kuznecki, Prokopjevsk, Novokuzneck, Bijsk, Belovo e Kiselevsk nel bacino carbonifero del Kuzbass o nelle sue adiacenze; Blagoveščensk, Komsomolsk e Nikolajevsk sull'Amur; Jakutsk sulla Lena; Južno Sahalinsk nell'isola di Sahalin e Petropavlovsk-Kamčatski nella Kamčatka. In russo, Sibir.

Preistoria

La conoscenza degli insediamenti umani preistorici siberiani è fornita principalmente dai ritrovamenti effettuati nel territorio dell'alto corso dello Jenisej, della Lena e dei loro affluenti. Resti risalenti al Paleolitico sono venuti alla luce ad Afontova Gora e, soprattutto, a Malta, da cui provengono le più antiche manifestazioni d'arte preistorica mobiliare della Russia asiatica; opere d'arte rupestre sono presenti invece a Siskino, a ovest del lago Bajkal, e nella stazione più tarda di Šalabolinsk, sull'alto Jenisej, nella quale talune raffigurazioni offrono suggestive affinità con quelle delle regioni scandinave. Più copiose le testimonianze dei tempi neolitici e delle età dei metalli, specialmente con le culture di Afanasevo, di Serovo, di Kitoj e di Glazkovo, in cui sono talvolta palesi le corrispondenze con le coeve culture dell'Estremo Oriente.

Storia

La difficoltà di valicare gli Urali impedì per secoli agli abitanti della Russia europea di raggiungere le terre siberiane. Solo i pirati e i mercanti di Novgorod riuscirono a raggiungerle, poco dopo il sec. XI, attraversando i laghi Ladoga e Onega o discendendo la Dvina, il Mar Glaciale Artico e l'estuario dell'Ob, per procurarsi pellicce. Mosca subentrò più tardi: debellata Novgorod, incominciò a estendere i suoi traffici verso il NE siberiano, ricorrendo anche alle armi contro la resistenza delle primitive e sparute popolazioni Juguri, Voguli ecc. sparse nell'immenso territorio (fine sec. XV-inizio sec. XVI). La prima vera spedizione militare in Siberia fu quella di T. Ermak (1581-84), decisa in seguito all'annessione allo stato moscovita dei khanati tartari di Kazan e Astrahan, che aprì ai russi le vie dell'Asia centrale (metà sec. XV). Ermak, alla testa di una compagnia di Cosacchi del Don, si mise al servizio degli Stroganov, potenti mercanti di Perm di cui Ivan il Terribile aveva incoraggiato la penetrazione commerciale in Siberia. Penetrò nel territorio del più importante khān siberiano, Kučum, e ne conquistò la capitale Isker o Sibir' sull'Irtyš. L'avanzata russa continuò negli anni successivi, superando modeste resistenze locali. Si costituirono allora alcune basi d'appoggio per ulteriori progressi: Tobolsk (1587), Tomsk (1604), Krasnojarsk (1628), Irkutsk (1652) e altre, piccoli forti-empori, presidiati da guarnigioni militari. Estendendosi a macchia d'olio, sollecitati soprattutto da esigenze commerciali, alla fine del sec. XVII i russi giunsero sulle coste del Pacifico. Si stipularono trattati con la Cina (quattro tra il 1676 e il 1860), la quale accampava diritti di sovranità (molto vaghi del resto) su parte dei territori abitabili della Siberia. Dal sec. XVI in poi, la Siberia rappresentò un buon affare per il governo di Mosca, che gestì in proprio il commercio delle pellicce e lo sfruttamento dei giacimenti minerari siberiani. C'era tuttavia il grosso scoglio costituito dal popolamento di regioni soggette a un clima quasi insopportabile. Si pensò allora di trasferirvi i prigionieri, analogamente a quanto facevano francesi e inglesi con le loro colonie più inospitali. Dal sec. XVII incominciarono le deportazioni: i deportati erano colpevoli di delitti comuni, ribelli, eretici, sospetti di opinioni pericolose, sudditi di altre nazionalità (polacchi soprattutto) accusati di un patriottismo antirusso. Dal 1637 la Siberia ebbe una sua amministrazione piuttosto caotica giacché le distanze, il clima e la difficoltà delle comunicazioni rendevano praticamente impossibile un regolare controllo dell'attività delle singole guarnigioni. Solo nel 1822 M. M. Speranskij, già fidato consigliere di Alessandro I e allora allontanato dalla corte, riuscì a riordinare, come governatore generale della Siberia, l'amministrazione di tutto il Paese, conciliando il centralismo delle tradizioni russe con una inevitabile, larga iniziativa delle autorità locali. Chiave di volta del problema siberiano divenne infine la ferrovia transiberiana (1891-1906) grazie alla quale si assistette a un'imponente emigrazione verso la Siberia, che vide nascere e crescere importanti città: un fenomeno simile, per certi aspetti, a ciò che avvenne nell'Ovest americano. Alla fine della prima guerra mondiale, in conseguenza della Rivoluzione d'ottobre, la Siberia divenne il campo d'azione delle forze antibolsceviche appoggiate dall'Intesa (cecoslovacchi, giapponesi, americani, cosacchi ecc.) e la regione fu posta sotto il comando dell'ammiraglio A. V. Kolčak (1918-19). Dopo la fine di Kolčak, sconfitto e fucilato, la Siberia entrò a far parte dell'URSS (1922), nell'ambito della Repubblica Socialista Federativa Sovietica di Russia, divenuta stato sovrano dal 1991. Sotto il regime sovietico la Siberia continuò a essere luogo di esilio e carcerazioni. Soprattutto durante il governo di Stalin (1928-53), i prigionieri furono trasferiti in massa nei gulag creati nel 1930. Attualmente la Siberia, nonostante le difficili condizioni geografiche e climatiche, svolge un ruolo importante nell'economia russa. Prima e dopo la seconda guerra mondiale, il governo sovietico ha cercato di favorirne lo sviluppo non solo sostenendone il progresso agricolo, ma promuovendone la massiccia industrializzazione e incoraggiandovi l'emigrazione, con premi e incentivi.

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